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Verso Torino: 1980, la finale di Wimbledon diventa leggenda

Il grande tennis entra nel decennio d'oro con il quinto sigillo a Wimbledon di Bjorn Borg che in finale batte John McEnroe 8-6 al quinto dopo l'epico tie-break del quarto set.

di | 12 ottobre 2023

Inizia un nuovo decennio, il primo dagli anni Cinquanta senza i miti australiani Rod Laver e Ken Rosewall, maestri di uno sport ora molto più popolare e atletico. Sarà il decennio solcato dalla più alta densità di immortali della storia: Borg, McEnroe, Lendl, Connors e Vilas, ma anche Wilander, Becker, Edberg e Agassi.
Dopo Fred Perry e Roy Emerson nessuno è più capace di vincere due Slam a stagione per tre anni di fila. Ci riesce nel 1980 il diabolico Bjorn Borg che vive l'annata migliore incastonando, tra il Masters del 1979 e quello del 1980, i due diamanti più pregiati (Parigi e Wimbledon) in una serie di 10 tornei (da Tokyo 1979 a Wimbledon 1980) e 48 partite vinte di fila.
Il 27enne Connors è un po' in calo, offuscato anche da SuperMac, ma riprende coraggio battendo proprio McEnroe in cinque set nella finale di Philadelphia. Il moccioso newyorkese si vendica alla prima occasione: due tie-break su Connors gli regalano il torneo di Memphis e il giorno dopo (3 marzo) è per la prima volta numero 1 del mondo. Borg attende la terra rossa saccheggiando due tornei Wct: la Pepsi Grand Slam di Boca Raton e Salisbury. Intanto dopo Firenze 1974 (Panatta-Bertolucci) e Bastad 1976 (Zugarelli-Barazzutti), Il Cairo ospita la terza finale tutta italiana della storia Open con Barazzutti che ha la meglio su Paolo Bertolucci per 6-4 6-0.
In Costa Azzurra c'è l'immancabile show di Borg che vince Nizza su Orantes e poi sbaraglia per la terza volta Monte Carlo con un percorso di grande sostanza: batte Lendl agli ottavi, Clerc nei quarti, Gerulaitis in semifinale e l'affranto Vilas in finale con un punteggio severissimo (6-1 6-0 6-2). Giornata di gloria anche per Panatta e Bertolucci che a sorpresa trionfano in doppio sulla coppia stellare McEnroe-Gerulaitis.  
Si intrecciano storie di campioni affermati a novità assolute: il 30 marzo McEnroe si conferma re a Milano sull'outsider Vijay Amritraj (il giorno prima SuperMac vince il primo duello con Lendl) e il 27 aprile Borg vince a Las Vegas; primizie sono il primo centro in carriera di Lendl che firma il torneo di Houston su Eddie Dibbs e il primo titolo alle Wct finals per il tenace Connors che sbanca la Reunion Arena di Dallas piegando in quattro set l'irascibile McEnroe.

Borg tira i freni e da fine aprile a Parigi gioca solo la coppa delle Nazioni di Dusseldorf (vince i tre match del girone all'italiana ma perde in semifinale contro Vilas) che si conclude con la vittoria della favoritissima Argentina sull'Italia. Per gli azzurri è un momento buono: Adriano Panatta vince a Firenze il decimo titolo della carriera superando in finale il messicano Raul Ramirez e Corrado Barazzutti a Parigi si spinge fino ai quarti prima d'imbattersi in Bjorn Borg che conquista il terzo Roland Garros di fila (quinto in totale) senza perdere set come nel 1978. La finale è un monologo per Borg e un calvario per Gerulaitis, battuto 6-4 6-1 6-2.
L'Orso è carico a molla per Wimbledon che prepara come suo solito, senza giocare altri tornei su erba. Anzi, aiuta la Svezia a disfarsi della Germania Ovest battendo Eberhard e Gehring nella semifinale di zona europea che promuove gli scandinavi alla sfida con l'Italia, vittoriosa per 5-0 contro la Svizzera.
Nell'aria di Wimbledon si percepisce l'attesa per una finale che tutti sognano ma che nessuno può immaginare come realmente sarà: Borg la raggiunge "easy", un set lasciato per strada all'erbivoro australiano Rod Frawley e uno di cortesia in semifinale all'americano Brian Gottfried. McEnroe invece prova a farsi eliminare al secondo turno dallo sconosciuto Terry Rocavert: un australiano che, per colpa di un autista sprovveduto, viene lasciato a piedi a un paio d'isolati da Church Road. In quella passeggiata, Rocavert trova le energie mentali e la fantasia necessarie per spaventare McEnroe che perde 7-0 il tie-break del terzo set dopo essere stato avanti 5-2, 40-0. The Genius è sotto due set a uno con un avversario che gioca due volte meglio. Mac non trova tante alternative: si rifugia nel tie-break del quarto set per rimanere aggrappato all'incontro che chiude 6-3 al quinto. Non ha più patemi, se non la semifinale nobile vinta in quattro set su Connors, ormai sempre meno pericoloso.
Il 5 luglio, sul Centre Court, la gara tanto attesa si rivela un flop: McEnroe non ha mordente e Borg, con il servizio a disposizione, arriva facilmente a un doppio match point sul 5-4, 40-15 del quarto set. Soltanto a questo punto, gli dei del cielo cominciano a dispensare pulviscoli di stelle: le emozioni prendono il sopravvento e in pochi secondi, quel match scialbo si trasforma nella partita del secolo. A renderla tale sono i 22 minuti dello storico tie-break in cui McEnroe annulla altri cinque matchpoint (sette in totale) prima di vincerlo per 18-16 dopo aver mancato a sua volta sei set point; ma anche l'equilibrio di un quinto set giocato da entrambi con il cuore in gola. Borg non crede ai propri occhi e quando serve per aprire il set conclusivo va sotto 0-30. La disfatta sembra vicina e invece, con la proverbiale freddezza che lo contraddistingue, vince al servizio 24 dei successivi 25 punti, chiudendo 8-6 al quinto, all'ottavo matchpoint, una partita diventata leggenda.

A luglio Borg sposa Mariana Simionescu, rinuncia alla sfida di Davis contro l'Italia che gli azzurri vincono volando in semifinale. Lo svedese torna in pista all'Open del Canada, ritirandosi in finale contro Lendl per un problema al ginocchio. La rivincita di Wimbledon è attesa a Flushing Meadows: Borg non è nella forma migliore, fatica cinque set per domare Tanner nei quarti e deve spendere energie preziose per riacciuffare Johan Kriek che in semifinale gli scappa avanti due set. McEnroe invece è in fiducia e solo Connors lo mette a dura prova in semifinale strappandogli la battuta quando SuperMac va a servire per il match avanti 5-4 al quinto. Tutto però si risolve al tie-break che McEnroe chiude per 7 punti a 3. In finale Borg perde il primo set dopo aver servito avanti 5-4 e 6-5, cede di schianto il secondo, ma ritorna in partita e ci rimane fino al 3 pari del quinto. Un errore arbitrale (la risposta di McEnroe finisce fuori di un palmo) deconcentra Borg che inizia il game cruciale in salita (0-15): il furto lo annebbia, subisce il break e poco dopo è costretto alla resa.
La parte finale della stagione è tutta per Ivan Lendl che vince cinque tornei in sei settimane e per la sua Cecoslovacchia che a sorpresa batte l'Argentina a Buenos Aires (Vilas e Clerc sono nella tempesta per aver chiesto soldi alla federazione) garantendosi la finale casalinga di coppa Davis contro l'Italia che passa bene sull'Australia. A Praga gli errori arbitrali, degni di Bucarest 1972, pesano come macigni e l'Italia perde 4-1 la quarta finale in cinque anni. Brian Teacher vince l'Open d'Australia che nessun big gioca e Borg si aggiudica il Masters di fine anno, anche se siamo già nella terza settimana del 1981.


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