

Lo svizzero diventa numero 1 del mondo, conquista l'Open d'Australia, Wimbledon e Flushing Meadows. L'unico scivolone è la sconfitta al terzo turno al Roland Garros per mano del tre volte campione Guga Kuerten.
di Luca Marianantoni | 05 novembre 2023
Una volta guarito, l'argentino diventa pericolosissimo nei tornei sul rosso: vince Monte Carlo, perde la finale di Amburgo contro Federer e si presenta in gran forma a Parigi, come tre suoi connazionali: Gaston Gaudio (secondo a Barcellona), David Nalbandian (finalista a Roma, stracciato da Moya) e Juan Ignacio Chela (campione all'Estoril).
Al Roland Garros gli argentini calano il poker ai quarti; con loro anche Moya, Henman, Hewitt e Kuerten che al terzo turno butta fuori con un triplice 6-4 Roger Federer alla terza sconfitta della stagione, la seconda sul rosso dopo quella contro Albert Costa a Roma.
Per le semifinali i sudamericani puntano ancora grosso: Nalbandian supera Kuerten in quattro set, Gaudio lascia sette game a Hewitt e Coria asfalta Moya in tre set. All'appello manca solo Chela, piegato in tre set da Henman. Se la vittoria di Coria in semifinale su Henman è una pura formalità, a fare notizia è il tonfo di Nalbandian che si fa battere in tre set dall'inappuntabile Gaudio.
La finale è dunque un derby argentino. L'avvio è tutto per Coria che allo scadere dalla prima ora di gioco è avanti 6-0 6-3: sul 4-3 del terzo il pubblico dello Chatrier inizia a intonare "Gaston, Gaston". La partita si accende, Coria ha un piccolo black out e all'inizio del quarto set le sue gambe si irrigidiscono. I crampi e i nervi lo paralizzano in vista del traguardo. Il match si allunga al quinto in una infinità di break. Coria ha un nuovo guizzo che lo porta avanti 4-2, ma non ha la testa e la forza per mantenere il vantaggio. Sul 6-5, con il servizio a disposizione, arriva per due volte al match point: sul primo sbaglia un rovescio, sul secondo un dritto. Il serbatoio di Coria è vuoto, Gaston Gaudio riemerge ancora una volta e chiude 8-6 in 3 ore e 31 minuti.
Federer e Roddick dimenticano in fretta le delusioni di Parigi (l'americano perde da Mutis al secondo turno) e alla vista dell'erba gonfiano il petto. Al solito Federer vince Halle e Roddick trionfa al Queen's. A Wimbledon la loro è una finale annunciata; Federer si distrae solo nel tie-break del secondo set contro Hewitt in un quarto di finale che lo svizzero chiude vincendo gli ultimi due set per 6-0 6-4. Roddick invece concede il secondo set al croato Mario Ancic in una semifinale tutto sommato tranquilla. Domenica 4 luglio è la festa del tennis: Roddick parte a mille con il break del terzo game. Nel secondo set Federer arriva alla palla del 5-0, viene ripreso sul 4 pari, ma con un nuovo allungo riporta la gara in parità. Nel terzo set Roddick va avanti un break (4-2) che mantiene fino all'arrivo della pioggia. Alla ripresa Roddick è meno reattivo: subisce la rimonta e poi cede il tie-break per 7-3. Nel quarto set l'americano non sfrutta 4 palle break e poi si inchina all'ultimo ace di Federer.
L'estate è più densa del solito per via dai Giochi Olimpici: Federer, dopo la scontata vittoria a Gstaad, mette in programma un triplo salto mortale in vista dell'Open degli Stati Uniti. Gli riesce il primo (vittoria in Canada su Roddick), ma fallisce gli altri due: perde all'esordio di Cincinnati contro Dominik Hrbaty e al secondo turno ad Atene contro Tomas Berdych. Il circuito arriva all'Open degli Stati Uniti con Agassi che vince il 17° e ultimo Masters Series (a Cincinnati su Hewitt), con Nadal che nel giorno di ferragosto centra il primo alloro a Sopot e con il sorprendente Nicolas Massu che regala al Cile le prime medaglie d'oro nella storia dei Giochi (singolare e doppio con Fernando Gonzalez).
A Flushing Meadows l'uomo da battere è ancora Federer, ma sono alte anche le quotazioni di Hewitt e Roddick che giungono ai quarti senza perdere set. Lo svizzero ne lascia uno al secondo turno a Baghdatis e due ai quarti allo scatenato Agassi. La sfida con il Kid è il piatto forte di una sessione serale spezzata dalla pioggia quando lo svizzero è avanti due set a uno. Si riprende il giorno dopo con un vento infernale, con Agassi che forza la gara al quinto, ma con Federer che non si lascia sfuggire la preziosa vittoria. Esce invece Andy Roddick, vittima degli attacchi continui di Joachim Johansson. In semifinale Federer dà tre set a zero a Henman e Hewitt, ancora senza perdere set, conquista il ruolo di sfidante distruggendo Johansson. Ma il 12 settembre Hewitt fa solo sei game, tutti nel secondo set. Il punteggio di 6-0 7-6 6-0 illustra la grandezza di Federer.
Alla fine dell'Open degli Stati Uniti l'Atp comunica che lo svizzero è già matematicamente il numero 1 di fine anno. Federer vince il decimo titolo dell'anno a Bangkok, poi si gode il riposo: lascia i due Masters Series autunnali (Madrid e Bercy) a uno scatenato Safin. Lo svizzero, imbattuto da metà agosto, chiude l'anno alla grande trionfando alla Tennis Masters Cup che torna a Houston. Moya, Hewitt e Gaudio cadono come birilli, poi in semifinale tocca a Safin piegato in due set con un tie-break record (20-18, come Borg-Lall a Wimbledon 1973). E in finale Federer infligge l'ennesima batosta a Hewitt. L'ultima parola dell'anno spetta a Rafa Nadal che allo stadio Olimpico di Siviglia, davanti a 27.200 spettatori, batte Roddick e trascina la Spagna a un clamoroso successo sugli Stati Uniti nella finale di coppa Davis. E' l'antipasto, per il più giovane campione di Davis della storia (18 anni e mezzo, un mese meno di Pat Cash 1983), di quella che sarà la carriera del mancino di Manacor.
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