-
Atp

Verso Torino: 1972, Nastase e Smith meglio di Laver e Rosewall

Il circuito è monopolizzato da due coppie d'assi: da una parte i giovani Ilie Nastase e Stan Smith, dall'altra le vecchie glorie Rod Laver e Ken Rosewall.

di | 04 ottobre 2023

La guerra fredda tra federazione internazionale, che gestisce il Grand Prix, e Wct continua per tutto il primo semestre abbondante del 1971. Chi è sotto contratto con Lamar Hunt è bandito dai tornei con più tradizione come Roma, Parigi e Wimbledon. Nascono due coppie di super assi: i tornei del Grand Prix diventano monopolio assoluto di Stan Smith e Ilie Nastase, quelli del Wct di Rod Laver e Ken Rosewall.
Con un intelligente escamotage, al fine di evitare le nuove disposizioni in vigore dal 1° gennaio, gli organizzatori dell'Open d'Australia fanno incominciare il primo Slam dell'anno a dicembre ed è un torneo destinato a passare alla storia perché sui verdi prati di Kooyong si impone, per la seconda volta di fila, il 37enne Ken Rosewall. Il piccolo maestro supera in finale Mal Anderson, che gli toglie di mezzo il favorito Newcombe, diventando il più anziano vincitore Slam dopo le imprese pionieristiche di Arthur Gore, Bill Larned e Bill Tilden.
Una carriera lunghissima, spalmata su tre decenni, fa di Ken Rosewall - otto titoli Slam, quattro negli anni 50 e quattro nell'era Open - uno dei pilastri inamovibili su cui poggia la storia del tennis. Madre natura gli offre una statura modesta (1,72 m), ma su tutto il resto è generosissima: coordinazione, sensibilità, timing sulla palla, rapidità di esecuzione e movimento, astuzia nel saper fare sempre la cosa migliore e tecnica sono soltanto alcune delle sue ineguagliabili qualità, come quella di eseguire il rovescio, suo marchio di fabbrica. Ma per "Muscle" questo di Melbourne non è l'ultimo grande successo perché Ken dei miracoli, quattro mesi dopo, batte ancora una volta il rivale di una vita, il 33enne Rod Laver.
Il teatro della super-sfida è Dallas, sede delle finali Wct; il 14 maggio, davanti a 7.800 spettatori, i due australiani incantano il pubblico. Nessuno vuole che cali il sipario e così Laver recupera nel quinto da sotto 4-1, annulla un match point con un ace e arriva a condurre al tie-break decisivo per 5-4 con due servizi a disposizione. Rocket serve per due volte sul rovescio di Muscle che lo fulmina con due risposte vincenti. E sul match point per Rosewall, è Laver a fallire la risposta. E' la partita più bella mai giocata, uno spot per il tennis di proporzioni gigantesche, seguito in tv da oltre 21 milioni di americani.
Intanto per un 37enne alle stelle e ancora all'apice della carriera, si fa largo un 19enne furioso che sfodera un potentissimo rovescio a due mani, tirato con una racchetta di metallo. Il giovane viene dall'Illinois, accompagnato da mamma Gloria e nonna Bertha, si chiama James Scott Connors e passa alla storia semplicemente come Jimbo. Si mette in evidenza in un circuito minore tenuto a galla da Bill Riordan che, sotto l'egida della federtennis americana, organizza una serie di tornei in giro per il paese. Il 16 gennaio Connors vince a Jacksonville il primo dei 109 titoli record, superando in finale Clark Graebner. Si ripete nell'anno altre cinque volte, collezionando allori su tutte le superfici, compresa l'erba aristocratica del Queen's.

A Des Moines c'è ultimo titolo della carriera per Pancho Gonzales che stabilisce un record destinato a durare in eterno. Tra i più dotati di talento tennistico di ogni epoca, ma anche tra i più penalizzati per la discriminazione tra dilettanti e professionisti (viene bandito dagli Slam per 18 stagioni, dal 1950 al 1967), Pancho alza al cielo l'ultimo trofeo a 43 anni e 8 mesi superando il francese Georges Goven che ha pochi mesi di vita quando l'indio, nel 1948, conquista per la prima volta i campionati degli Stati Uniti a Forest Hills.
In Italia si assiste al cambio generazionale: Corrado Barazzutti e Paolo Bertolucci debuttano in coppa Davis, Adriano Panatta diventa sempre più protagonista e Nicola Pietrangeli gioca a Bucarest, contro Ilie Nastase e Ion Tiriac, il suo 164° e ultimo match di coppa Davis.
Quando i riflettori della stagione puntano sulla terra rossa, ecco che a sorpresa si sveglia la Spagna in cerca di nuove stelle dopo quella lucentissima di Manolo Santana, grande antagonista di Nicola Pietrangeli e campione, oltre che sulla terra del Roland Garros, anche sull'erba di Wimbledon e di Forest Hills. Al Foro Italico primeggia un altro Manolo, il mancino Orantes, che costringe Kodes alla terza sconfitta consecutiva in finale; a Parigi la sorpresa è ancora più grossa perché la coppa dei Moschettieri finisce al 34enne Andres Gimeno che dopo una carriera intera trascorsa tra i pro, corona il sogno di una vita e iscrive il proprio nome sul più importante torneo su terra battendo in finale il transalpino Patrick Proisy.

Ma il 1972 passa alla storia soprattutto per i feroci duelli tra Stan Smith e Ilie Nastase: il californiano dal servizio bomba ha già sconfitto l'estroso rumeno in due finali stagionali (Salisbury e Hampton), ma è la finale di Wimbledon a dare splendore eterno alle loro gesta. E' una finale emozionante, bellissima, giocata per colpa della pioggia di domenica, in spregio al rituale, nella quale sono di fronte due stili di gioco completamente differenti, da una parte la potenza finalizzata al serve and volley, dall'altra l'agilità, la velocità e il tocco di un'artista puro. La meriterebbero entrambi: l'americano salva due break point nel quinto game del quinto set, poi il rumeno salva due match point sul 4-5 e ancora uno sul 5-6, ma alla fine a vincere è Stan Smith per 7-5 al quinto. Nastase domina l'estate, vince a Dusseldorf, l'Open del Canada e a South Orange senza perdere smalto. A Forest Hills, Wct e Itf firmano una simbolica pace e così nell'ultimo Slam della stagione ci sono tutti. Il destino vuole che in finale si fronteggiano Arthur Ashe - autore dell'eliminazione nei quarti del campione uscente Smith - per i "pro" e Ilie Nastase per i "puri". A vincere, in cinque set, è Nastase, finalmente diventato uno Slammer cioè un campione capace di aggiudicarsi un Major, ma Ashe ha tanto da recriminare dopo essere stato avanti 4-2 al quarto e con un break di vantaggio a inizio di quinto set.
Smith e Nastase si ritrovano ancora contro nella finale di coppa Davis a Bucarest. E' una battaglia estenuante: il primo punto va agli Stati Uniti e lo porta a casa Smith che conferma la finale di Wimbledon. Ma la Romania tiene botta e la sfida rimane in bilico fino alla fine. Una serie di errori arbitrali permettono a Tiriac di portare al quinto set uno stremato Smith che tiene di nervi riportando l'amata insalatiera in patria.
Il quinto e ultimo duello stagionale tra Nastase e Smith avviene a Barcellona, sede del Masters. Questa volta la formula è diversa: ci sono due gironi all'italiana da quattro giocatori ciascuno con semifinali incrociate e finale. I due gironi sono dominati da Nastase e Smith. In semifinale Nastase batte Connors mentre Smith è graziato da Gorman che si ritira per infortunio sul match point a favore. Nastase e Smith si ritrovano ancora una volta e duellare in finale con il rumeno che vince ancora in cinque set sfruttando la stanchezza dell'americano. Ma per Lance Tingay (il giornalista britannico non sa ancora che queste sono le sue ultime classifiche redatte prima dell'avvento del computer), il numero 1 del mondo è Stan Smith.

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti