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"Giocare aggressivo e con gioia, è questo il mio stile"

Atteso da una stagione di conferme in cui proverà a rilanciare l'assalto al n.1 del ranking, Carlos Alcaraz nel corso della seconda stagione di Break Point, serie Tv dedicata al tennis in onda su Netflix, riflette sul suo stile di gioco e su quella che nei prossimi anni potrebbe diventare una delle rivalità più accese del circuito

di | 17 gennaio 2024

L'esultanza di Carlos Alcaraz all'Australian Open (Getty Images)

L'esultanza di Carlos Alcaraz all'Australian Open (Getty Images)

"Giocare aggressivo e con gioia, è questo il mio stile". Carlos Alcaraz ha spiegato il suo approccio al tennis nel corso dell'episodio lui dedicato nella seconda stagione di Break Point, la docu-serie Netflix sul tennis.

Nel corso della puntata Alcaraz ha parlato anche della rivalità con Holger Rune. Entrambi giovani, terribili e in forte ascesa. Se per Carlos Alcaraz la consacrazione sul circuito Atp è andata concretizzandosi negli ultimi due anni nei quali è riuscito a conquistare i suoi due primi Slam in carriera intestandosi anche per diverse settimane il n.1 del ranking, per Holger Rune la scalata al vertice è stata frenata nell'ultima stagione da un prolungato infortunio alla schiena che ne ha pregiudicato il rendimento rischiando di farlo scivolare fuori dalla top10.

Arrivati entrambi non al meglio sul rettilineo finale del 2023, lo spagnolo non è riuscito a trovare negli ultimi eventi lo spunto necessario per sigillare con un ultimo acuto una stagione conclusa comunque con ben sei titoli in bacheca. Il danese, complice anche l'innesto nel suo team di Borsi Becker, è riuscito invece progressivamente a rimettersi in carreggiata centrando le semifinali a Basilea, i quarti al Masters1000 di Bercy inaugurando infine il suo 2024 con la finale persa a Brisbane contro Grigor Dimitrov. 

"Holger è un giocatore davvero difficile da affrontare - ha detto Alcaraz - anche lui è salito ai vertici molto in fretta e so che vivremo tante battaglie come fatto da Djokovic, Nadal e Federer quando erano più giovani durante tutti quegli anni".

Uscito sconfitto dal loro primo confronto diretto risalente alla fase a gironi delle Atp NextGen Finals del 2021, Alcaraz ha vinto i successivi due scontri diretti contro Rune, l'ultimo dei quali giocato proprio l'anno scorso nei quarti di finale di Wimbledon e risoltosi in tre set in favore del murciano, che chiuderà poi il torneo con il suo secondo successo in uno Slam.

"Ero carico, mi sentivo bene fisicamente - ha ricordato Rune durante l'episodio - Ero pronto a fare tutto ciò che era in mio potere pur di vincere quella partita, ma alla fine lui riuscì a gestire la tensione meglio di me e giocò meglio nei momenti chiave del match".

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A stupire nel corso della loro ascesa, oltre alla loro precocità, è stato soprattutto il modo in cui questi due giovani sono riusciti a gestire le tante prime volte che hanno dovuto affrontare una volta atterrati sul circuito professionistico. Una pressione non semplice da sostenere, e che in passato - come tuttora - continua a schiacciare chi è ancora sprovvisto dei mezzi e della convinzione necessari per poterne sopportare il peso. 

 

Alcaraz, invece, manifesta pensieri positivi. "Non ho persone accanto a me che mi dicono di raggiungere questo o quel risultato o di vincere tutti i match che gioco. Cerco di pensare solo a me stesso, al mio team e alla mia famiglia. Ed è così che non avverto alcuna tensione" ha detto. Il suo manifesto è la regola delle tre C (cuore, cervello e c....arattere) instillatagli da suo nonno che Alcaraz va spesso ripetendo dopo alcune sue prestazioni vincenti.

Chissà se basterà per alimentare da protagonista una rivalità che, carta d'identità alla mano, si direbbe destinata a scandire i prossimi dieci anni di vita del circuito Atp. E se invece di una rivalità si trattasse di un duello a tre? Quale il nome del terzo indiziato? E' italiano, è anch'egli un top10, e negli scontri diretti l'anno scorso ha staccato lo spagnolo accorciando le distanze sul danese. Indovinato?

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