Chiudi
Dopo aver vinto il Masters nel gennaio del 1979, John McEnroe si conferma stella di prima grandezza conquistando a soli 20 anni l'Open degli Stati Uniti. Intando Borg centra il poker a Wimbledon.
di Luca Marianantoni | 11 ottobre 2023
Lo svedese passa con disinvoltura da una superficie all'altra e nell'arco di quattro settimane vince su tre superfici differenti: dopo Rotterdam, riceve la coppa di Monte Carlo dalle regali mani di Carolina di Monaco e a fine aprile fa saltare il banco a Las Vegas battendo Gerulaitis sul cemento del Caesar's Palace. Prima di Parigi, il grande tennis torna come tradizione a Dallas per le finali Wct e McEnroe diventa il primo tennista della storia a infilare in uno stesso torneo i due mostri sacri: prima supera per tre set a zero a Connors in semifinale e poi vince 7-6 al quarto su Borg. Intanto Gerulaitis e Vilas offrono spettacolo e incantano il pubblico del Foro Italico: gli Internazionali premiano l'americano, il cui tennis sublime e votato all'attacco mette fuori uso il top spin dell'argentino. I primi tre set finiscono al tie-break, poi Gerulaitis prende il sopravvento e chiude dominando quarto e quinto set per 6-4 6-2 in quella che diventa la finale dei record.
Nel mese tra il Roland Garros e Wimbledon, è ancora Bjorn Borg a caricarsi il mondo sulle spalle. Lascia un paio di set a inizio torneo a Tomas Smid e Tom Gullikson, poi si trova a lottare per il titolo con il paraguaiano Victor Pecci, un pivot che attacca l'avversario con la racchetta tra i denti. E' lui la rivelazione di un torneo in cui batte Vilas nei quarti e Connors in semifinale. Nella partita che vale il titolo non fa più miracoli: vince il terzo set rimontando da 2-5, ma finisce per cedere 6-4 al quarto.
A Wimbledon Borg indossa la solita aureola e abbaglia tutti con una luce accecante. L'erba dei primi giorni è quella che fa più paura e ancora una volta arriva a una manciata di punti dalla sconfitta al secondo turno contro l'indiano Vijay Amritraj. Ma poi in semifinale è un rullo compressore che schiaccia Connors mentre nell'altra parte di tabellone (orfana di un McEnroe battuto negli ottavi da Tim Gullikson) emerge Roscoe Tanner che si impone sullo sconosciuto Pat Dupre, che a sua volta è capace di eliminare a sorpresa Adriano Panatta. Dopo che l'italiano non chiude il match quand'è avanti un set e 4-0 al secondo.
In finale a Borg si piegano i polsi nel tentativo di resistere alla cannonate di servizio di Tanner. Il bombardiere di Chattanooga resiste e lo trascina fino al quinto set. Avanti 4-3 e servizio, Borg concede al rivale due preziose palle del contro break che salva prima d'inginocchiarsi nuovamente sulla magica erba del Centre Court.
Con ancora una volta mezzo Slam in tasca, Borg, dopo il facile successo casalingo di Bastad, si concentra per l'Open degli Stati Uniti battendo con un doppio 6-3 McEnroe nel warm up dell'Open del Canada. A Flushing Meadows però Tanner pregusta la vendetta. I due sono nello stesso settore di tabellone con l'incrocio fissato ai quarti. Borg spera di poter giocare di giorno perché non ama disputare incontri in notturna e invece gli organizzatori lo sistemano sotto i fari. Tanner non ha pietà e in quattro set liquida lo svedese. SuperMac, già ben riposato per la rinuncia di John Lloyd e il ritiro dopo tre game di Eddie Dibbs, sorride. Lui che abita a 15 minuti di macchina da Flushing Meadows supera Connors in semifinale e Gerulaitis in finale senza cedere set. A 20 anni è il più giovane campione dai tempi di Pancho Gonzales.
La stagione del grande tennis continua il 4 novembre con Borg che festeggia la vittoria numero 50 conquistando il torneo di Tokyo su Connors e il 25 novembre con Guillermo Vilas che è il primo tennista a vincere per sette volte uno stesso torneo (Buenos Aires).
L'Italia di coppa Davis si prepara alla trasferta per la finale di San Francisco contro lo squadrone Usa che conquista al Foro Italico con il successo di Panatta e i suoi compagni contro la Cecoslovacchia del giovane Ivan Lendl. Il quale cede ad Adriano terzo e quarto set col doppio, indimenticabile, 6-0. Ma in California gli Stati Uniti guidati da McEnroe dominano gli azzurri per 5-0 senza neppure lasciargli un set.
Guillermo Vilas, unico big al via, vince per il secondo anno consecutivo l'Open d'Australia e Bjorn Borg chiude la stagione trionfando al Masters in una New York che finalmente lo incorona re. E' il primo Masters della storia con al via Bjorn, Jimbo e SuperMac, tutti puntualmente qualificati per le semifinali assieme all'intruso Vitas Gerulaitis. Che a sorpresa, dopo sedici sconfitte di fila, batte Connors in semifinale.
L'altra semifinale invece racchiude in sé tutta l'essenza del tennis. McEnroe vince il primo set al tie-break e costringe Borg a inseguire per il resto della partita. Lo svedese pareggia il conto dei set e poi fa il break nel primo game del terzo set. Borg lo conferma per il 2-0, poi lo restituisce. Sul 5-4 e sul 6-5 McEnroe arriva più volte a due punti dalla vittoria, ma Borg non molla un centimetro. Il tie-break decisivo si apre con l'ace di Mac, poi 7 punti filati di Borg che trova alcuni passanti spettacolari mettendo fine alla contesa.
La finale tra lo svedese e Gerulaitis è un monologo di Borg, come tutti i precedenti, ed è deciso da due game interminabili: il quinto e sesto del primo set. Sul 2-2 Vitas annulla 9 palle break, ma non la decima, sul 3-2 Borg ne salva tre. Risultato finale 6-2 6-2 per l'Orso, sempre più re del mondo.