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Matteo e Vincenzo, una storia vincente che non finisce qui

Dentro ai due messaggi, quello di Berrettini come quello di Santopadre, c'è tanta sostanza. C'è tanta stima reciproca e c'è un affetto profondo. Ma c'è pure una capacità non comune di comunicarlo. Qualcosa che savalca i social media manager per essere scritto direttamente dalle mani degli interessati

30 ottobre 2023

Visto l'annuncio (via social, e dove se no?) di Matteo Berrettini e la risposta (idem) di Vincenzo Santopadre, l'impressione generale è che questa separazione tra allievo e coach – in attesa che i due eventualmente raccontino qualche dettaglio in più – sia andata liscia come l'olio. Naturale come certi rapporti che si mantengono nel tempo, ma che a un certo punto hanno bisogno di qualche cambiamento. Discorso che va amplificato nel momento in cui non parliamo di amicizia (o meglio, non soltanto) bensì di lavoro. Dentro ai due messaggi, quello di Matteo come quello di Vincenzo, c'è tanta sostanza. C'è tanta stima reciproca e c'è un affetto profondo. Ma c'è pure una capacità non comune di comunicarlo. Qualcosa che scavalca i social media manager per essere scritto direttamente dalle mani degli interessati. Cosa rara, oggi.

Coach Santopadre, Berrettini e il mental coach Massari dopo la vittoria dell'ATP di Stoccarda

Ma cosa resta, dunque, al termine di questa doppia comunicazione? Resta un percorso straordinario, che loro stessi raccontano meglio di ogni giornalista, in poche righe. Un percorso che lungo 13 anni ha attraversato momenti meravigliosi e altri difficili, ma che ha portato in dote qualcosa di eccezionale persino per questo momento d'oro del tennis italiano. Un allenatore alla prima vera esperienza con un professionista di alto livello ha portato un ragazzo adolescente e non particolarmente brillante nelle categorie under a diventare 'The hammer': numero 6 al mondo, in finale a Wimbledon, eccetera eccetera. Cosa farà Berrettini lo vedremo, a partire dalla prossima stagione. Ma sarà interessante anche capire cosa farà Santopadre, visto il bagaglio di esperienze e di emozioni che questo periodo accanto a Matteo porta con sé.

Vincenzo è stato un ottimo giocatore, numero 100 Atp come best ranking, frutto di un tennis che poteva sembrare antico e che invece era semplicemente fatto di classe e talento. Poi ha saputo – da persona intelligente quale è – imparare lungo il percorso per diventare un allenatore di fama internazionale. Un esempio per chiunque, per umiltà, dedizione, capacità di ascoltare e di insegnare. Con parole semplici e risultati importanti. Ora ha un capitale di esperienza che può essere messo al servizio di chiunque, in più ruoli. Quello di coach, certo. O quello di super coach, se così vogliamo chiamare quello che una volta era il supervisore, o forse il mentore. Del resto sul 'mercato' tennistico, c'è sempre necessità di figure di qualità, e allo stesso tempo di italiani giovani in gamba non ce ne sono mai stati tanti come ora. Senza uscire da Roma, la sua città, Santopadre potrebbe trovarne qualcuno a pochi chilometri di distanza.

Vincenzo Santopadre giocatore (e top 100 Atp)

La storia lavorativa fra Santopadre e Berrettini è – in definitiva – una storia vincente che non finisce qui. A meno che Vincenzo a un certo punto preferisca dedicarsi alla famiglia e smettere di viaggiare. Ma anche in quel caso, le sue competenze sarebbero utili eccome per un altro tipo di formazione. La storia fra allievo e maestro non finirà – stando alle parole dei diretti interessati – perché in futuro potrebbe pure (ri)sbocciare in un'accademia al servizio dei talenti di domani. Ma per quello, come ha scritto Vincenzo, ci sarà tempo. Oggi è il momento di ringraziarli per quello che hanno dato al tennis italiano, attendendo (da entrambi) con una certa impazienza di scoprire i prossimi passi. Chissà che dietro l'angolo non ci sia un altro futuro top 10 azzurro che ancora non sa di esserlo, e che attende un Santopadre per capire meglio quale sia la strada. 


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