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“Se quel Sinner magro magro che pensavo scarso non m'avesse battuto magari oggi giocava i Challenger...”

Il racconto di Steve Johnson di Roma 2019, quando Jannik vinceva il secondo match sul circuito ATP. Il giudizio dell’americano era stato negativo, oggi ci ride sopra

di | 28 novembre 2024

Steve Johnson

Steve Johnson

I tennisti yankee vanno a clan, a gruppetti, come gli amici di scuola, passano all’università e quindi sul circuito pro, ma la sera condividono la Playstation, la partita di basket alla tv, la pizza, gli hot dog, qualche bevanda che non dovrebbero nemmeno guardare, e tante risate. Succede anche che parlino di sport, di esperienze e a uno di questi raduni scanzonati, in canottiera e pantaloncini corti, a Steve Johnson è tornato in mente il numero 1, quell’italiano magro magro, coi capelli rossi, che non aveva mai visto, di cui non sapeva proprio nulla, che, a sorpresa, gli fece la festa. Succede anche che queste chiacchierate, ai tempi nostri, diventino Podcast e, a “Nothing Major”, il 34enne ex 21 del mondo del 2016 oggi 1000 ha raccontato quella sfida agli Internazionali d’Italia 2019. 

STRANO DISAGIO
All’epoca, l’altoatesino era appena 263 del mondo e il californiano 59. “Penso che fosse intorno al 2018 o 2019, credo di essere stato fra i primi quaranta al mondo e stavo giocando il primo turno a Roma, dove storicamente non ho mai fatto bene. Non so se vi è mai capitato di provare queste sensazioni. Magari, se avessi giocato contro un italiano di 27 anni sarei stato più a mio agio. Ma quando giochi contro uno che forse ha 17 anni e di cui non avevi mai sentito parlare prima? Non mi ero mai documentato su un avversario tanto più giovane di me, mi sembrava come se non fosse del nostro mondo, non avevo mai seguito la classifica junior, come se non fosse una cosa importante. L’ho sottovalutato”. 

Che errore, caro, Steve, quel 12 maggio, chi c’era, ricorda benissimo il giovanissimo italiano che firmava la seconda vittoria in assoluto: “Sono entrato in campo, il ragazzo era alto circa 1 metro e 90, sui 50 chili appena, era super magro, e pensavo: 'Questa cosa potrebbe mettermi a disagio'“. 

Ho avuto qualche dubbio, qualche pensiero strano, ero inquieto. Ho cancellato in fretta: “'Tutto ciò a cui devi pensare è: devi vincere, giusto?Non puoi fare brutta figura proprio sul Centrale”. Ho vinto il primo set per 6-1 ma quello nervoso ero io anche se lui non era stato così bravo'”.

Jannik Sinner vincitore su Steve Johnson al primo turno degli Internazionali BNL d'Italia 2019

Jannik Sinner vincitore su Steve Johnson al primo turno degli Internazionali BNL d'Italia 2019

SORPRESA
"Poi perdo male il secondo set e nel terzo cerco solo di vincere e di trovare un modo. Mi dico: 'Per favore, vinci'. Dovevo trovare un modo. Poi, non ricordo bene: forse servo per il match, ho avuto match point. Ma alla fine perdo 7-5, credo”. In realtà era talmente in confusione contro quel ragazzino che picchiava duro e correva da tutte le parti del campo col cappellino calcato in testa come un elmetto che l’americano, nel terzo set, era stato in vantaggio 4-1 ed aveva avuto un match point sul 5-3. Per Jannik era la seconda vittoria in assoluto sull’ATP Tour dopo quella al primo turno di Budapest – ad aprile – su Valkusz.

Ma ricorda benissimo che cosa pensò poi, negli spogliatoi: “Ho chiamato subito il mio agente e gli ho detto di cancellare i miei impegni successivi. Volevo ritirarmi dal tennis. Non potevo accettare la vergogna di perdere contro Sinner. Gli ho detto che ero stato sconfitto da un ragazzino di 17 anni che faceva schifo, era terribile…”. Anche se proprio le persone più vicine gli suggerivano di ripensarci: “Sia il mio allenatore, che era con me perché sarebbe arrivato il giorno dopo, che il mio agente, Sam (Duvall), che anche altri allenatori che avevo interpellato, mi ripetevano di dare tempo a Jannik. Erano tutti convinti che quell’italiano mingherlino sarebbe diventato un grande giocatore, mentre io ero proprio sicuro che avrebbe vinto solo una partita nella sua vita e che sarebbe stata quella contro di me. La vergogna mi stava divorando”. Steve, che in carriera ha comunque firmato 4 titoli, non riusciva proprio a darsi pace per la sconfitta. La vera sorpresa è arrivata poi: “Chi immaginava che a quattro-cinque anni  di distanza lo avremmo ritrovato a guadagnare 100 milioni di dollari l’anno, a vincere Slam e ad essere per distacco il miglior giocatore al mondo? ”

Steve Johnson in azione (foto Getty Images)

Steve Johnson in azione (foto Getty Images)

CONSOLAZIONE
La ferita fa ancora un po’ male a Johnson: “Non è stato uno dei miei momenti migliori nel tennis, ma alla fine sono felice di essere una nota a piè di pagina nella carriera molto, molto bella di qualcuno. Quest’anno Sinner ha guadagnato  circa 16 milioni di premi. E poi al Six Kings Slam ne ha fatti altri 6 e mezzo. E questo ad appena 23 anni e mezzo. Senza contare il bonus pool da numero uno. Scommetto che solo quest’anno si mette in tasca 50 milioni, tutto compreso. E di sicuro se la gode un mondo. Io sono contento di essere una nota nella sua carriera, magari se non vinceva con me la sua carriera avrebbe preso una traiettoria diversa e adesso era a giocare nei Challenger…”.


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