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La stagione più gloriosa per l'Italtennis è il 1976: Adriano Panatta conquista gli Internazionali d'Italia e il Roland Garros, arrivando fino al numero 4 del mondo. E a dicembre gli azzurri conquistano la Coppa Davis.
di Luca Marianantoni | 08 ottobre 2023
Al Foro Italico Panatta sembra spacciato come in tutte le sue apparizioni al più importante torneo nazionale. L'avversario di primo turno, l'australiano Kim Warwick, arriva per undici volte al match point (in dieci occasioni con il servizio a disposizione), ma resiste e da 5-2, 40-15 sotto, vince 8-6 al tie-break. Poi si libera di Zugarelli e Franulovic, si avvantaggia del ritiro di Solomon nei quarti, mette ko Newcombe in semifinale e poi in finale stronca la resistenza e le rotazioni maligne di Vilas che manca tre set point consecutivi per approdare al quinto set. Così, il primogenito di Ascenzio, custode del TC Parioli, finisce sulle spalle dei tifosi e nelle braccia di Mario Belardinelli. E' lui l'ottavo re di Roma.
L'indomani Adriano parte per Parigi per debuttare contro Pavel Hutka: il ceco arriva al match point che Panatta annulla con un tuffo spettacolare prima di chiudere 12-10 al quinto. Passa di slancio su Kuki, Hrebec e Franulovic, poi c'è Borg. Il bilancio tra i due, al Bois de Boulogne, è un successo per parte: vittoria di Adriano negli ottavi del 1973 e sconfitta in semifinale nel 1975. La "bella" va a Panatta che firma il capolavoro attaccando e prevalendo al tie-break del quarto set su Borg appannato dai cinque lunghissimi set per piegare l'idolo locale Jauffret. All'italiano restano così due ostacoli: Eddie Dibbs in semifinale e Harold Solomon in finale. Adriano non può perdere e non perde.
Dopo il tris sfumato a Parigi, Bjorn Borg si concentra su Wimbledon. Sogna di alzare al cielo la coppa, ma per la critica non ha le armi necessarie a imporsi sull'erba. Invece smentisce tutti: Borg e Nastase arrivano in finale senza perdere set e il 3 luglio inizia l'era Borg: 6-4 6-2 9-7 al rumeno e lo svedese è il quarto tennista a vincere Wimbledon senza perdere set dopo Budge (1938), Trabert (1955) e McKinley (1963).
La leggenda vuole che Borg si sia infortunato ai muscoli addominali, in un match di doppio durante la prima settimana di Wimbledon, e abbia giocato il resto del torneo senza eseguire smash e servendo senza caricare troppo il movimento. Sta di fatto che nel terzo week end di luglio, Bjorn rinuncia alla sfida contro gli azzurri che passano agevolmente a Roma superando la Svezia per 4-0. Il 7 agosto l'Italia è favorita nella sfida contro la Gran Bretagna. A Panatta fa male un braccio, Barazzutti è fuori gioco per l'erba e allora l'eroe della sfida diventa Tonino Zugarelli (vincitore un mese prima a Bastad su Barazzutti) che porta a casa il match d'esordio contro il difficile Roger Taylor spianando la strada al sonoro successo degli azzurri per 4-1.
Il 16 agosto Jimmy Connors vince il 50° torneo della carriera superando nella finale di Indianapolis il polacco Wojtek Fibak e il 24 agosto Adriano Panatta raggiunge la classifica-record: numero 4 del mondo dietro Connors, Borg e Orantes. Jimbo è sempre il leader assoluto e viaggia con una media punti Atp quasi doppia rispetto a tutti gli altri. Connors chiude l'anno con 12 tornei vinti, il più importante di tutti è il successo su Borg nella finale dell'Open degli Stati Uniti. E' un match epico, deciso dal tie-break del terzo set che Connors si aggiudica per 11 punti a 9 dopo aver salvato 4 set point (due sul proprio servizio e due su quello dello svedese); il quarto set è ancora sul filo del rasoio, ma Connors mette in campo più cattiveria e lo conquista per 6-4 mandando in estasi 16 mila spettatori.
Il 29 settembre, al termine di tre giorni intensi, l'Italia conquista a fatica l'accesso alla sua terza finale di coppa Davis grazie al 3-2 sull'Australia. Il Foro Italico impazzisce per una sfida in equilibrio dall'inizio alla fine. Apre Barazzutti che liquida Newcombe, ma Panatta perde in tre set dalla sua bestia nera, John Alexander. Panatta e Bertolucci riportano gli azzurri avanti sconfiggendo in tre set Newcombe e Roche, ma Barazzutti si fa imbrigliare da Alexander rimettendo nelle mani di Panatta le sorti della sfida. Adriano, contro Newcombe, soffre un set e anche nel secondo, ma fa in tempo a recuperare e a pareggiare la partita che si protrae per l'oscurità fino a lunedì. Alla ripresa Panatta è più fresco, chiude il terzo set per 6-4 e poi domina il quarto per 6-2.
A questo punto, a chiudere l'anno, mancano soltanto il Masters del Grand Prix, di scena a Houston, e la finale di coppa Davis a Santiago del Cile. In Texas non c'è Panatta, finito 13° nella classifica del Grand Prix nonostante chiuda l'anno da numero 7 Atp; e non ci sono neppure gli altri 3 vincitori Slam. Nessuno degli otto qualificati arriva alle semifinali imbattuto e per decidere chi passa il turno nel girone blu serve il quoziente tra set vinti e perduti poiché Solomon, Vilas e Gottfried finiscono tutti con 2 vittorie e una sconfitta, e Raul Ramirez, testa di serie numero 1, ultimo a zero punti.
A vincere, a sorpresa, è Manuel Orantes che prima perde nel round robin contro Fibak e poi lo batte in cinque set in finale. Sarà la prima volta, di una lunga serie, che al Masters accade una situazione del genere.
A Santiago del Cile, per la finale di coppa Davis, l'Italia rischia di non andarci per il veto politico alla trasferta nel paese di Pinochet. Ma Pietrangeli fa la voce grossa e gli azzurri partono. E' un trionfo, il trionfo del tennis italiano in uno storico e magico 1976.
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