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Rafael Nadal vince per la quarta volta il Roland Garros e poi, quattro settimane dopo, batte Roger Federer in una indenticabile finale di Wimbledon. Lo spagnolo è il nuovo re del mondo.
di Luca Marianantoni | 10 novembre 2023
Per arginare l'emorragia di punti Atp e per mettere tennis nelle gambe, Federer si iscrive all'Estoril che conquista su Davydenko, il quale si ritira a inizio di secondo set, per un problema alla gamba, dopo aver mancato un set point nel primo set. Per non smentire la tradizione Rafa firma il poker a Monte Carlo contro un Federer di colpo più sveglio, rapido e veloce: Nalbandian e Djokovic non si battono da soli e in finale lo svizzero lancia segnali di ripresa (avanti un break nel primo set, addirittura 4-0 nel secondo) che però non scalfiscono la corazza d'acciaio di Super Nadal. Le vesciche ai piedi fermano Rafa contro Ferrero a Roma dopo 18 finali di fila sulla terra, Stepanek elimina Federer e il torneo premia Djokovic che in finale assaggia la consistenza di Stanislas Wawrinka, uno svizzero di talento dallo straordinario rovescio a una mano. L'ultimo giro d'orologio prima di Parigi è Amburgo che l'Atp declassa dal 2009 per dare spazio al torneo di Madrid di Ion Tiriac. La veloce terra rossa di Rothenbaum è ancora alleata di Federer che gioca, pur perdendo, un grande match contro Nadal: lo svizzero sale 5-1 nel primo set, va avanti 5-2 nel secondo, ma finisce battuto 7-5 6-7 6-3 dall'inossidabile Nadal.
Le vittorie incompiute di Federer caricano ancor di più Nadal e fanno sprofondare nello sconforto lo svizzero. L'approccio mentale di Federer ai duelli con Nadal è sempre negativo. La terza finale parigina tra i due termina in un'ora e 48 minuti: Rafa fa tutto quello che vuole e conquista la quarta Coppa dei Moschettieri con un facile 6-1 6-3 6-0. Nadal è il primo, dopo Borg, a vincere Parigi senza perdere set (41 game): il record rimane a Borg con 32 game ceduti nel 1978 e 38 nel 1980.
Il bello deve ancora venire: Nadal dà una ulteriore mazzata al morale di Federer conquistando il suo primo torneo su erba. Al Queen's ci sono fior di campioni che Nadal doma con estrema naturalezza: resiste a Karlovic, batte Roddick in semifinale e Djokovic in finale. Lo svizzero si ricongiunge all'erba di Halle che fa sua per la quinta volta superando in finale Kohlschreiber.
A Wimbledon si assiste alla quiete prima della tempesta. La supremazia dei due cancella ogni altro pretendente. Federer piomba alla sesta finale di fila senza perdere set e con una solida semifinale vinta su Safin, autore al secondo turno dell'eliminazione di Djokovic. Nadal lascia un set a Gulbis al secondo turno, poi le briciole a Murray e alla sorpresa Schuettler in semifinale. Il 6 luglio 2008 la storia del tennis è pronta a scrivere una pagina indelebile che accosta la prestazione di Rafa e Roger a quella di Borg e McEnroe nella finale del 1980. L'avvio è tutto per Rafa, come il secondo set che lo spagnolo recupera da 1-4. Federer annulla due match point nel tie-break del quarto, poi sul crepuscolo della sera, dopo aver mancato la palla del 5-3 (12 su 13 le palle break fallite dallo svizzero), Roger finisce nelle fauci di Rafa che conquista una finale indimenticabile. Dopo 65 partite vinte di fila sull'erba, di cui 40 a Wimbledon, Roger china la testa a un Nadal straripante e incontenibile. E' la prima doppietta Roland Garros-Wimbledon da Borg 1980.
Il regno "aritmetico" di Federer ha i giorni contati: se ne accorge anche il computer e dopo le sconfitte al primo turno all'Open del Canada contro Simon e al secondo turno di Cincinnati contro Karlovic, Federer scivola alle spalle di Nadal dopo 237 settimane di regno. Il 18 agosto Nadal è per la prima volta numero 1 del mondo e lo spagnolo si fa trovare pronto: vince in Canada, perde in semifinale a Cincinnati da Djokovic e trionfa ai Giochi Olimpici di Pechino su Gonzalez; Federer è mestamente estromesso ai quarti da Blake, ma si consola parzialmente con la medaglia d'oro vinta in doppio con Wawrinka.
Il primo torneo che Nadal gioca da numero 1 del mondo è l'Open degli Stati Uniti su quel cemento che fatica a digerire. Di testa non teme confronti, ma è la stanchezza accumulata a togliergli un po' di spinta in una semifinale tosta, persa in quattro set contro un Murray sempre più forte. Dall'altra parte del tabellone Federer cerca di salvare una stagione con pochissime gioie e molti dolori: deve ritrovare la continuità ma anche la fiducia. Il match chiave è un terzo turno contro Andreev: lo svizzero rincorre, si fa umile, accetta lo scambio dal fondo. L'emblema della sofferenza di Federer è racchiusa nel quinto set: Federer manca la chance del 5-1 e sul 4-2 è costretto a salvare 4 palle del contro break. Federer stringe i denti e dopo 3 ore e 31 esce dal campo a braccia alzate. In semifinale affronta un Djokovic a corto di energie: Federer è tirato a lucido e sul 5 pari del terzo set mette a segno la stoccata vincente per garantirsi la finale, posticipata a lunedì per colpa della pioggia.
Il big match è un monologo di Federer che viaggia al 79% dei punti fatti con la prima di servizio rispetto al 51% di Murray, eroico nel secondo set a tenere testa al rivale, ma ancora troppo leggero e discontinuo nell'arco di un match al meglio dei cinque set. E' la partita della svolta: Federer dà un senso al 2008 conquistando lo Slam numero 13, uno in meno dal record di Pete Sampras.
Con la finale all'US Open Murray sale per la prima volta al numero 4 del mondo dando inizio alla leggenda dei Fab Four. L'autunno è mediocre per tutti: Rafa perde a Madrid da Simon, a Bercy da Davydenko e chiude la stagione senza andare alla Tennis Masters Cup, Federer vince il torneo di casa a Basilea, ma finisce terzo nel girone del Masters battuto sia da Murray che da Simon. Lo scozzese vince il Masters Series di Madrid e San Pietroburgo, Tsonga fa centro a Bercy e Djokovic finisce come aveva iniziato l'anno, con una grande vittoria e il titolo di Maestro in quel di Shanghai.
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