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Il serbo rende onore al n.1 azzurro capace di batterlo per la prima volta in carriera: "Ha meritato di vincere, ma non credo di aver sbagliato molte cose". Poi sul pubblico: "Era prevedibile, ed è normale che sia così. Ma sono orgoglioso di quanto messo in campo"
di Ronald Giammò | 15 novembre 2023
Incassata la sua prima sconfitta dopo 19 vittorie consecutive, Novak Djokovic ha così commentato in conferenza stampa il match perso contro Jannik Sinner: "L'ultima volta che ci eravamo sfidati fu a Wimbledon, vinsi in tre set ma fu una partita equilibrata decisa da pochi punti - ha esordito il n.1 del mondo - Dal punto di vista di padronanza del gioco credo che anche oggi abbia giocato su quei livelli, ha servito forse meglio. Ma la differenza più grande è stata il coraggio con cui ha giocato i punti più importanti".
"Ha meritato di vincere - ha ammesso il serbo sei volte vincitore delle Nitto Atp Finals - perché in quei momenti non sono stato abbastanza aggressivo né abbastanza deciso lasciandogli l'opportunità di prendere il controllo degli scambi. Ad esempio sul 5 pari al 3°set, 15-30 e seconda di servizio, sentivo di 'esserci' nello scambio e che avrei dovuto cercare di forzarlo ma non l'ho fatto e lui sì".
Nessun rimpianto comunque per Djokovic, che riconosce come "in questo tipo di partite ci siano poche opportunità a disposizione, e se non si riesce a sfruttarle lo farà di sicuro il nostro avversario". E sereno è sembrato ancora Nole nel riuscire a leggere un match che, come tanti da lui giocati in carriera, "che si possono vincere o perdere: la maggior parte li ho vinti, altri li ho persi, ma non credo di aver sbagliato troppe cose dal punto di vista del mio gioco. Lui invece ha avuto coraggio nei momenti chiave, ha messo a segno alcuni punti straordinari e ha usato alla perfezione quei colpi di cui aveva bisogno: giù il cappello".
Djokovic è poi tornato sui fischi ricevuti più volte dal pubblico del Pala Alpitour, una situazione "prevedibile", ha dichiarato, "giochiamo in Italia e lui è l'unico giocatore italiano di queste Finals: si respirava una grande attesa e per lui dev'essere stata una gran bella emozione giocare di fronte al proprio pubblico. E poi era in gran forma e ci sta che il pubblico sperasse in una sua vittoria".
A 36 anni, fresco della sua 400° settimana trascorsa in cima al ranking e con l'ottavo trofeo di No.1 del mondo di fine anno appena collocato in bacheca, Djokovic sa di essere lo scalpo più ambito del circuito, tanto per le giovani leve quanto per tutti gli altri suoi avversari: "Ed è normale che sia così - ha precisato Nole - non c'é nulla di strano. Tutti vogliono battermi, tutti vogliono il mio scalpo, ogni giocatore è ancor più motivato quando deve giocare contro di me. Ma è normale perdere alcune partite come quella di questa sera, e resto contento dello spirito con cui ho affrontato questa battaglia, sono riuscito a rimontare un set di svantaggio, ho giocato in condizioni davvero avverse, e sono davvero orgoglioso di tutto quello che ho messo in campo. Anche se non è stato sufficiente per vincere".