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Andrey ha vinto il suo primo titolo della stagione a Doha. Il russo è consapevole dei progressi fatti di recente e vuole mantenere lo stesso mood positivo. E come aiuto, imitando il capitano dei Golden State Warriors di NBA, si è scritto la parola ‘responsibility’ sulle scarpe
di Tiziana Tricarico | 23 febbraio 2025
Come il connazionale ed amico Andrei Medvedev, anche Andrey Rublev non era mai riuscito a conquistare per due volte lo stesso trofeo, ma sabato a Doha ha sfatato il tabù. “Sì, è incredibile. Non mi era mai successo prima, è vero - ha detto il 27enne moscovita -. Mi è capitato di arrivare in finale un anno e conquistare il trofeo un altro, o il contrario, ma non ho mai vinto due volte nello stesso posto. Qui ho raggiunto la finale nel 2018 prima di vincere nel 2020. E ora ho un’altra volta in mano il trofeo del vincitore. Inoltre questo è il primo anno in cui è un ‘500’, quindi è ancora più speciale”.
Rublev ha iniziato la stagione provando a cambiare qualcosa nel proprio tennis, e a Doha si sono visti i risultati: “Questa settimana sembra che questi cambiamenti inizino a funzionare. Vedremo. Forse sono sulla strada giusta. L'importante ora è mantenere la convinzione di credere in me stesso e in quello che sto facendo. Questa fiducia mi ha portato al titolo di Doha. Conto anche sulla mia team, perché a volte quando inizi a vincere si diventa ciechi, in un certo senso. Si finisce per pensare che sia normale e si vuole sempre di più, niente è mai abbastanza. Quindi bisogna tenere a mente che si sta facendo ciò che si deve fare per arrivare alla meta. Bisogna prestare attenzione a ogni dettaglio per continuare a vincere”.
Dopo due set molto combattuti, il terzo è stato a senso unico: “Era una partita difficile per entrambi perché avevamo avuto due prime frazioni abbastanza lunghe. Inoltre, Jack aveva finito molto tardi la sua semifinale il venerdì. Abbiamo iniziato con degli scambi lunghi ma avevo l’impressione che stessimo commettendo degli errori strani. Penso che sia perché eravamo stanchi anche mentalmente". "
Quando sono andato in bagno, sono riuscito a rilassarmi e mi è sembrato di recuperare le energie. In ogni caso, ho iniziato a giocare meglio. Allo stesso tempo, sentivo Jack sempre più stanco. Ha iniziato ad accorciare gli scambi. Quando l'ho brekkato l'ha presa male e ha iniziato a giocare meno bene, mentre io giocavo meglio”.
A Doha sulle scarpe di Andrey c’era scritta a penna la parola ‘responsibility’, responsabilità: “All'inizio l’avevo scritta sul polso. Ma non è facile trovare una penna che scriva bene su quella parte del corpo. Poi l'ho scritta su un dito. Ma che fosse sul polso o su un dito, dopo qualche game il sudore cancellava tutto. Poi ho visto un video di Stephen Curry in cui parlava delle cose che possono aiutarlo, degli strumenti che usa. Uno di questi era scrivere messaggi a sé stesso sulle scarpe. Gliel'ho rubato. Sulle scarpe non si possono cancellare. Ogni volta che le indossi, vedi il messaggio, quindi è perfetto. E ho scelto una parola che mi aiuta”.