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Vienna, Basilea, Parigi-Bercy: storia dei tornei decisivi per le Finals

I tre tornei in calendario nelle prossime due settimane hanno spesso spostato gli equilibri in vista delle Finals, regalando conferme e gioie inattese. Ecco la loro storia e quello che ci dobbiamo aspettare nel 2024

di | 18 ottobre 2024

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In tre settimane si decide tutto, si decidono i nomi che mancano per completare il quadro dei partecipanti alle prossime Nitto ATP Finals di Torino. Ma sono le prossime due, in realtà, le settimane davvero decisive, o almeno così ci insegna la storia: la prima con Vienna e Basilea, la seconda con l'ultimo Masters 1000 stagionale, quello di Parigi Bercy. 1500 punti in palio che possono ancora, tra il quinto e il quindicesimo posto della Race, cambiare gli equilibri e mandare in Piemonte qualcuno che al momento sarebbe fuori.

Per esempio, personaggi come Grigor Dimitrov e Stefanos Tsitsipas. Detto che prima di fare ipotesi concrete bisognerà attendere la fine degli appuntamenti in corso, si può già cercare di capire come hanno influito, negli anni, i prossimi eventi nella corsa al Torneo dei Maestri.

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VIENNA

A Vienna siamo particolarmente legati, perché lo scorso anno il torneo lo vinse Jannik Sinner, in finale su Daniil Medvedev. Ma il 500 austriaco ha una lunga storia (nata nel 1974) fatta di tante stelle che hanno iscritto il loro nome nell'albo d'oro: parliamo di Lendl, Ivanisevic, Becker, Sampras, Federer, Djokovic, Murray, Del Potro, tanto per citarne alcuni. Un torneo, quello viennese, che gode di particolare prestigio proprio per via della sua collocazione, quando ancora la bagarre per andare alle Finals è molto viva e allora tutti cercano di raccogliere gli ultimi punti per rimanere (o entrare) nei migliori 8 della Race.

Un esempio? Nel 2020, Andrey Rublev vinse il titolo battendo in finale Lorenzo Sonego (che in precedenza aveva dominato Novak Djokovic), e proprio quei 500 punti furono decisivi nell'approdo del russo alla O2 Arena di Londra. Stesso discorso, solo per restare ai casi più recenti, per Kei Nishikori (finalista nel 2018) e per Andy Murray (vincitore nel 2014). 

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BASILEA

Nella stessa settimana di Vienna c'è pure il torneo di Basilea, feudo di Roger Federer che proprio nella cittadina Svizzera aveva cominciato ad amare il tennis facendo il raccattapalle per i campioni. Qualcosa che poi Roger ha voluto celebrare in seguito con la famosa pizza insieme ai ball boys dell'evento basilese in ognuna delle sue vittorie. Gli Swiss Indoors nascono nel 1970 e premiano nel corso degli anni tanti big del circuito: Borg, Lendl, Noah, Edberg, Courier, McEnroe, Becker, Sampras, Djokovic.

E ovviamente Federer, a segno per 10 volte dal 2006 al 2019. Annullato per colpa della pandemia non uno ma addirittura due anni (2020 e 2021), l'evento ha visto negli ultimi due anni il trionfo di Felix Auger-Aliassime. In entrambi i casi, per i finalisti era pronta una beffa: proprio a causa della sconfitta nell'ultimo atto, sia Holger Rune che Hubert Hurkacz dovettero accontentarsi del ruolo di prima riserva alle Finals. Fu decisiva per la qualificazione, invece, la vittoria di Marin Cilic nel 2016, come quella di Fernando Gonzalez nel 2005.

PARIGI BERCY

Anche Parigi Bercy ha una storia che comincia intorno agli anni Settanta, precisamente nel 1969. Una storia che è presto divenuta importante, come quella di ogni evento che si disputa all'ombra della Tour Eiffel. Il palazzetto dello sport di Bercy è diventato nel tempo crocevia di storie spesso sorprendenti, quasi sempre emozionanti, su di un campo che per un periodo è stato talmente veloce da provocare prima tante polemiche, poi un netto rallentamento della superficie. 

Tanto che oggi – sentendo i giocatori – è uno degli eventi con i campi più lenti dell'intero circuito. Stare a guardare l'albo d'oro per scovare nomi illustri è esercizio persino inutile. Più utile invece è scovare chi non c'è: Rafa Nadal, per esempio. Oppure ancora Lendl e McEnroe. 

Più interessante ancora è scovare le sorprese che hanno punteggiato l'albo d'oro: Karen Khachanov nel 2018 e Jack Sock nel 2017 le più recenti, con il secondo che riuscì nel mezzo miracolo di qualificarsi per le Finals, partendo da molto indietro e finendo ottavo nella Race grazie a quei 1000 insperati punti parigini. Un po' quello che accadde anche a Thomas Enqvist nel 1996.

Parigi coi big ha una storia particolare: da un Djokovic (detentore del titolo) che si è preso 7 trofei, a Roger Federer che ne ha conquistato solo uno, per arrivare poi a coloro che nemmeno ci sono riusciti, a prendersi il titolo a Bercy. Quest'anno, come sempre, quei 1000 punti potrebbero fare la differenza, e se saranno confermate le condizioni lente delle ultime edizioni saranno in tanti a poter dire la loro.

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