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Sinner, Cahill, Agassi: paragoni, pensieri e parole

Darren Cahill dovrebbe terminare la sua carriera da coach a fine 2025, per dedicarsi alla famiglia. E allora si è scatenato il toto-nomi, per capire chi potrà affiancare Simone Vagnozzi all'angolo di Jannik. Tra i più citati, Andre Agassi: ecco perché

di | 28 gennaio 2025

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Quando Darren Cahill è entrato a far parte del team di Jannik Sinner, era il giugno 2022, l'attuale numero 1 del mondo era ancora un campione in formazione. Era numero 12 al mondo, aveva già raggiunto i top 10 in precedenza, ma stava cercando di capire come si fa ad arrivare lassù in vetta. Dove è adesso. La premessa per dire che, contrariamente ad allora, oggi Jannik si può considerare un giocatore completo e una persona matura. Uno che in teoria non avrebbe necessariamente bisogno di avere a fianco un super coach, quando l'australiano saluterà il gruppo (pare, a fine 2025, quando Jannik avrà 24 anni e mezzo). 

Tanto più che Simone Vagnozzi resta al suo fianco nel ruolo di attore principale, se parliamo dell'apporto alla creazione del fenomeno Sinner, nel processo che si realizza day by day. Proprio il tecnico ascolano, tuttavia, ha sottolineato che un giocatore così, con le esigenze che ha, difficilmente può essere gestito in solitudine (“mia moglie non sarebbe d'accordo”, le parole esatte del marchigiano). E allora, da quel momento, è partito il toto-nomi: chi troveremo, insieme a Simone, all'angolo dell'altoatesino nel post-Cahill?

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Detto che lo stesso Sinner ha ribadito a più riprese che proverà a convincere l'australiano a rimandare i propositi di pensione (con quali risultati, non è dato sapere), uno dei nomi comparsi sui media durante il primo Slam stagionale è stato quello di Andre Agassi. Suggestione importante, per tanti motivi. Non ultimo, perché Cahill ha seguito il Kid di Las Vegas nella parte finale della carriera, portandolo a diventare il più anziano numero 1 del mondo (oltre i 33 anni), prima dell'avvento dei Fab Four. 

Agassi, da allenatore (o meglio, da super coach), ha invece seguito Novak Djokovic per un breve periodo fra 2017 e 2018, salvo poi farsi da parte. Ma tornando a Cahill, è stato proprio il tecnico aussie a suggerire la legittimità di un paragone, fra Jannik e Andre: “Non esistono giocatori uguali, che vedono il match alla stessa maniera, ma per certi versi si somigliano. Casualmente, ho parlato con Andre proprio di Jannik scoprendo che è un suo grande fan: adora come gioca e pensa che possa migliorare ancora molto”.

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Sono bastate queste parole e la stampa internazionale si è scatenata. Ma cosa pensa, Jannik, di Agassi? “Con Darren – spiegava Sinner tempo fa a proposito del Kid – abbiamo studiato il rovescio di Andre: lo tirava molto forte, ma sapeva anche trovare angoli stretti. In sostanza sapeva fare tutto, con quel colpo. In un certo senso sì, c'è una qualche somiglianza, nell'altro senso è un paragone troppo impegnativo”. Ma la dichiarazione risale a metà 2023, e da allora qualche progresso l'azzurro lo ha fatto.

Parallelamente, Agassi - che ha premiato l'attuale numero 1 per la sua vittoria agli Us Open del settembre 2024 - non perde occasione per elogiare pubblicamente il 23enne altoatesino: “Mi piace la sua umiltà, mi piace il fatto che non esagera mai con le parole e sa sempre cosa dire. Ma la cosa davvero impressionante è come colpisce la palla”. Un suono, quello con cui Jannik accompagna i suoi colpi, che deve ricordargli un po' il suo, quando riusciva a rispondere ai servizi di Sampras e metteva in bacheca 8 Slam, su tre superfici diverse. E credo – ha aggiunto di recente – che sulla vicenda clostebol sia in totale buona fede. Non c'è motivo per giustificare tutto l'accanimento nei suoi confronti”.

Ad alimentare il paragone Sinner-Agassi, infine, anche due che qualcosa di tennis ne capiscono, che sono intervenuti nel corso della scorsa stagione. Uno è l'attuale presidente Atp, Andrea Gaudenzi: “Jannik mi piace per come affronta la partita, per come affronta i momenti importanti. Mi piace come risponde, e per come sta vicino alla riga di fondo mi ricorda molto Andre. Anche se al servizio è già meglio dell'americano”. L'altro è Richard Krajicek, l'olandese ex vincitore di Wimbledon (nel 1996) ed ex numero 4 al mondo, oggi direttore dell'Atp di Rotterdam: “Gli unici che possono ancora creargli problemi – ha detto – sono Alcaraz e Djokovic. Ma la somiglianza con Agassi a mio avviso è notevole, forse non a caso è stato scelto Cahill per completare il team”.

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