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Verso Torino: 1971, nasce il Wct e il Masters sbarca in Europa

A un anno dalla nascita del Grand Prix, ecco spuntare il Wct, il circuito del petroliere texano Lamar Hunt che rivaleggia a suon di milioni di dollari. Intanto il Masters sbarca in Europa e incorono Ilie Nastase.

di | 03 ottobre 2023

A un anno dalla nascita del Grand Prix, il mondo del tennis tiene a battesimo un secondo circuito. Si chiama World Championship Tennis ed è organizzato in prima persona dal petroliere texano Lamar Hunt. Il Wct prevede 20 tornei tra febbraio e novembre, più le finali di Dallas con i migliori 8 di una classifica dedicata. Trentadue i giocatori sotto contratto a spartirsi un montepremi complessivo di un milione di dollari.
Il campo dei partecipanti dei tornei Wct è nettamente superiore a quello del Grand Prix e lo spettacolo è di conseguenza migliore. Si parte da Philadelphia con la finale vinta in tre set da John Newcombe su Rod Laver. A marzo il circuito gonfia il petto per avere come tappa l'Open d'Australia e al White City Stadium di Sydney il più forte di tutti si dimostra l'intramontabile Ken Rosewall che a 36 anni e 4 mesi è capace di stritolare in finale il campione uscente Arthur Ashe. Per "Muscle" è il terzo titolo nello Slam di casa dopo quelli conquistati nel 1953 e 1955 quando il tennis è ancora affare privato tra dilettanti: il settimo in assoluto, ma il primo senza perdere set.
Il Grand Prix (32 tornei più il Masters), ancora sponsorizzato dalla Pepsi-Cola, prende avvio in aprile da Nizza con la vittoria di Ilie Nastase su Jan Kodes, successo che il rumeno bissa una settimana dopo al Country Club di Monte Carlo su Tom Okker, un giocatore nato ad Amsterdam dalle straordinarie doti di mobilità che passa alla storia con il soprannome di "olandese volante".
L'indomani Palermo è la prima città italiana a ospitare un torneo del Grand Prix, vinto dal britannico Roger Taylor sul transalpino Pierre Barthes. Dal capoluogo siciliano il tour si sposta a Catania (vittoria di Kodes su Goven), ma l'appuntamento clou sono gli Internazionali d'Italia, marchiati Wct. Se l'anno precedente, come torneo indipendente, il Foro Italico vede la presenza di appena due top 10 (Nastase vincitore e Pilic semifinalista), nel 1971 la troupe del magnate texano convoglia a Roma il fior fiore del tennis mondiale: sulle rive del Tevere arrivano 8 dei primi 10 del mondo e tutti i 32 campioni sotto contratto ad eccezione di Ken Rosewall.
E' una edizione kolossal con 7 delle prime 8 teste di serie qualificate per i quarti: l'unico fuori è Tony Roche, superato negli ottavi, al tie-break del terzo set, da Jan Kodes. Dai quarti tutte le sfide sono stellari: Ashe batte Emerson, Laver batte Smith, Okker batte Drysdale e Kodes batte Newcombe. Dalle semifinali si passa alla lunga distanza: Laver passeggia su Ashe (6-3 6-2 6-1) e Kodes ha la meglio in quattro set di Okker. Il giorno della finale è un monologo di Rocket, il famoso Rod Laver, che torna campione dopo il trionfo del 1962.

Al Roland Garros la finale è tra due specialisti della terra rossa e Kodes bissa il titolo dell'anno prima superando in quattro set un Nastase troppo sciupone e poco concreto. E' un torneo felice anche per l'Italia che vince per la prima volta la prova junior con Corrado Barazzutti, un friulano dal fisico indistruttibile che a fine anno conquista anche l'Orange Bowl, il classico appuntamento giovanile in Florida. All'Ambrosiano di Milano invece si mette in luce un quindicenne svedese: il suo nome è Bjorn Borg, ha il rovescio bimane e sbaraglia il campo dominando il torneo dell'Avvenire, un vero e proprio campionato mondiale under 16
Intanto, in vista di Wimbledon, scoppia la guerra con il Wct. Lamar Hunt pretende "sottobanco" per i suoi protetti e il controllo dei diritti televisivi. La federazione internazionale è intransigente e con una contromossa esclude dai tornei del Grand Prix i 32 giocatori sotto contratto con il texano. Sul Centre Court intanto è sempre festa: Rod Laver si ferma nei quarti contro Tom Gorman, Ken Rosewall invece, dopo aver dato spettacolo nei quarti contro Cliff Richey (4 ore e 5 set da cineteca), cede nettamente in semifinale da John Newcombe che va a vincere il suo terzo Wimbledon battendo in una finale molto intensa lo statunitense Stan Smith per 6-4 al quinto.
L'8 agosto a Senigallia il 21enne Adriano Panatta vince il primo titolo da professionista trionfando su Martin Mulligan, un australiano atipico, molto più forte sulla terra battuta che non sull'erba, di casa in Italia. Quella di Mulligan è una storia curiosa: a 22 anni, dopo la finale a Wimbledon, scappa nel Bel Paese, la terra dei nonni materni, per fuggire alle restrizioni della federazione australiana che impedisce a cinque giovani promettenti di giocare all'estero tra ottobre e aprile. Mulligan entra nel cuore degli italiani, vince per tre volte gli Internazionali al Foro Italico, diventa amico per la pelle di Pietrangeli, sposa una ragazza romana e infine gioca per gli azzurri in Davis.

A Forest Hills, sede dei campionati degli Stati Uniti, il campione uscente John Newcombe perde al primo turno da Jan Kodes e così Stan Smith vince il primo Slam proprio su Kodes. Non sazio di successi a ripetizione, Stan trascina gli Stati Uniti alla vittoria in coppa Davis contro la Romania a Charlotte. Sarà l'ultima edizione dell'insalatiera con la formula del Challenge Round.
L'ultima tappa del Wct è in Italia, a Bologna, e a vincere è ancora una volta Rod Laver su Arthur Ashe. I magnifici 8 volano in Texas (quarti e semifinali a Houston, big match a Dallas) per le finali (sono in gara 7 dei top 10 indicati da Lance Tingay, il giornalista inglese deputato a stilare il ranking di fine anno). Rosewall mette da parte i dati anagrafici e in finale impartisce una lezione di tennis allo storico rivale Rod Laver. La loro è una delle più importanti e fertili rivalità nella storia del tennis, iniziata nel 1963 con il passaggio al professionismo di Laver e conclusa nel 1977: i confronti diretti nell'Era Open sono 32 (24-8 per Laver), ma se si considerano anche i tornei pro il totale diventa 164 con un bilancio di 89 successi per Laver e 75 per Rosewall.
La stagione sta per volgere alla conclusione, manca solo il Masters del Grand Prix, circuito che vede Stan Smith (campione uscente) e Ilie Nastase primo e secondo della classifica finale. Saranno proprio loro, a Parigi, a contendersi il titolo in un girone all'italiana che vede al via anche Cliff Richey, Pierre Barthes, Jan Kodes, Zeljko Franulovic e Clark Graebner. Newcombe, sotto contratto Wct, finisce sesto nella classifica del Grand Prix, ma rifiuta l'invito per il Masters. Gli organizzatori sono convinti che Rosewall voglia prendere il posto di Newcombe e lo includono nel lotto dei partecipanti. Ma dopo la vittoria a Dallas, Rosewall si sente stanco, prende un volo per Sydney e torna a casa.
A Parigi va in scena un Masters poco emozionante. Il titolo di maestro va a Nastase che rischia soltanto nel match inaugurale contro Richey che non sfrutta due palle per salire 5-0 al terzo set prima di cedere 8-6. Nastase, scampato il pericolo, finisce imbattuto e la partita che gli assicura il successo è l'ultima del girone, il 5-7 7-6 6-3 inflitto a Stan Smith (secondo con quattro vittorie e due sconfitte) in quella che di fatto risulta essere la finale del torneo. Per Lance Tingay il numero 1 del mondo è Newcombe, secondo Smith, terzo Laver, quarto Rosewall e solo decimo Nastase.


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