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Il top player greco ha raccontato i momenti più complicati vissuti nel 2024 e le ambizioni per la prossima stagione
di Tiziana Tricarico | 01 dicembre 2024
Ha definito un’esperienza umiliante l’essersi reso conto che non sarebbe stato tra i protagonisti delle Nitto ATP Finals di Torino, lui che il “torneo dei maestri” lo aveva vinto nel 2019 - quando si disputava ancora a Londra - a soli 21 anni ed alla sua prima partecipazione. Anche se a dirla tutta da allora, nelle quattro successive partecipazioni, per i motivi diversi non aveva mai più superato nemmeno la fase round robin. Sta di fatto che l’assenza di Stefano Titsipas ha rappresentato la chiusura coerente di un 2024 tennistico da archiviare il prima possibile.
“Non partecipare alle ATP Finals quest'anno è stato umiliante e mi ha insegnato il valore della resilienza e del guardare in prospettiva. Sto inseguendo la perfezione, ma ho capito non esiste dentro di me, e va bene così. Anche se la si vuole, non arriverà solo perché c'è quel pensiero: la vera differenza sta nel percorso e nell'impegno costante”, ha postato il 26ene di Atene. Il greco ha chiuso la stagione fuori dalla top ten (al n.11) in un anno in cui c'erano ancora grandi speranze per il suo gioco.
Se il titolo nel “1000” di Monte-Carlo, il terzo nel principato, battendo Sinner in semifinale e Ruud in finale (ma il norvegese si è preso la rivincita la settimana successiva nella sfida per il titolo a Bacellona), è stato un grande risultato, il resto della stagione è stato piuttosto deludente: gli ottavi all’Australian Open ed i quarti al Roland Garros gli unici altri risultati degni di nota.
“Stef” aveva chiuso il 2023 al sesto posto, dietro a Rublev, Sinner, Medvedev, Alcaraz e Djokovic. E tutto ci si aspettava dal greco tranne che un 2024 abbastanza anonimo (sempre fatte le debite proporzioni), segnato anche dalla rottura definitiva con papà Apostolos, dopo i cattivi risultati e i continui attriti venuti fuori durante le partite, e dall'ingaggio del tecnico greco di Coppa Davis Dimitris Chatzinikolaou come head coach. “Se devo dire qualcosa di positivo su quest'anno... è che sono molto orgoglioso di dove mi trovo ora, perché la mia mente è stata in posti molto difficili e non ero sicuro di essere in grado di continuare a giocare a tennis" , ha sottolineato Tsitsipas.
"Il tennis non era più importante per me, partecipare ai tornei non era più importante per me. È stato complicato perché non avrei mai immaginato di arrivare a questo punto, ma sono orgoglioso di me stesso per come ho gestito le situazioni perché non è stato facile. La cosa più sorprendente è stata andare a Monte-Carlo e vincere di nuovo il titolo, perché dentro di me non ero sicuro al 100% di poterlo fare a causa di tutto quello che stava succedendo. È stato molto emozionante…. Ciò non toglie però che questo sia stato l’anno più faticoso che ho trascorso nel circuito. Il nuovo concetto di Masters 1000 non va bene e non ho paura di dirlo perché è la mia opinione e vorrei contribuire a un calendario più adatto ai tennisti”.
Dopo un anno segnato dall’esplosione al massimo livello di Sinner e dalla conferma di Alcaraz, il greco ha perso anche contro i suoi più diretti rivali generazionali (Medvedev o Zverev) nella disperata rincorsa alle Finals, mentre la possibilità di conquistare uno Slam sembra essersi decisamente allontanata.
Diritto e servizio (che non sono più comunque quelli di un paio di stagioni fa, non bastano più a tamponare un rovescio sempre bello a vedersi ma decisamente poco consistente.
Da qui la necessità di cambiare per tornare a puntare in alto. E dopo la vacanza con Paula Badosa in un luogo non proprio usuale, l’Islanda, come sempre documentata sui social, è oramai tempo di rimettersi al lavoro per tornarci. “Il cambiamento non è necessariamente una cosa negativa - ha sottolineato -. È un processo che richiede pazienza e impegno, anche se i risultati non si vedono subito. Ho fiducia che questi cambiamenti mi porteranno dove voglio essere”.
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