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Rublev e la depressione: "L'ho sofferta, ne sono uscito"

Per il russo, una prestazione di altissimo livello che lo ha spinto a fondo, nel descrivere il suo stato mentale e le sue difficoltà, dentro e fuori dal campo

11 agosto 2024

Mesi difficili, per Rublev? No, anni difficili. Lo ha spiegato bene il russo in conferenza stampa, dopo aver battuto Jannik Sinner in tre set. Una prestazione di altissimo livello che lo ha spinto a fondo, nel descrivere il suo stato mentale e le sue difficoltà, dentro e fuori dal campo.

“Sono davvero molto felice, stavo faticando da diversi mesi e aver battuto Jannik mi ripaga di tutto. Ho mostrato di poter giocare con i big e di poterli battere. Mentalmente, stavo faticando. Fuori dal campo non era sempre così, ma sono stati anni duri, in cui ho anche lottato con la depressione e che poco a poco non sono più riuscito a gestire. A un certo punto sono esploso e non ho gestito più nulla. Ecco cosa è accaduto. Ho cominciato a sentirmi un po' meglio nelle ultime settimane e questo si nota adesso nel mio tennis”.

“Stavolta è andata al contrario di quello che era accaduto in Australia, con Jannik. Allora lui si era preso le sue chance mentre io non ci ero riuscito. Stavolta ce l'ho fatta io, salvando palle break importanti. Ma che fossero importanti lo capisci soltanto dopo, quando il match è finito e sai il risultato”.

Una prestazione perfetta per Andrey, anche se forse non la migliore in stagione. Certamente una partita e un torneo che lo possono rilanciare tra i migliori al mondo, proprio in un periodo in cui pareva che la crisi non dovesse avere fine.

“Se togliamo Madrid (dove ha vinto il titolo, ndr), questo successo è il più importante della stagione per me. Un grande risultato che mi dà fiducia per i prossimi mesi. Giocare due match in un giorno? Sappiamo che può accadere e mi pareva che entrambi fossimo pronti per questo, non ho notato un calo dovuto alla stanchezza. Di certo è qualcosa che non possiamo controllare: il tempo può essere buono o cattivo, freddo o caldo e bisogna adeguarsi ogni volta a quello che si trova. Non è mai la stessa cosa e questo ha due lati della medaglia: può stressarti ma può anche essere il bello di questo sport. Non sai mai cosa ti aspetta, e questo credo ormai di averlo capito abbastanza bene”.

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