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La cronaca del match di secondo turno di Matteo Arnaldi (n. 35), sconfitto da Tomas Machac (n. 21), in una partita con un rendimento molto altalenante da parte di entrambi. Il ceco attende al terzo turno Reilly Opelka
di Samuele Diodato | 22 marzo 2025
Dopo Luciano Darderi e Lorenzo Sonego, anche Matteo Arnaldi (n. 35 ATP) si è fermato oggi al secondo turno del Miami Open presented by Itau (Masters 1000 - montepremi di 11,255,535 dollari). Come lo scorso anno, il ligure si è arreso di fronte a Tomas Machac (n. 21), col punteggio di 62 16 63. Una partita sostanzialmente a tre facce, in cui entrambi i tennisti - a turno - hanno avuto nettamente la meglio sull'altro. Deluso nel finale l'italiano, che dopo il secondo set sembrava avere l'inerzia dalla sua parte all'inizio del parziale decisivo.
L’unico precedente, in un main draw del circuito ATP, era il match di ottavi di finale dello scorso anno in Florida, vinto con un doppio 63 dal ceco. Che ancora prima, nelle qualificazioni dell’ATP 500 di Dubai, aveva lasciato appena un game all’azzurro. Le cui difficoltà, contro il tennis del n. 21 al mondo, si manifestano purtroppo per lui da subito anche oggi.
Arnaldi si porta infatti 30-0 nel primo game, ma poi diventa improvvisamente falloso, permettendo a Machac di fuggire subito nel punteggio. Nel tentativo di spingere due volte verso il dritto dell’avversario, dal 30-30, l’italiano mette per due volte la palla larga, pregiudicando, col senno di poi, le sue chance di rientro.
La rigidità da fondo campo, infatti, lo tradisce anche nel successivo turno di battuta. Salvata una palla break, dunque, prova la discesa a rete sulla seconda, ma il nastro respinge, mettendo il set definitivamente in discesa per Machac. Tatticamente, la sua scelta è spesso quella di giocare in centro, senza dare angolo al sanremese. A fine set, in realtà, entrambi fanno segnare 10 gratuiti, ma il campione di Acapulco fa più vincenti (8 a 5) e gioca ancor più prime (82%) rispetto a quelle di Arnaldi (76%).
Le basi della sua reazione, il ligure le mette salvando gli ultimi due turni di servizio del parziale, mentre il nativo di Beroun vive un passaggio a vuoto lunghissimo alla ripresa del gioco. In un “film” molto simile al primo break della partita, questa volta è Machac a spegnersi dal 30-15.
Tre non forzati di fila danno il break ad Arnaldi, che da s’avvia ad un dominio ancora più a senso unico di quello subito fino a poco prima. I suoi colpi sono penetranti in tutte le direzioni, di fronte ad un avversario appannato anche dal punto di vista fisico. Ben 11 i vincenti del ragazzo classe 2001, che allo stesso tempo può contare sui 15 gratuiti – in appena sette giochi – di Machac, che inoltre chiude con una pecentuale di realizzazione sulla prima del 39%, anche inferiore al 67% fatto segnare con la seconda.
I passaggi a vuoto, tuttavia, non sono finiti e purtroppo, nel terzo set, la vittima è ancora una volta Arnaldi. Nel primo gioco, l’italiano si trova anche 15-30 in risposta, ma in particolar modo sul 30-30, un tentativo di cross di rovescio finito in rete rivitalizza un Machac fino ad allora ancora spettatore del match, aprendo uno scenario dolorosissimo il n. 35 al mondo.
Sono quattro, gli errori di fila nel suo turno d’apertura al servizio, che si trasforma nel break decisivo per permettere al ceco di prendere il largo senza più voltarsi. Nel quinto gioco, Arnaldi annulla anche una palla del doppio break, ma senza più riuscire ad incidere in risposta.
Gli scambi, ora, sono rapidi, e contro un avversario che mira ad anticipare continuamente i colpi, è necessario fare la differenza nei primissimi colpi tenendo le traiettorie costantemente profondi. Costanza che manca, ad Arnaldi, mentre tornerà per il secondo anno consecutivo al terzo turno del Masters 1000 della Florida.
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