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Becker: "Non è più lo stesso Zverev di Melbourne"

L'ex numero uno del mondo tedesco ha analizzato nel podcast "Becker Petkovic" il rendimento del suo connazionale nelle ultime uscite: "Il problema è nella testa, la differenza tra vittoria e sconfitta è tutta lì"

05 aprile 2025

Zverev si prepara al servizio (Getty Images)

Zverev si prepara al servizio (Getty Images)

Un avvio di stagione scandito da otto vittorie consecutive, prima di incassare la prima sconfitta nella finale degli Australian Open contro Jannik Sinner. Una sconfitta dolorosa, che lo lasciò scosso e commosso, e che non gli impedì però di riconoscere i meriti del suo avversario: "E' stato semplicemente più forte". Da allora, complice l'accordo tra la Wada e il numero uno del mondo, e la sua conseguente sospensione di tre mesi, Alexander Zverev aveva tre mesi davanti a sé per provare a lenire nel miglior modo possibile la ferita di quel ko: raccogliere quanti più punti possibili nel ranking così da mettersi in scia al campione azzurro e perfezionare il sorpasso in vetta al ranking nelle settimane che ne avrebbero preceduto il ritorno in campo. E invece, nonostante la scelta di spostarsi in sud America per lo swing sulla terra battuta, il tedesco nelle sue successive undici uscite non riuscì a collezionare che 6 successi e 5 sconfitte, battute d'arresto contro giocatori quali Francisco Cerundolo, Francisco Comesana, Learner Tien, Tallon Griekspoor e Arthur Fils, che anziché destabilizzarlo contribuirono ad aumentarne i dubbi, perché arrivate al termine di incontri "in cui ero riuscito a mettermi in buona posizione per vincere". Quando ormai manca meno di un mese per il ritorno in campo dell'altoatesino, le chance di soprasso per Zverev sono aggrappate a un vero e proprio lumicino e, cosa ancor più importante, non si è intravisto nel suo gioco quel livello necessario per poter recitare un ruolo da protagonista nell'ormai imminente primavera sui campi in terra d'Europa che prenderà il via lunedì con il Masters1000 di Montecarlo.

La crisi (profonda) di Zverev e Alcaraz

La crisi (profonda) di Zverev e Alcaraz

Da tedesco a tedesco, Boris Becker, conduttore del podcast "Becker Petkovic" al fianco della ex n.9 del mondo, ha riflettuto sul momento di forma del suo connazionale individuando nell' "atteggiamento mentale" la prima causa del rendimento messo in campo dal n.2 del mondo negli ultimi due mesi. "Parte tutto da lì - ha esordito Becker - non è più così convinto di sé come lo era a Melbourne o sul finire della scorsa stagione". Un 2024, quello di Zverev, che si concluse con il secondo titolo stagionale vinto a Bercy (il primo fu colto a Roma) e la semifinale delle Nitto Atp Finals persa contro Taylor Fritz. 

"E' un aspetto a cui dovrà dedicarsi e che potrà spingerlo ancora più lontano ed aiutarlo - ha ancora aggiunto l'ex n.1 del mondo - perché a mio avviso per lui la differenza tra una vittoria e una sconfitta sta tutta lì". A Miami, quando fu eliminato dal francese Fils, Zverev si presentò in conferenza stampa interrogandosi proprio sul motivo che lo aveva spinto a perdere partite "in cui mi ero messo in condizioni di poterle vincere". "A Indian Wells stavo servendo per il match - ricordò allora Sascha - A Rio ero in vantaggio 4-1 nel terzo set, a Buenos Aires ero avanti di un set e di un break: è un qualcosa che devo provare a cambiare". 

Salutò dicendosi ancora incerto su quali fossero le cause di questi cali di rendimento, ma deciso "a parlarne col mio team e con le persone con cui lavoro". A Montecarlo, dove al secondo turno potrebbe attenderlo una sfida delicata contro Matteo Berrettini, scopriremo se il colloquio abbia avuto un buon esito o meno. 


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