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Verso Torino: 2004, Federer diventa n° 1 e conquista tre quarti di Slam

Lo svizzero diventa numero 1 del mondo, conquista l'Open d'Australia, Wimbledon e Flushing Meadows. L'unico scivolone è la sconfitta al terzo turno al Roland Garros per mano del tre volte campione Guga Kuerten.

di | 05 novembre 2023

Se la vittoria di Federer su Sampras a Wimbledon 2001 costituisce un indizio e il successo ai Championships del 2003 fornisce la prova della sua grandezza, il 2004 dello svizzero suona come una sentenza inappellabile e come l'inizio di un dominio senza precedenti. Federer conquista tre Slam, le Atp Finals, il primato in classifica, tre Masters Series, undici tornei, 74 partite (6 sconfitte) e il 92,5% di vittorie. Ma anche 11 finali vinte su 11 (13 su 13 da dopo quella persa a Gstaad 2003 contro Novak) e 18 vittorie su 18 contro i top 10 (23 su 23 dalla sconfitta con Ferrero nella semifinale di Madrid 2003). Questo, in numeri, il 2004 dello svizzero, anno che passa alla storia anche per altro.
C'è molta attesa per l'inizio del nuovo anno e per la trasferta in Australia. Roddick, Federer e Ferrero sono racchiusi in un fazzoletto di punti, poi c'è l'eterno Agassi, ci sono Hewitt e Safin che scalpitano dopo una stagione da dimenticare, poi ci sono i soliti gruppetti di spagnoli e argentini tra cui spunta anche Rafael Nadal: un diciassettenne mancino di Maiorca, dal top-spin letale, che il 18 gennaio gioca a Auckland la prima finale della carriera perdendo da Dominik Hrbaty.
Quando l'Open d'Australia arriva alla seconda settimana, la gran parte dei big non ha ancora perduto set. Agli ottavi l'incontro di cartello è Federer-Hewitt: lo svizzero vince in quattro set un match che diventa a senso unico un classico della stagione. Ma il test più importante per le velleità di Federer arriva nei quarti contro l'argentino David Nalbandian: una prova convincente dello svizzero, decisa da una manciata di punti (125 a 119 per lo svizzero) in cui spiccano 20 ace, l'83% dei punti realizzati con la prima di servizio e 5 break.
La sconfitta di Roddick in cinque set per mano di Safin, nel quarto di finale più emozionante e combattuto del torneo, concede a Federer la chance di diventare numero 1 in caso di vittoria su Ferrero. Il campione di Basilea sale ulteriormente di livello, batte 6-4 6-1 6-4 Ferrero e in finale supera 7-6 6-4 6-2 Safin, il quale impiega cinque set in semifinale per arginare la rimonta di Agassi. Il 2 febbraio Federer è per la prima volta numero 1 del mondo, evento che si ripete per 237 settimane consecutive.
Il 20 febbraio Federer perde la prima partita dell'anno contro Henman nei quarti a Rotterdam, ma si rifà a Dubai e Indian Wells. Il 28 marzo la prima sfida assoluta tra Roger Federer e Rafael Nadal dura appena 70 minuti. Il giovane spagnolo aggredisce ogni palla con rotazioni esasperate: è un match che vale l'accesso agli ottavi di Key Biscayne e contro pronostico la vittoria premia il maiorchino, numero 34 del mondo, vittorioso con un doppio 6-3. "Ho sentito parlare molto bene di lui, non credo questa sia una sorpresa per nessuno", sono le laconiche parole dello svizzero a fine incontro. Nadal perde al turno successivo da Gonzalez e il torneo finisce a Roddick che si avvantaggia in finale dal ritiro di Guillermo Coria per un problema alla schiena.

Una volta guarito, l'argentino diventa pericolosissimo nei tornei sul rosso: vince Monte Carlo, perde la finale di Amburgo contro Federer e si presenta in gran forma a Parigi, come tre suoi connazionali: Gaston Gaudio (secondo a Barcellona), David Nalbandian (finalista a Roma, stracciato da Moya) e Juan Ignacio Chela (campione all'Estoril).
Al Roland Garros gli argentini calano il poker ai quarti; con loro anche Moya, Henman, Hewitt e Kuerten che al terzo turno butta fuori con un triplice 6-4 Roger Federer alla terza sconfitta della stagione, la seconda sul rosso dopo quella contro Albert Costa a Roma.
Per le semifinali i sudamericani puntano ancora grosso: Nalbandian supera Kuerten in quattro set, Gaudio lascia sette game a Hewitt e Coria asfalta Moya in tre set. All'appello manca solo Chela, piegato in tre set da Henman. Se la vittoria di Coria in semifinale su Henman è una pura formalità, a fare notizia è il tonfo di Nalbandian che si fa battere in tre set dall'inappuntabile Gaudio.
La finale è dunque un derby argentino. L'avvio è tutto per Coria che allo scadere dalla prima ora di gioco è avanti 6-0 6-3: sul 4-3 del terzo il pubblico dello Chatrier inizia a intonare "Gaston, Gaston". La partita si accende, Coria ha un piccolo black out e all'inizio del quarto set le sue gambe si irrigidiscono. I crampi e i nervi lo paralizzano in vista del traguardo. Il match si allunga al quinto in una infinità di break. Coria ha un nuovo guizzo che lo porta avanti 4-2, ma non ha la testa e la forza per mantenere il vantaggio. Sul 6-5, con il servizio a disposizione, arriva per due volte al match point: sul primo sbaglia un rovescio, sul secondo un dritto. Il serbatoio di Coria è vuoto, Gaston Gaudio riemerge ancora una volta e chiude 8-6 in 3 ore e 31 minuti.
Federer e Roddick dimenticano in fretta le delusioni di Parigi (l'americano perde da Mutis al secondo turno) e alla vista dell'erba gonfiano il petto. Al solito Federer vince Halle e Roddick trionfa al Queen's. A Wimbledon la loro è una finale annunciata; Federer si distrae solo nel tie-break del secondo set contro Hewitt in un quarto di finale che lo svizzero chiude vincendo gli ultimi due set per 6-0 6-4. Roddick invece concede il secondo set al croato Mario Ancic in una semifinale tutto sommato tranquilla. Domenica 4 luglio è la festa del tennis: Roddick parte a mille con il break del terzo game. Nel secondo set Federer arriva alla palla del 5-0, viene ripreso sul 4 pari, ma con un nuovo allungo riporta la gara in parità. Nel terzo set Roddick va avanti un break (4-2) che mantiene fino all'arrivo della pioggia. Alla ripresa Roddick è meno reattivo: subisce la rimonta e poi cede il tie-break per 7-3. Nel quarto set l'americano non sfrutta 4 palle break e poi si inchina all'ultimo ace di Federer.

L'estate è più densa del solito per via dai Giochi Olimpici: Federer, dopo la scontata vittoria a Gstaad, mette in programma un triplo salto mortale in vista dell'Open degli Stati Uniti. Gli riesce il primo (vittoria in Canada su Roddick), ma fallisce gli altri due: perde all'esordio di Cincinnati contro Dominik Hrbaty e al secondo turno ad Atene contro Tomas Berdych. Il circuito arriva all'Open degli Stati Uniti con Agassi che vince il 17° e ultimo Masters Series (a Cincinnati su Hewitt), con Nadal che nel giorno di ferragosto centra il primo alloro a Sopot e con il sorprendente Nicolas Massu che regala al Cile le prime medaglie d'oro nella storia dei Giochi (singolare e doppio con Fernando Gonzalez).
A Flushing Meadows l'uomo da battere è ancora Federer, ma sono alte anche le quotazioni di Hewitt e Roddick che giungono ai quarti senza perdere set. Lo svizzero ne lascia uno al secondo turno a Baghdatis e due ai quarti allo scatenato Agassi. La sfida con il Kid è il piatto forte di una sessione serale spezzata dalla pioggia quando lo svizzero è avanti due set a uno. Si riprende il giorno dopo con un vento infernale, con Agassi che forza la gara al quinto, ma con Federer che non si lascia sfuggire la preziosa vittoria. Esce invece Andy Roddick, vittima degli attacchi continui di Joachim Johansson. In semifinale Federer dà tre set a zero a Henman e Hewitt, ancora senza perdere set, conquista il ruolo di sfidante distruggendo Johansson. Ma il 12 settembre Hewitt fa solo sei game, tutti nel secondo set. Il punteggio di 6-0 7-6 6-0 illustra la grandezza di Federer.
Alla fine dell'Open degli Stati Uniti l'Atp comunica che lo svizzero è già matematicamente il numero 1 di fine anno. Federer vince il decimo titolo dell'anno a Bangkok, poi si gode il riposo: lascia i due Masters Series autunnali (Madrid e Bercy) a uno scatenato Safin. Lo svizzero, imbattuto da metà agosto, chiude l'anno alla grande trionfando alla Tennis Masters Cup che torna a Houston. Moya, Hewitt e Gaudio cadono come birilli, poi in semifinale tocca a Safin piegato in due set con un tie-break record (20-18, come Borg-Lall a Wimbledon 1973). E in finale Federer infligge l'ennesima batosta a Hewitt. L'ultima parola dell'anno spetta a Rafa Nadal che allo stadio Olimpico di Siviglia, davanti a 27.200 spettatori, batte Roddick e trascina la Spagna a un clamoroso successo sugli Stati Uniti nella finale di coppa Davis. E' l'antipasto, per il più giovane campione di Davis della storia (18 anni e mezzo, un mese meno di Pat Cash 1983), di quella che sarà la carriera del mancino di Manacor.


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