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A giugno lo svedese vince per la sesta volta il Roland Garros, a luglio John McEnroe batte Borg nella finale di Wimbledon e poi si ripete a settembre in quella dell'US Open.
di Luca Marianantoni | 13 ottobre 2023
A Parigi gli occhi di tutti sono sempre puntati su Borg. Nessuno conosce la sua reale condizione fisica, ma a Borg basta giocare al 60% delle possibilità per arrivare in finale senza perdere set. Tutti i big arrivano agili ai quarti: quello che rischia di più è Ivan Lendl che gioca cinque set per riacciuffare il coetaneo Andres Gomez, un mancino ecuadoriano dal tennis delizioso ma incostante. I quarti sono fatali a Connors che si spegne alla distanza contro Clerc (l'americano smette di giocare dopo un presunto errore arbitrale) e a McEnroe battuto in tre set da un Lendl che cresce a vista d'occhio. In semifinale Lendl salva un match point a Clerc e conquista il diritto di giocare la sua prima finale Slam. Borg non ha la solita concentrazione e continuità, e Lendl lo trascina di forza al quinto senza però mai dare l'impressione di poter far suo il match. Lo svedese chiude 6-1 al quinto centrando il suo sesto Roland Garros in otto partecipazioni e lo Slam numero 11 come Rod Laver.
Wimbledon invece cambia padrone. Il glaciale svedese lascia il trono dopo 41 partite vinte di fila e gli subentra come erede il moccioso americano dal tennis sopraffino, ma dal carattere irrequieto. Borg, come a Parigi, si sente sufficientemente al sicuro e giunge in semifinale senza perdere set. McEnroe invece ne concede uno a Raul Ramirez al secondo turno e uno al vecchio Stan Smith agli ottavi. Connors perde i primi due set nei quarti contro Vijay Amritraj, lasciando sul campo energie preziose che paga care in semifinale. Quella tra Borg e Connors, semifinale nobile del torneo, è un match epico: la netta supremazia iniziale di Connors (6-0) continua anche nel secondo set, poi però Borg, con le spalle al muro, tira fuori il meglio, riacciuffa la partita, che rimane in equilibrio fino alla fine e la porta a casa con il conclusivo 6-4. McEnroe invece, in una semifinale più semplice, stoppa in tre set Rod Frawley e si ritrova il 4 luglio, giorno dell'Indipendenza degli Stati Uniti, a giocarsi nuovamente Wimbledon contro Bjorn Borg alla sesta finale consecutiva.
Il match è vivo e in equilibrio, sul 5-4 del terzo set Borg arriva per quattro volte al set point che lo manderebbe avanti due set a uno; ma non ha la forza di fare quell'ulteriore punto per cambiare direzione alla partita. Perde il tie-break e con esso la fiducia: pare non avere più tanta voglia di lottare e finisce per arrendersi 6-4 al quarto. "E' stata una di quelle finali che avrei dovuto vincere. John non ha giocato benissimo, ma io non ero più lo stesso. E alla fine la sconfitta mi aveva lasciato quasi indifferente", sono le parole pronunciate nel 2003 da Borg alla Bbc per uno speciale sulle leggende di Wimbledon.
E' l'ultima finale di Wimbledon giocata di sabato, la prima della storia senza il vincitore nella tradizionale festa al Savoy. Mac preferisce stare con i suoi amici in jeans e maglietta. Lunedì 6 luglio l'americano torna numero 1 del mondo, ma Borg ha la forza di riconquistare la vetta il 20 luglio dopo la vittoria di Stoccarda in finale su Lendl. Sono le sue ultime due settimane di regno. L'estate ha l'impronta di José Luis Clerc che vince 4 tornei su terra battuta in 4 settimane consecutive: Boston, Washington, North Conway e Indianapolis.
Flushing Meadows segna la fine della carriera di Borg che gioca per l'ultima volta sia contro Connors che contro McEnroe. Lo svedese sembra tornato quello dei vecchi tempi: negli ottavi spegne le velleità del giovane Noah, nei quarti resiste alle bombe di Tanner e in semifinale torna a impartire una lezione di tennis a Connors, travolto in tre set. Ma McEnroe, scampato ai cinque set necessari per battere Gerulaitis in semifinale, gioca meglio che a Wimbledon e Borg finisce al tappeto in quattro set. E' l'ultima presenza di Borg negli Slam.
Il 27 settembre l'Orso vince a Ginevra l'ultimo titolo della carriera contro Tomas Smid e chiude l'anno perdendo a Tokyo contro Tim Gullikson. Se il mattatore dell'estate è Clerc, quello dell'autunno è Lendl che stabilisce il record di 5 vittorie in 5 settimane consecutive (Madrid il 4 ottobre, Barcellona l'11, Basilea il 18, Vienna il 25 e Colonia il 1° novembre). Il ceco sul veloce indoor è imbattibile e il filotto conclusivo lo proietta al secondo posto del ranking.
L'ultimo torneo dell'anno solare va a Johan Kriek che il 3 gennaio 1982 batte Steve Denton nella finale di un Open d'Australia che dimostra ancora una volta di essere la "gamba zoppa" dello Slam. L'ultimo torneo ufficiale invece segna il primo successo di Ivan Lendl al Masters.
Ormai la formula a gironi è stroncata dalla critica e dall'anno successivo si ipotizza il passaggio all'eliminazione diretta. Non c'è Borg, ormai baby pensionato e il suo posto è preso da Vitas Gerulaitis. I due favoriti sono Ivan Lendl e John McEnroe, numero 1 della classifica del Grand Prix e numero 1 del ranking Atp. Il cecoslovacco rischia molto nell'incontro inaugurale contro GerulaItis, ma a forza di prime vincenti e di passanti lungolinea, Ivan ritrova la strada maestra schiantando il rivale alla distanza. Nell'altro gruppo McEnroe e Connors, entrambi vittoriosi all'esordio, si sfidano per la supremazia del girone: il risultato è una partita piatta, poco spettacolare, vinta da Mac in due set. A questo punto Ray Benton, direttore del torneo, garantisce a McEnroe la leadership del girone, anche in caso di sconfitta con Teltscher. Ma Benton il regolamento non lo conosce come dovrebbe. Così, nell'ultima giornata, succede il delirio quando un deconcentrato McEnroe si arrende a Eliot Teltscher e poco dopo Roscoe Tanner, già eliminato, batte Jimmy Connors. Con l'arrivo ex-aequo a tre (McEnroe, Connors e Teltscher), Mac sarebbe primo e Jimbo secondo, ma la sconfitta di Connors con Tanner promuove Teltscher primo (per via del confronto diretto) e McEnroe secondo. John che va su tutte le furie finendo in pasto a Ivan Lendl. Il ceco lascia appena sei game al rivale e in finale ritrova Gerulaitis che ha la meglio di Teltscher. E' una buona finale che Lendl vince in cinque set dopo il salvataggio di un match point nel tie-break del terzo set.
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