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Bergamo non ha mai avuto un top 200 Atp: il migliore in assoluto è stato Marcello Bassanelli, che tra gli anni Ottanta e Novanta arrivò a quota 207. Prima e dopo, qualche buon giocatore (tra cui Ugo Pigato, papà e coach di Lisa, tra le migliori promesse azzurre) ma nessuno in grado di entrare regolarmente nel circuito pro e metterci le tende. Oggi ci prova Samuel, 21 anni
06 gennaio 2024
Già il doppio cognome – Vincent Ruggeri – fa intendere che il ragazzo non sia di origini esclusivamente italiane. Il 21enne Samuel, in effetti, è un bel mix tra la belga Gent (patria di mamma Aline Vincent) e Albino, provincia di Bergamo (terra di papà Roberto Ruggeri, che lo allena da sempre), ma con un percorso e un curriculum sportivo tutto tricolore.
Numero 324 Atp come best ranking, raggiunto lo scorso dicembre grazie a un paio di titoli a Sharm El Sheikh, il ragazzo ha delle qualità che meritano di essere osservate da vicino, anche se fin qui è mancato l'acuto che ad altri coetanei ha spalancato la carriera di alto livello.
'Samu' è un ragazzotto che passa il metro e novanta e che ha spalle larghe da corazziere. Eppure è anche uno che in campo si sa muovere con una certa serenità, malgrado non abbia nello spunto veloce il suo marchio di fabbrica. Per il resto, tuttavia, le caratteristiche del tennista moderno non gli mancano: bel servizio, diritto pesante, rovescio a due mani sicuro.
E qualche variazione che arriva dalla lunga (e proficua) frequentazione del doppio, specialità in cui si è già preso 11 trofei tra 15 e 25 mila dollari. Vincent Ruggeri è stato per un lungo periodo sotto le cure di Christian Merlato all'Accademia Vavassori di Palazzolo sull'Oglio, periodo in cui ha fatto ottime cose nel circuito Juniores, arrivando a prendersi i top 40 Itf e i quarti Slam in doppio. Niente di straordinario, se lo paragoniamo ai big azzurri, ma risultati di rilievo se vogliamo immaginare per lui una carriera da pro. Che – di questi tempi è bene ricordarlo – non deve essere per forza una carriera da fenomeno.
Il passaggio di Samuel dal panorama juniores a quello dei pro è stato graduale e con progressi costanti. Niente drammi alle prime sconfitte deludenti, niente proclami particolari. L'obiettivo sono sempre i top 100, ma ognuno ci arriva (se ci arriva) secondo i suoi tempi e le sue modalità. Così Vincent Ruggeri ha scelto di fare tutto in casa, trovando peraltro qualche inatteso sparring di buon livello vicino a casa, in un momento particolarmente florido per le racchette orobiche. Bergamo – va detto – non ha mai avuto un top 200 Atp: il migliore in assoluto è stato Marcello Bassanelli, che tra gli anni Ottanta e Novanta arrivò a quota 207. Prima e dopo, qualche buon giocatore (tra cui Ugo Pigato, papà e coach di Lisa, tra le migliori promesse azzurre) ma nessuno in grado di entrare regolarmente nel circuito pro e metterci le tende.
Samuel sembra poter invertire la rotta, ed è stato lo stesso Bassanelli – che ultimamente lo ha visto spesso da vicino – a dargli una sorta di benedizione: “Sono convinto che mi supererà, si tratta solo di aspettare che trovi la continuità ad alto livello e che sistemi due o tre cose nel suo tennis”. Le cose da sistemare magari sono più di due o tre, ma in effetti la continuità per Samu è stata un problema. Ogni volta che si è acceso, si è anche spento in fretta, con qualche acciacco fisico a rendergli il cammino un po' più complesso del previsto. L'ultimo problema, in casa propria: Challenger di Bergamo 2023, primo turno contro l'ex top 10 David Goffin, pubblico (ovviamente) tutto per lui. Il ragazzo di casa lotta e fa match pari, poi arrivano i crampi e persino una storta alla caviglia: il tie-break del secondo set se ne va, con quello anche la partita. Ma chi ha visto il confronto è uscito con qualche speranza in più in merito a un futuro top 100 bergamasco.
Ha vinto tanto anche da piccolo, Samuel, perché nelle categoria under non voleva mollare un quindici nemmeno quando la partita sembrava ormai indirizzata. La sua voglia di lottare e stare in campo ha lasciato (ovviamente) il posto con gli anni a un altro tipo di tennis, più aggressivo e meno attendista, ma il carattere è rimasto quello di un agonista vero, anche nelle giornate no.
Cresciuto sulla terra, ha anche trovato sul rosso i migliori risultati, perché le sue aperture piuttosto ampie richiedono un po' di tempo in più per unire efficacia e controllo. Ma in realtà le armi sono del giocatore da veloce, tanto che sul cemento (di Sharm El Sheikh) sono giunti tutti gli ultimi trionfi. Ora l'obiettivo è fare ancora un gradino, per arrivare il più rapidamente possibile in zona qualificazioni Slam. Sarebbe un nuovo punto di partenza per un 'prodotto fatto in casa' che non si accontenta ora, come non si è mai accontentato in passato.