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Lo spagnolo vince a Monte Carlo e Roma, poi sbanca il Roland Garros. Federer, dopo aver regalato l'Open d'Australia a Safin e perso in semifinale a Parigi da Nadal, conquista Wimbledon e l'Open degli Stati Uniti.
di Luca Marianantoni | 06 novembre 2023
A ridefinire il concetto di eccellenza ci pensa sempre Roger Federer con una stagione memorabile, segnata anche dalla consacrazione di Rafael Nadal, un ragazzino di 19 anni che in pochi mesi si trasforma in un avversario insuperabile. Lo svizzero migliora il numero di partite vinte (81) e perse (4), e di conseguenza la percentuale di vittorie (95,3%) che diventa la terza più alta dopo McEnroe 1984 (96,5%) e Connors 1974 (96%). Federer conquista lo stesso numero di tornei (11) dell'anno precedente, ma vince uno Slam in meno e perde, da infortunato, la finale del Masters contro il miglior Nalbandian di sempre. Rafa invece porta a casa lo stesso numero di tornei del campione di Basilea, lo stesso numero di Masters Series (4) e soprattutto il Roland Garros che diventa la sua casa.
I dollari dell'emiro del Qatar convincono Federer a iniziare la stagione a Doha. Scelta azzeccata: due game in media ceduti a set a cinque avversari: Ferrer, Rusedski, Lopez, Davydenko e Ljubicic. A Melbourne la striscia di partite vinte senza cedere set arriva a 14, compreso il devastante 6-3 6-4 6-4 inflitto ad Agassi nei quarti. Ma a rovinare i piani dello svizzero ci pensa Safin che ha il dente avvelenato dalla finale dell'anno precedente. Nel tie-break del quarto set Federer arriva al match point con il servizio a disposizione: va a rete, intercetta due passanti, poi nel tentativo di recuperare un lob spara un tweener che finisce in rete. Due punti dopo Safin fa suo il tie-break, ottanta minuti dopo vince la partita 9-7 al quinto in 4 ore e 28 minuti. E il giorno della finale disintegra Hewitt conquistando il suo secondo Slam.
La condizione di Federer rimane mostruosa per altre 25 partite: vince Rotterdam, Dubai, poi Indian Wells senza perdere set e Key Biscayne. In finale a Miami ritrova Nadal: lo svizzero sembra nuovamente spacciato quando si trova sotto 2 set e 4-1 al terzo. Si riprende, soffre ancora quando Nadal arriva a due punti dalla vittoria (5-3 al tie-break), poi ritrova il dritto e firma 18 degli ultimi 24 game.
L'8 aprile Nadal perde nei quarti a Valencia dal russo Igor Andreev: per oltre due anni questa rimane l'ultima sconfitta di Rafa sulla terra. Il 15 aprile Federer perde da Gasquet a Monte Carlo la seconda partita dell'anno sciupando tre match point nel tie-break decisivo. Due giorni dopo Rafa batte Guillermo Coria in finale. E' l'inizio della leggenda: Rafa vince Barcellona e poi infiamma Roma. Nella finale del Foro Italico contro Coria, Rafa pare mollare nel quinto quando l'argentino arriva alla palla del 4-0. Risorge per prepararsi a un tie-break conclusivo ancor più spettacolare: Nadal sale 5-1, Coria recupera sul 6 pari. L'argentino non chiude uno smash, traballa e Nadal, da autentico gladiatore, infila il rivale dopo 5 ore e 14 minuti: è la più lunga finale dell'Era Open.
A Parigi il numero 1 del mondo Federer è sorteggiato dalla stessa parte di Nadal. Sulla terra lo svizzero non è incerto come negli anni precedenti: gioca con sicurezza e raggiunge le semifinali senza cedere set (due set point cancellati al terzo turno a Fernando Gonzalez). Rafa non è da meno: un set lasciato a Grosjean prima del big match di venerdì 3 giugno, giorno del suo 19° compleanno. Federer ci arriva da favorito con 62 vittorie nelle ultime 64 partite. Ma in campo lo svizzero evapora presto al cospetto dello spagnolo. Servizio (3 ace e 5 doppi falli) e dritto tradiscono Federer che subisce 4 break nei primi 5 turni di battuta. Roger tiene nel secondo, recupera nel terzo da 2-4 a 4-4, ma subisce un nuovo break. Nel quarto set sale 3-1 poi si spegne. Rafa è una macchina da guerra dalle munizioni infinite.
L'ultimo ostacolo per Rafa è Mariano Puerta, un mancino argentino che nei quarti supera Canas in cinque set e in semifinale Davydenko in tre. E' una finale più complicata del previsto: Rafa perde il primo set al tie-break, ma chiude 7-5 al quarto dopo aver salvato in risposta 3 set point sul 4-5 .
L'erba per Rafa è ancora indigesta. Quando ci torna, da campione di Parigi, perde da Waske al primo turno di Halle e da Muller al secondo turno di Wimbledon. Gli intoccabili sono sempre loro: Federer e Roddick, ancora una volta campioni ad Halle (lo svizzero su Safin) e al Queen's (l'americano su Karlovic).
A Church Road i due non hanno rivali: Federer viene scippato di un set da Nicolas Kiefer al terzo turno, Roddick viene messo alle corde prima da Daniele Bracciali e poi da Sébastien Grosjean: contro l'azzurro si arbitra da solo, convincendo il supervisor (ma non Bracciali e il pubblico) a sospendere il match per l'oscurità. Il giorno dopo Bracciali gioca un quarto set da favola e nel quinto ha la chance di rientrare in partita quando, sotto 2-4, si procura due palle break. La prima di questa è indimenticabile: con una sventagliata di dritto l'azzurro s'inventa un passante lungolinea su cui Roddick si fionda in tuffo. E' il punto del torneo, Bracciali rimane a bocca aperta mentre Becker sobbalza in cabina tv ricordando i suoi di guizzi felini. L'americano ricorre al quinto set anche contro Grosjean nei quarti e in semifinale è messo ancora a dura prova dalla velocità di Thomas Johansson.
Il 3 luglio Federer va a caccia del terzo Wimbledon di fila. E' una passeggiata rapida: un punto perso al servizio nel primo set, un break subito a inizio di secondo ma immediatamente recuperato, due set point mancati sul 5-4 del secondo set vinto 7-2 al tie break e comodo 6-4 al terzo.
Rafa torna a vincere sulla terra di Bastad e Stoccarda. Il 25 luglio è per la prima volta numero 2 del mondo e in agosto batte Agassi (reduce dal titolo numero 60 a Los Angeles) in finale all'Open del Canada. Roger invece, tra Wimbledon e Flushing Meadows, gioca solo Cincinnati battendo Roddick in finale. All'Open degli Stati Uniti Federer, dopo aver perso un set con Kiefer, liquida Nalbandian e Hewitt in semifinale. Nadal invece viene eliminato al terzo turno da James Blake, ma la sconfitta che fa più notizia è quella di Roddick che al primo turno perde in tre tie-break da Gilles Muller. Andy è talmente sconvolto che prima di presentarsi ai giornalisti si mette a correre, per smaltire la rabbia, nei corridoi interni dell'Arthur Ashe Stadium.
Senza Roddick agli americani si aggrappano ad Agassi, ma l'idea che il Kid possa ripetersi a 15 anni dalla finale del 1990 pare follia. Agassi va del suo passo, affronta un pericolo alla volta con la saggezza dei vecchi. L'esordio è semplice, poi con tre tie-break pericolosi frena Karlovic, in quattro set batte Berdych e in cinque doma Malisse agli ottavi. Ai quarti Agassi affronta Blake: è un match indimenticabile, il Kid va sotto due set, poi è ancora sotto un break al quinto quando Blake si appresta a servire per il match sul 5-4. Agassi si aggrappa alla risposta e ai passanti lungolinea, fa il contro break ma al tie-break è ancora sotto 5-4 con Blake che ha due servizi per chiudere. Sono l'una della notte quando il pubblico omaggia i duellanti con una standing ovation indimenticabile: Agassi recupera ancora una volta e chiude 8-6 al secondo match point.
La via crucis di Agassi continua in semifinale con altri cinque set per domare Robby Ginepri e si conclude in finale, non senza dare l'anima e lottando punto a punto con re Federer. Lo svizzero impiega 8 set point per chiudere il primo set, perde il secondo e nel terzo si trova sotto 4-2. Costretto a recuperare, lo svizzero mette a puntino la volée e il dritto che da soli sono sufficienti a mettere ko Agassi, generoso a dare tutto in una delle ultime grandi recite della carriera.
La stagione invernale riprende tra acciacchi e infortuni: Nadal vince Pechino, poi batte in cinque set Ljubicic a Madrid, ma si fa male alla pianta del piede e finisce anzitempo l'annata. Federer sbanca Bangkok e arriva alla Tennis Masters Cup di Shanghai con una caviglia a pezzi. Quando rifila un mortificante doppio 6-0 a Gaudio in semifinale, Federer è imbattuto da 35 partite (dal giorno del compleanno di Nadal a Parigi) ed è pronto per affrontare in finale Nalbandian, già battuto nel girone: se lo supera chiude l'anno come McEnroe, con 82 vittorie e 3 sconfitte. Lo svizzero vince i primi due set al tie-break, poi si blocca di colpo, ma nel quinto serve arrivando a due punti dal match (6-5, 30-0). Sembra fatta, ma dopo 24 finali vinte di fila, arriva l'ora della resa. L'argentino recupera e vince 7-3 al tie-break il titolo più importante della carriera.
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