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Verso Torino: 1994, il miglior Sampras di sempre

Sampras è numero 1 del mondo da gennaio a dicembre, vince in Australia, a Roma una fantastica edizione degli Internazionali d'Italia e Wimbledon. Il fine di stagione è per Becker, a segno per la terza volta al Masters.

di | 26 ottobre 2023

L'accoppiata Wimbledon-US Open 1993 lancia Pete Sampras verso una fuga solitaria che lo porta a distanziare il resto del gruppo con margini, in termini di punti Atp, simili a quelli inflitti ai rivali da Jimmy Connors nel 1974 e da Ivan Lendl nel 1986. Tutto con una facilità disarmante e nonostante un infortunio ai tendini della caviglia che gli fa saltare tutta la stagione estiva e, dopo Wimbledon, lo fa presentare all'Open degli Stati Uniti con solo due match di Davis giocati.
Il 1994 di Pistol Pete inizia con la sconfitta di Doha contro il qualificato Karim Alami e prende forma con l'accoppiata Sydney-Melbourne. E' sempre un rischio elevato giocare la settimana prima di uno Slam, ma la prematura sconfitta in Qatar induce lo statunitense a chiedere una wild card per Sydney dove viene subito messo a dura prova da Svensson, Stoltenberg, Krickstein, Korda e Lendl in finale. All'Open d'Australia il numero 1 del mondo vacilla, arriva a pochi punti dalla sconfitta con l'emergente Kafelnikov, ma la spunta 9-7 al quinto grazie alla maggiore esperienza. Poi Pete fila liscio, in semifinale annienta in tre set il fantasma di Courier e in finale batte ancora in tre set il novello Todd Martin, capace quest'ultimo di spengere in semifinale gli ultimi ardori di Edberg. Pistol Pete è il primo da Laver a vincere tre Slam di fila, se si esclude il Connors del 1974 appiedato dalla lite con la federazione francese.
A San Josè un brillante Renzo Furlan vince sul sintetico indoor il primo titolo della carriera battendo in finale Michael Chang e ripetendosi a marzo sulla terra di Casablanca su Karin Alami. A Milano rispunta ancora Becker che non vince un torneo da 12 mesi esatti, ma il palcoscenico più importante è sempre per Sampras.
Dopo il passo falso di Philadelphia (superato all'esordio da Eltingh), il numero 1 del mondo diventa il primo tennista della storia a conquistare in successione l'Open d'Australia, Indian Wells e Key Biscayne. Non è una passeggiata e senza la sportività di Agassi finirebbe diversamente. Infatti Pete vince in California rimontando al quinto la frizzantezza e l'astuzia del mancino Petr Korda e poi si qualifica con facilità per la finale in Florida. Il match è in programma alle 13, ma quando è ora di scendere in campo Pete è in preda a forti dolori di stomaco, si stringe le ginocchia al petto lamentandosi per il forte dolore. Agassi avrebbe partita vinta, ma alla richiesta del direttore del torneo di dare a Sampras un ragionevole tempo per riprendersi, il Kid di Las Vegas glielo concede: "Dai a Pete tutto il tempo di cui ha bisogno". Con un'ora di ritardo i due scendono in campo: Agassi vince facile il primo set, poi Pete prende coraggio, sale in cattedra e chiude in trionfo piazzando l'ace numero 14.

L'imbattibilità di Sampras prosegue sul cemento asiatico: vince Osaka sul francese Roux e Tokyo su Chang. Quando Pistol Pete sbarca al Foro Italico è un extraterrestre che cammina a trenta centimetri da terra. Gli scettici indicano come favorito Medvedev, l'ucraino campione a Monte Carlo su Bruguera e ad Amburgo su Kafelnikov. Ma a Roma Medvedev inciampa al terzo turno su Dosedel che a sua volta fa fuori anche Courier nei quarti. Sampras è un rullo compressore, anche con avversari tosti come Krickstein, Corretja, Chesnokov e Gaudenzi, in semifinale lascia 3 game a Dosedel e in finale stende Becker che di game ne fa cinque ma in tre set.
Dopo 29 successi di fila l'americano perde da Stich alla coppa delle Nazioni di Dusseldorf. E' il brutto presagio in vista di Parigi si trasforma in amara realtà quando ai quarti del Roland Garros Sampras soccombe a Jim Courier. Per Big Jim però è un fuoco di paglia: perde ancora da Bruguera, questa volta in semifinale, cosicché lo spagnolo va a vincere il suo secondo titolo consecutivo piegando in finale il connazionale Alberto Berasategui: il basco è un tipo decisamente strano che con un movimento di polso infernale colpisce di dritto con la stessa faccia della racchetta usata per il rovescio.
L'erba dovrebbe riaccendere Sampras invece nel classico preludio di Wimbledon Pistol Pete perde la finale al Queen's con due tie-break contro Todd Martin. Bene Krajicek a Rosmalen, Rafter a Manchester e Stich ad Halle. A Wimbledon però ritorna il Sampras di sempre e si opacizzano gran parte dei rivali. Stich, numero 2 del tabellone, è fuori già al primo turno contro Shelton, Edberg lo imita al secondo contro Carlsen, Courier inciampa su Forget e Agassi cede al quinto a Martin. Chi sfugge per un pelo dall'ecatombe è Boris Becker, spremuto fino all'osso da Medvedev negli ottavi: il tedesco serve al quinto sotto 2-4, 0-30, ma si salva anche quando l'ucraino va alla battuta sul 5-4 per chiudere il match. Poi, in semifinale, Boris cede facile a Ivanisevic mentre Sampras lascia l'unico set del torneo a Martin. In finale nessuno dei contendenti riesce a strappare la battuta al rivale: a pesare sono i due tie-break (7-2 e 7-5) messi in cascina dal numero 1 del mondo che poi dilaga nel terzo.
L'estate è senza padroni: Sampras s'infortuna alla caviglia, Bruguera (Gstaad e Praga) e Berasategui (Stoccarda e Umago) fanno la voce grossa sulla terra. I punti che contano sono però quelli sul cemento americano. Edberg fa 40 centri a Washington su Stoltenberg, Becker vince Los Angeles e New Haven, Chang firma Cincinnati e Agassi vince l'Open del Canada, anche se alla vigilia di Flushing Meadows il Kid è soltanto numero 20 del mondo e dunque escluso dalle testa di serie.
Solo due tennisti hanno vinto l'Open degli Stati Uniti senza essere teste di serie: Mal Anderson nel 1957 e Fred Stolle nel 1966. Agassi però crede fermamente nell'impresa - è in fiducia e in ottime condizioni fisiche - e supera cinque giocatori con una miglior classifica: Ferreira, Chang (6-1 al quinto), Muster, Martin e in finale Stich. L'infortunato Sampras fa quel che può fino agli ottavi, resistendo alla caviglia dolorante con coraggio e resilienza: poi, però, contro il peruviano Jaime Yzaga quando è avanti 2 set a 1 e 3-0 al quarto, non riesce più a spingere, nel quinto prova a rinvenire, fa il break a Yzaga, che serve per il match sul 5-4, ma alla fine manca la palla per arpionare quanto meno il tie break decisivo.

A Goteborg, per le semifinali di Davis, la Svezia di Edberg e Larsson ospita gli Stati Uniti di Martin e di un Sampas che pare guarito. Gli Usa salgono 2-0, ma dopo la debacle in doppio di Palmer e Stark, Pistol Pete si infortuna al polpaccio contro Edberg e poi Larsson completa la rimonta dei padroni di casa su Martin.
Agassi si ripete a Vienna battendo nuovamente Stich in finale, Becker a Stoccolma prende a martellate Sampras e poi Ivanisevic e infine Agassi trionfa a Bercy su Sampras e Rosset. A Francoforte, per l'Atp Tour World Championships (il Masters), c'è un girone di fuoco con Becker, Ivanisevic, Edberg e Sampras e uno all'acqua di rose con Chang, Beresategui, Agassi e Bruguera. Becker batte Sampras nel girone all'italiana ma ci perde in finale in quattro set dopo aver vinto agevolmente il primo e aver servito invano per il terzo sul 5-4.
Il 3 dicembre Edberg conquista la sua quarta coppa Davis trascinando la Svezia al successo di Mosca contro la Russia e l'11 dicembre a Monaco di Baviera un incredulo Magnus Larsson conclude la settimana perfetta battendo nella Grand Slam Cup Edberg, Agassi, Martin e in finale Sampras. Il numero 1 del mondo paga lo scotto di una semifinale massacrante vinta soltanto per 10-8 al quinto sullo scatenato Ivanisevic.
Il 1994 è anche l'anno del canto del cigno di Ivan Lendl. Il campione di Ostrava gioca ancora bene e lo dimostra la finale a Sydney (l'ultima della carriera) e l'ottavo di finale all'Open d'Australia, match persi lottando alla pari con Sampras. Ma è sempre alle prese con dolori alla schiena che lo costringono a ritirarsi a Dubai e a Miami. A Coral Springs incrocia per l'ultima volta la racchetta con Mats Wilander e a Parigi fa la passerella d'addio cedendo nettamente ad Arnaud Boetsch, salta Wimbledon, a Cincinnati si ritira contro David Wheaton e all'Open degli Stati Uniti chiude la sua lunghissima avventura da professionista ritirandosi contro il tedesco Bernd Karbacher dopo aver vinto l'ultimo match (il numero 1070) della carriera contro il qualificato Neil Borwick. Rimangono di lui i tic, le ciglia strappate, il volto sempre inespressivo alla Buster Keaton, ma anche una valanga di match fantastici e i record di 94 tornei vinti, 8 successi e 19 finali Slam, 8 finali di fila all'Open degli Stati Uniti e 9 consecutivi al Masters di fine anno.

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