-
Atp

Zeppieri visto da Sartori: "Ora sta bene. E la palla va veloce"

A che punto è il progetto Zeppieri? E soprattutto, facendo un passo indietro, come è nata questa partnership tra uno dei coach più esperti e vincenti del panorama tricolore e uno dei giovani più brillanti di questa generazione d'oro? Ecco cosa pensa Massimo Sartori

di | 13 ottobre 2023

Giulio Zeppieri esulta (foto Getty Images)

Giulio Zeppieri esulta

Lo avevamo lasciato in crescita, lanciato verso i top 100 Atp e con tanta fame di andare oltre quel muro. A Karlsruhe (Germania), Challenger 75 a inizio luglio, Giulio Zeppieri era pure andato avanti di un set in finale sul cileno Alejandro Tabilo, dominato per 6-2. “Poi quella brutta storta alla caviglia – spiega Max Sartori – che ci ha complicato i piani. Il recupero è stato lungo e non semplice, ci ha portato via un paio di mesi. Peccato perché quel match l'avrebbe vinto, era troppo superiore”.

La ripresa agli Us Open, con le qualificazioni e una sconfitta al terzo turno. Quindi altri Challenger con alti e bassi, come è normale che sia quando la fiducia nelle proprie condizioni non è ancora al top. Ma adesso, dunque, il progetto Zeppieri a che punto si trova? E soprattutto, facendo un passo o due indietro, come è nata questa partnership tra uno dei coach più esperti e vincenti del panorama tricolore e uno dei giovani più brillanti di questa generazione d'oro?

“Giulio – spiega Sartori – non lo conoscevo così bene, se non per quello che vedevo ogni tanto nei tornei. È stato lui a contattarci e a dirci che voleva cambiare qualcosa. Così, come in ogni relazione che comincia, gli abbiamo detto che potevamo provare e capire se la cosa poteva funzionare. Subito ci siamo accorti di un fatto: il ragazzo aveva tanta tanta voglia di lavorare e di migliorarsi. Cosa che personalmente non do mai per scontata. Il primo passo era star bene, sentirsi a proprio agio fisicamente, così lo abbiamo affidato alle cure di Massimiliano Pinducciu (già al fianco di Seppi e Cecchinato, ndr), che è riuscito a fare un ottimo lavoro, grazie anche allo stesso Giulio, il quale non si è mai – e sottolineo mai – tirato indietro. È stato forse il periodo più difficile, parliamo di novembre e dicembre del 2022: quando un giocatore si sente tranquillo con le sue possibilità fisiche, poi anche in campo può dare altre risposte”.

Risposte che, in effetti, stavano arrivando: “La sfortuna è stata incappare in quella storta alla caviglia, ma sono cose che capitano. La nota molto positiva è che nel frattempo si era abituato all'idea di poter giocare bene sul cemento, in generale fuori dalla terra battuta. Anche sotto il profilo personale è cresciuto e potremmo dire che ha deciso di crederci fino in fondo, di fare sul serio. Mentre in precedenza ancora in parte dubitava delle sue possibilità di arrivare in alto. Oggi quei dubbi non ci sono più e tutto l'atteggiamento è cambiato, dagli allenamenti alla partita. Carattere difficile? Non direi proprio. Anzi, Giulio ha un bel carattere e soprattutto è un ragazzo educato, il che è una cosa che personalmente apprezzo sempre molto. Quel body language a volte un po' negativo del passato faceva parte di una generale sensazione di precarietà che ci auguriamo di aver aiutato a far sparire”.

Giulio Zeppieri (foto Panunzio)

Cemento dunque, per esaltare i colpi di un talento che va veloce. O meglio, fa andare veloce la palla: “Ho sentito i paragoni con il diritto di Verdasco: tecnicamente in realtà sono diversi, ma la palla in effetti viaggia comunque con una velocità simile. Al di là dei paragoni – continua Sartori – mi piace il fatto che oggi Zeppieri voglia provare a costruirsi il punto non attraverso delle accelerazioni casuali, come faceva in precedenza, bensì con degli schemi studiati. Che poi magari vengono comunque finalizzati con un'accelerazione vincente, ma dentro a un altro contesto. Ad oggi il primo obiettivo – che tutto sommato non è lontano – è quello di entrare nei top 100 e restarci stabilmente. Poi l'idea è quella di fargli capire come funziona il circuito a un certo livello. Perché fare semifinale a Umag e mettere in crisi Alcaraz va benissimo, ma bisogna farne due, tre, quattro di semifinali Atp, per capire come funziona quel mondo. Attorno a lui c'è uno staff che comprende anche Tommaso Castagnola e Nicola Ceragioli: ci alterniamo nei tornei e siamo convinti che potrà fare progressi importanti”.

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti