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Uomini e donne: dalle battaglie dei sessi all'unità?

Un torneo che sostituisca Coppa Davis e Billie Jean King Cup dove uomini e donne possano competere insieme. È questa la proposta della leggendaria ex campionessa statunitense che sta facendo discutere gli addetti ai lavori

25 ottobre 2023

Se c’è una donna che non ha paura delle sfide, questa è certamente Billie Jean King. Il suo leggendario spirito di pioniera è stato raccontato migliaia di volte, soprattutto in prosa ma anche in un film (il blockbuster hollywoodiano con Emma Stone del 2017 “La battaglia dei sessi”). Come atleta ha fatto la storia del nostro sport. Dentro al campo, grazie ad un tennis tutto votato all’attacco, ha conquistato 78 titoli, di cui ben 39 del Grande Slam (12 in singolare, 16 in doppio e 11 nel misto). Fuori dai court non è stata da meno, vedasi la campagna per la parità dei premi tra maschi e femmine, senza dimenticare che è stata tra le fondatrici della Women's Tennis Association (Wta).

Come ai tempi dei suoi profondi diritti lungolinea, la rivoluzionaria californiana ama ancora lasciare di stucco gli avversari di turno. Ecco perché, quando lancia una provocazione o più semplicemente una proposta, le sue parole non vanno mai prese alla leggera.

Sempre in prima linea quando si tratta di diritti delle donne, la nativa di Long Beach che il prossimo 22 novembre spegnerà 80 candeline, ha recentemente scosso il mondo del tennis con una proposta inedita: “Penso che sarebbe davvero importante - ha detto l’ex tennista statunitense - avere una Coppa del Mondo. Una competizione con un format comprensibile per tutti. Una sfida tra nazioni. La vorrei con uomini e donne insieme perché al pubblico piace quando siamo tutti insieme”.

“A me questo sport sta a cuore - ha concluso la King, a cui è stato intitolato il National Tennis Center di New York -, mi sta a cuore la Coppa del Mondo, vorrei che ci sedessimo e cercassimo di trovare una soluzione, in modo che alla fine tutti ne traggano beneficio“. 

Ora, se ad avanzare una proposta che in un colpo solo farebbe piazza pulita di quasi 200 anni di storia del tennis fosse stato un commentatore qualsiasi, la questione sarebbe stata presto derubricata a chiacchiera da bar, visto anche che non esiste ad oggi uno sport con una Coppa del Mondo unisex (anche se in realtà in Formula 1 il regolamento lo consentirebbe), ma lo spessore e la credibilità di un’autentica leggenda della racchetta costringerà probabilmente gli addetti ai lavori a prenderla comunque in seria considerazione.

Che la competizione maschile nata nel 1899 per volere di quattro membri della squadra di tennis dell’Università di Harvard, tra cui Dwight Filley Davis che l’anno successivo ne formulò il regolamento, abbia qualche problema a ritrovare una sua identità è cosa nota ma, con i suoi 123 anni di storia, vanta ancora un appeal invidiabile, capace di sedurre tanti top player (un esempio su tutti, l’attaccamento alla maglia del n.1 al mondo Novak Djokovic).

La coppa in rosa, già Fed Cup e che, paradossalmente, oggi porta proprio il suo nome, di candeline ne ha spente 60 e tra le due è quella che certamente incontra i problemi maggiori. Le BJK Cup Finals che si terranno a Siviglia dal 7 al 12 novembre, infatti, non vedranno al via molte top player vista anche - o soprattutto - la “concorrenza” delle WTA Finals che si disputeranno la settimana prima a Cancun in Messico.

Detto questo, i tornei misti non sono certo un’eresia nel tennis. Anzi. Basti pensare che il primo titolo Slam “mixed doubles” fu assegnato allo US Open nel lontano 1887 (vinsero L.Stokes e Joseph Clark), mentre per vedere la prima coppia mista trionfare a Wimbledon bisognerà aspettare 26 anni, edizione del 1913, quando ad alzare il trofeo furono Agnes Tuckey e Hope Crisp (la signora Tuckey, a cinquant'anni, nel 1931 e nel 1932 partecipò ai Championships con il figlio Raymond, unico caso di coppia genitore-figlio).

All’Australian Open, il primo titolo misto venne assegnato nel 1922 ed andò a Esna Boyd Robertson e John Hawkes. Tre anni più tardi (1925) anche al Roland Garros si assegnò la coppa di specialità e a vincere fu un duo leggendario, visto che a fianco del moschettiere Jacques Brugnon giocò una certa Suzanne Lenglen.

Grandi Slam a parte, non si può non citare la Hopman Cup, torneo a squadre nazionali miste andato in scena in Australia fino al 2019. Questo torneo viene spesso citato nei libri di storia del tennis, oltre che per la sua rilevanza sportiva, anche per aver visto in campo insieme, nell’edizione del 2002, sua maestà Roger Federer e la sua futura consorte Mirka Vavrinec.

La Hopman Cup non si è tenuta nel 2020 quando è stata sostituita dalla Atp Cup (competizione a squadre solo maschili), che però ha avuto vita breve e nel 2022 è stata soppressa. Il torneo intitolato al tennista australiano Harry Hopman, è tornato in calendario nel luglio 2023 dopo tre anni di assenza, ed è stato giocato la settimana successiva a Wimbledon, sulla terra rossa dello storico Lawn Tennis Club di Nizza: l'accordo è per portarlo avanti almeno fino al 2027. A vincere è stata la coppia croata formata da Borna Coric e Donna Vekic.

Tra dicembre 2022 e gennaio 2023 è arrivata infine la United Cup, torneo misto che inaugura la stagione con sede in tre diverse città australiane (Brisbane, Perth e Sydney) che vede impegnati i giocatori di 18 nazioni per undici giorni in preparazione degli Australian Open. La prima edizione è stata vinta dagli Stati Uniti in finale proprio sull’Italia.

Detto tutto questo, perché uomini e donne dovrebbero giocare nello stesso tabellone una volta di più? E perché l'unificazione viene sempre più citata, dall'avvento della pandemia a oggi? Intanto, a parlare di un tennis unito è stato prima di tutto l'attuale presidente Atp, Andrea Gaudenzi, che in più occasioni ha sostenuto di voler spingere per questa direzione.

Ovviamente si parla - in quel caso - di vendita di diritti, di mercati, di strategie. Non certo di Davis (peraltro sotto la giurisdizione dell'Itf). Ma l'idea regna negli uffici dirigenziali e non si tratta di un qualcosa di evanescente, bensì di già presente in qualche modo. Certamente (anche grazie alla United Cup e ai sempre più numerosi tornei combined) in misura maggiore rispetto al passato. A trarne vantaggio, se si dovesse proseguire su questa strada, in teoria potrebbero essere tutti. Uomini e donne. Un'operazione win-win che forse permetterebbe al tennis di vivere un'ulteriore evoluzione. O almeno, è quello che pensa Billie Jean King. 


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