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Reduce da otto mesi di stop in seguito a una delicata operazione chirurgica al polso sinistro, ora per Giulio Zeppieri è arrivato il momento di ripartire. Il 23enne mancino, sceso al n.360 del ranking Atp ma con un best ranking di 110 nel gennaio 2024, è tornato finalmente a giocare. Ecco come lo vede il coach
02 marzo 2025
Fra i tanti talenti italiani della nuova generazione, nati tra il 2001 e il 2003, c’è un ragazzo su cui in tanti avevano puntato ma che per varie ragioni, tra cui una buona dose di sfortuna, sta ancora cercando la giusta rotta per guadagnarsi un posto nell’Olimpo del tennis.
Reduce da otto mesi di stop in seguito a una delicata operazione chirurgica al polso sinistro, un intervento necessario per tornare a giocare con serenità e senza dolore, ora per Giulio Zeppieri è arrivato il momento di ripartire. Il 23enne mancino, sceso al n.360 del ranking Atp ma con un best ranking di 110 nel gennaio 2024, è tornato finalmente a giocare nelle scorse settimane e ha già trovato un risultato di prestigio, con una semifinale nel Challenger 100 di Coblenza, in Germania.
Per fare il punto sul suo recupero abbiamo sentito coach Massimo Sartori - lo storico allenatore di Andreas Seppi - che lo segue da ormai due anni. In questi giorni Zeppieri è volato negli Stati Uniti, accompagnato da Tommaso Castagnola e dal preparatore atletico Massimiliano Pinducciu, per giocare le qualificazioni a Indian Wells, al Challenger di Phoenix e a Miami, provando a bussare alle porte del circuito mondiale, porte che solo la sfortuna gli ha precluso. “Perché - come ci conferma il 57enne coach vicentino - Il tennis per competere ad alto livello lui ce l’ha”.
Sartori, un’operazione chirurgica al polso sinistro necessaria per tornare a giocare senza dolore e con serenità, poi uno stop di otto mesi. Cosa è successo a Zeppieri?
“A Parigi, lo scorso anno, Giulio ha avvertito un fastidio e ha capito di avere un problema serio. Abbiamo provato ad andare avanti per avere un quadro più preciso della situazione ma dopo i Challenger di Perugia e Sassuolo abbiamo capito che era necessaria un’operazione”.
E avete scelto di andare in Spagna.
“Sì, abbiamo deciso di comune accordo di portarlo dal professor Angel Ruiz Cotorro, il medico della Nazionale iberica e che si è visto spesso nel box di Rafa Nadal. È il dottore che ha operato quasi tutti i giocatori che hanno avuto problemi al polso ed è quello che dava più garanzie per la buona riuscita dell’intervento. C’era l’idea che potesse avere un problema sia ai legamenti che all’osso; è stato necessario intervenire sull’osso mentre, fortunatamente, il legamento non era rotto. È stato un percorso abbastanza lungo”.
Operazione riuscita dunque. Il recupero?
“Sta ancora recuperando, però almeno ora riesce a giocare. Parlando di ‘Zeppo’, ripeto spesso la parola ‘speriamo’, perché la verità è che stiamo vivendo giorno per giorno”.
Però, al rientro, nel Challenger di Coblenza, è arrivata una bella semifinale. Se lo aspettava subito un risultato del genere?
“In Germania aveva comunque un po’ di fastidio alla mano, ma abbiamo deciso di spingere un po’ di più, mentre in Australia eravamo andati solo per capire cosa sarebbe successo (sconfitto da Passaro al 1° turno di qualificazione per 6-3 7-6, ndr). 'Zeppo' ha una grande capacità ed è quella che se sta bene, va in campo e gioca per vincere, senza nessun problema. Non è uno di quelli che necessita di molti match come rodaggio, in questo è piuttosto forte. Devo fare i complimenti al lavoro che è stato fatto dal team e soprattutto a lui che è un ragazzo veramente in gamba”.
Zeppieri si allena già da un paio di anni con lei a Vicenza, giusto?
“Esatto, prima non lo conoscevo così bene ma in questo periodo è cresciuto molto. Parlando di lavoro, nell’ultimo anno si è preso la responsabilità di portare avanti tutto quello che gli mancava e ha lavorato tantissimo per arrivare nei top 100, obiettivo mancato solo a causa dell’infortunio”.
Giulio, a un passo dalla top 100, ci era già arrivato all’inizio del 2024.
“Già, avevamo una programmazione mirata a portarlo nei primi 100 già nel settembre del 2023. Poi è successo che nel luglio di quell’anno siamo andati insieme a giocare il Challenger 75 a Karlsruhe (Germania). In finale stava dominando il cileno Alejandro Tabilo ma, vinto il primo parziale per 6-2, ha avuto una brutta storta alla caviglia che lo ha costretto al ritiro. Era un match che avrebbe vinto perché stava dominando l’avversario. Il recupero è stato lungo e non semplice e ci ha portato via un paio di mesi”.
Massimiliano Pinducciu e Massimo Sartori (Foto di Lorenzo Vittori e Loredana Berguecio Bertolini)
La carriera di Zeppieri sembra un percorso a ostacoli.
“Vero, ed è per questo che in questi anni abbiamo lavorato tanto sul rinforzare il suo corpo. Oggi è cambiata la qualità del suo fisico e devo fargli i complimenti perché ha lavorato tanto ed è stato veramente bravo”.
Da un punto di vista emotivo, come ha reagito Giulio a tutti questi inciampi?
“Come si sa, gli infortuni ti fanno riflettere. La sua forza è quella di aver ‘scelto’ di giocare a tennis. Ci ha messo la faccia per cambiare e nell’ultimo anno più che mai. Adesso è tranquillo, se ha la fortuna di stare bene e di prendere un po’ di ritmo può andare avanti”.
Durante la preparazione invernale, su cosa avete lavorato?
“Abbiamo concentrato i nostri sforzi su alcuni, per me importanti, cambiamenti tecnici. Mi riferisco soprattutto all’esigenza di cercare meglio la palla. Lui la cercava molto alta e poi tirava delle ‘stecche’ fortissime di diritto: probabilmente, anche per questo alla fine la mano ha ceduto. Così facendo, poi, il colpo risultava non pulito. Oggi invece cerca molto di più la palla e si posiziona meglio. Adesso, di diritto, è capace di fare male anche colpendo dal basso”.
Dalla parte del rovescio invece?
“Avevamo l’esigenza che lui tirasse un po' più forte, con un po' più di taglio invece che solo piatto e anche lì è migliorato molto”.
Servizio?
“Qui lui partiva già da una base molto valida, ma abbiamo cercato di insegnargli a usare tutti gli angoli. Adesso stiamo lavorando per portare il suo gioco verso la rete e a giocare meglio il back. Però la cosa di cui abbiamo più bisogno non è un colpo specifico ma la continuità. Il tennis per puntare in alto lo ha, adesso è importante anche fare punti”.
Giulio Zeppieri (foto Maiozzi/FITP)
I risultati migliori di Zeppieri sono arrivati sulla terra rossa, ma lui ha un tennis che si adatta molto anche al cemento. È d‘accordo?
“Vero, ma quando è arrivato da noi era un giocatore da terra rossa. Anche perché aveva sempre dolori al ginocchio e giocare sul rosso lo facilitava. Invece sono convinto che lui giochi nettamente meglio sul cemento”.
Negli Slam Giulio ha sempre un impatto positivo e sembra amare le sfide ‘tre su cinque’.
“Sì. Lo scorso anno ha superato le qualificazioni in Australia e perso al 2° turno al 5° set contro Norrie giocando un gran match. Così come a Parigi, dove dopo essersi qualificato, ha perso ancora al 2° turno contro Kokkinakis sempre al quinto set. Non c’è dubbio, quel livello, tennisticamente parlando, lui ce l’ha”.
Quindi cosa gli manca?
“Serve un po’ di fortuna per stare lontano dagli infortuni e poi la chiave sta tutta nella continuità, che è quello che gli è mancato negli ultimi anni. Giocare due o tre settimane di tornei consecutivamente, poi un po’ di allenamento e quindi riposo e ricominciare così. È questa la routine che ci serve per risalire la classifica. Il sogno sarebbe quello di disputare un’intera stagione senza infortuni… speriamo”.
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