-
Atp

Shapovalov e le promesse mancate: sarà stato un abbaglio?

Una carriera dignitosa, nulla di straordinario (eccetto la Davis, che però non ha vinto da solo). Tanto da far nascere una domanda: nell'analisi delle possibilità del canadese, ci saremo tutti fatti trarre in inganno dalla bellezza dei gesti? La domanda resta appesa, anche se delle attenuanti generiche ci sono

19 agosto 2023

La notizia ormai è passata quasi inosservata, come per quei giocatori che – siano in campo o meno – non lasciano una traccia particolare del loro passaggio. Eppure, il fatto che Denis Shapovalov non prenda parte ai prossimi Us Open (causa problema al ginocchio), dovrebbe non lasciare totalmente indifferente chi ama il bel tennis. Il fatto è che Denis, da qualche tempo, ha smesso di essere quello che era: la Next Big Thing del tennis mondiale.

Del resto ha 24 anni, che non sono tanti ma che lo fanno sembrare un vecchietto al cospetto degli Alcaraz, dei Rune, dei Fils, persino dei Sinner. E in più si ritrova fuori dai top 20, lui che è già stato nei top 10. Definirlo in parabola discendente, forse, è un po' esagerato. Dire che probabilmente rischia di non mantenere le enormi attese che aveva generato, invece, è quasi doveroso.

Se riavvolgiamo il nastro, di Shapo si comincia a parlare seriamente nel 2017: vuol dire sei anni fa, quando il ragazzo sta diventando maggiorenne. Prima se ne parla per un fatto negativo, la pallata scagliata nell'occhio dell'arbitro di sedia Arnaud Gabas nel match di Davis contro la Gran Bretagna. Pallata del tutto involontaria, ma tale da costringere il giudice di gara al ricovero in ospedale, con conseguente (ovvia) squalifica del talento canadese. Denis è un ragazzo che deve maturare, ma il suo tennis incanta, con quel rovescio mancino a una mano che delizia gli esteti. Il problema sono i risultati. O almeno, i risultati da un certo livello in su. Sempre nel 2017 si qualifica per la prima edizione delle Next Gen Atp Finals a Milano, ma non riesce a superare il girone in cui c'erano pure Rublev, Chung e Quinzi.

Gli si dà tempo, chiaramente. E ci mancherebbe, visto che parliamo di un teen-ager. Il punto è che spesso, nei mesi successivi, si intuisce che manca qualcosa a livello di concretezza, per agguantare il vertice del circuito, per dare fastidio davvero ai big. Con i quali gioca alla pari, ma solo a sprazzi. Negli Slam, per esempio, fin qui il miglior risultato è la semifinale di Wimbledon 2021, con i quarti in Australia e agli Us Open a fare da contorno. Titoli Atp? Fin qui uno, Stoccolma 2019. Tutto dignitoso, nulla di straordinario (eccetto la Davis, che però non ha vinto da solo). Tanto da far nascere una domanda: nell'analisi delle possibilità del canadese, ci saremo tutti fatti trarre in inganno dalla bellezza dei gesti? La domanda resta appesa, anche se delle attenuanti generiche ci sono. Per esempio gli acciacchi: Shapo non ha un fisico bestiale e più volte ha avuto bisogno di fermarsi per piccoli tagliandi. Con un occhio di riguardo anche all'aspetto mentale, in particolare nel periodo della sospensione del Tour causa pandemia.

Tecnicamente il canadese vanta dei fondamentali di altissima qualità, almeno se sono visti da lontano. Visti da vicino, rischiano di essere effettivamente più belli che utili. Col rovescio spesso perde campo, col diritto difficilmente comanda, col servizio non ha percentuali da top 10. Fa tutto molto bene, nulla da campione (ammesso che i campioni siano quei pochi che si contendono gli Slam). Il punto, per chi lo segue, è capire che adesso non sarebbe onesto chiedergli più di quello che può dare. Per esempio di vincere uno Slam così, dal nulla.

Il punto, per lui (che ha un matrimonio in vista), è capire che a 24 anni si è sempre in tempo per quei progressi – tecnici, tattici, mentali e fisici – che fin qui per varie ragioni non sono arrivati. C'è già chi sostiene che con l'arrivo di Alcaraz e della generazione dei nati dopo il 2000, uno come Denis sia già fuori tempo massimo. C'è invece chi crede che un exploit, almeno uno, sia ancora alla sua portata. Stare da una parte o dall'altra, in questo momento, è una scelta nella quale pesa come mai la voglia di bellezza. Perché almeno una volta, contro ogni pronostico, sia quella a prendersi il palcoscenico.

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti