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Il concetto di 'vincere sporco' è stato evidenziato da Brad Gilbert, l’autore del libro “Winning Ugly”, la cui prima edizione fu pubblicata addirittura nel lontano 1993. Un testo che cerca di creare un solco fra l’ottimo giocatore e il grande campione. Un testo che fu il manifesto dell'Agassi post 1994
25 aprile 2024
“L’importanza di vincere quando si gioca male”. Ultimamente è stato Novak Djokovic - il tennista numero 1 al mondo e vincitore di 24 Slam - a sottolineare più volte l’importanza di portare a casa le partite dove si è meno brillanti, dove le grandi giocate non riescono e bisogna solo essere pratici e concreti. Djokovic è un maestro in questo: capace di ribaltare match in cui per gran parte del tempo non era riuscito a incidere e dove a un certo punto trova la forza per emergere e sfiancare l'avversario. Nole è il numero 1 per tenuta mentale, per lettura delle partite e per capacità di portare a proprio vantaggio le situazioni più difficili.
Anche grazie a questa filosofia, Djokovic è riuscito a inserirsi nella lotta tra Federer e Nadal, superando poi entrambi in termini di vittorie. Non aveva l’estetica di Roger e l’esplosività di Rafa, ma più di tutti sapeva (e sa ancora) “vincere sporco”, ossia trarre il meglio dalle proprie possibilità individuando al tempo stesso le debolezze altrui. Servirà questo a Djoker per vincere ancora nel clou della stagione che sta per arrivare: da Roma agli Us Open, passando per Roland Garros, Wimbledon e Olimpiadi.
Gilbert, che da giocatore è stato numero 4 del ranking Atp, vincendo 20 tornei con un exploit a Cincinnati 1989 (vittoria in 3 set su Edberg), non ha ottenuto “The Big One” tra gli anni ‘80 e gli anni ‘90, ma vanta due quarti di finale Slam (Us Open 1987 e Wimbledon 1990).
Da coach, dopo aver dato la chiave per diventare eterno ad Agassi, ha allenato Andy Roddick, portato alla conquista del suo unico Slam (Us Open 2003) e al numero 1 della classifica mondiale. Se Andy Murray è diventato uno dei Fab Four, inoltre, deve molto proprio a Brad, che lo prese quando era un ragazzino e lo trascinò fino al numero 8 della classifica mondiale.
Ora c'è la missione che Gilbert si è prefissato con Coco Gauff, che ha tutte le carte in regola per raggiungere il numero 1 del ranking Wta. “E’ una perfezionista come Agassi”, ha dichiarato Gilbert di recente. Toccherà a lui renderla meno perfetta e più efficace: così si diventa campioni.