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Bercy: semifinale Zverev-Rune. Dimitrov, addio a Torino

Il tedesco n.3 del mondo si aggiudica il sedicesimo confronto in carriera contro il greco mantenendo vive le speranze di presentarsi a Torino da n.2 del ranking. Il danese lotta tre set contro Demon, e anche per lui il sogno Finals continua

di | 01 novembre 2024

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Quel che ancora Stefanos Tsitsipas va rincorrendo nel suo 2024 - speranze, tennis, ambizioni - era in gioco nel primo quarto di finale del Masters1000 di Bercy, coinciso con il sedicesimo confronto diretto in carriera contro il tedesco Alexander Zverev. Nonostante un'annata travagliata, con un solo titolo in bacheca e un ranking corrottosi fino alla dodicesima posizione, funestata per di più dalla separazione col padre coach Apostolos, il greco è giunto all'ultimo "1000" della stagione con ancora residue speranze di qualificazione per le Nitto ATP Finals di Torino. Per Zverev, già qualificatosi per tempo, le speranze legate a questo torneo risiedevano altrove: un titolo da aggiungere all'unico conquistato quest'anno e una condizione da saggiare in vista del gran finale. Se non fosse che l'eliminazione di Carlos Alcaraz ha spalancato per lui ora l'occasione di intestarsi la seconda piazza del ranking e approdare a Torino con ben diverse aspettative. Condizione affinché entrambe le speranze si concretizzassero era per entrambi la vittoria a Bercy, e a spuntarla è stato il tedesco in due set col punteggio di 75 64. Più sornione e attendista in avvio di partita, ma cinico quando resosi conto di un calo del suo rivale e pronto ad approfittarne.

"Credo che lui abbia mantenuto un livello alto per tutto il match: è partito forte, ha avuto diverse chance, non in termini di break, ma di gestione dei game. Io sono entrato poi in partita e ho trovato il mio ritmo cominciandomi a sentire sempre più a mio agio e sono contento per questa vittoria. Lui poi è un giocatore che col dritto sa essere molto aggressivo portandosi avanti, ma io oggi sentivo di poter colpire forte e sono molto soddisfatto", ha dichiarato a caldo Zverev.

Nel primo set infatti il più intraprendente era stato Tsitsipas. Volenteroso, seppur un po' troppo falloso, nel volersi giocare le sue chance fino in fondo. Zverev per quasi un'ora non ha fatto nulla per invertire questa tendenza, giochicchiando con un tennis a bassi giri senza infastidirne le operazioni. Ma è bastato un attimo, una sequenza di gratuiti non bilanciata da alcun vincente, un paio di scambi in cui provare a forzare la mano, ed ecco Zverev nel penultimo game trovare il break con cui andare alla battuta per chiudere il set grazie a un doppio fallo del suo rivale. Compito assolto al terzo tentativo e non prima di aver respinto una palla break.

Bel colpo da assorbire. Specialmente per chi, come il campione di Montecarlo, tanto aveva investito in termini di gioco e testa nella prima ora di gioco. Sensazioni che Zverev ha ben letto e su cui ha costruito un secondo break giunto dopo soli tre game del secondo set. Da lì in poi è stata gestione e presenza, calma e sangue freddo. Il tutto senza concedere più alcuna palla break al suo avversario, autore di un match macchiato da 28 gratuiti e chiuso in calo, tanto ammaccato nel gioco quanto nella fiducia. Zverev giocherà così la ventesima semifinale in carriera in un Masters1000, traguardo raggiunto da soli sette giocatori prima di lui: Djokovic (78), Nadal (76), Roger Federer (66), Andy Murray (33), Andre Agassi (32), Pete Sampras (31), Andy Roddick (20).

E ad attenderlo troverà Holger Rune, vincitore in tre set contro Alex De Minaur col punteggio di 64 46 75. Imprevedibile è il tennis più d'ogni altra cosa. E così ecco il danese, atterrato a Parigi con ben poche velleità, ritrovarsi d'incanto con le carte ancora buone in mano per accaparrarsi la posta più ambita che anche per lui coincide con un'insperata qualificazione per le Finals ora legata - ma di speranze ancora si tratta, da alimentare e irrobustire partita dopo partita - alla vittoria finale nel torneo. Lui ancora digiuno di titoli in stagione, lui precipitato nel ranking e passato da un coach all'altra negli ultimi mesi senza trovar pace né risultati. Ben diverse le condizioni con cui l'australiano si era invece presentato in campo: anch'egli ancora in corsa per Torino e a ridosso di una qualificazione più a portata di mano, complici i risultati dei contendenti ancora in ballo e l'iscrizione a  Belgrado, uno degli ultimi due ATP250 della stagione.

"Mi ha messo davvero sotto pressione, giocava ogni punto con estrema qualità e profondità, e qui i campi sono piuttosto veloci. Ho dovuto adattarmi, ma è stata una lotta costante e il modo in cui ho giocato gli ultimi due game è stato davvero eccellente. Ce l'ho messa tutta, ho vinto e sono davvero contento", ha commentato a fine partita il danese.

De Minaur è giocatore costante, ama il ritmo e sa mantenerlo senza guastarlo con troppi errori. Una filosofia che nonostante i tre soli tornei giocati da Wimbledon in poi gli ha consentito di arrivare allo snodo cruciale della stagione da 8° nella Race. E che l'aussie non ha modificato in un primo set in cui Rune si è però dimostrato in grado di rispondere colpo su colpo alle sue iniziative, riuscendo per di più ad innalzarlo senza cadere in cali di concentrazione. Il dubbio semmai era capire se il danese fosse riuscito a mantenersi lucido a lungo. E su questa incognita ha puntato De Minaur nel secondo set: ritmo costante, niente più palle break concesse al danese e tanta pazienza nell'attendere il momento giusto. Arrivato dopo dieci game di assoluto equilibrio senza che si fosse visto un solo vantaggio giocato.

Spazientitosi, Rune ha ripreso col suo assalto battibeccando col pubblico e aumentando così la temperatura della contesa, confidando di trovare in tal scenario l'alleato risolutore per spuntarla. Due break a metà set non hanno sbilanciato alcun rapporto di forza e col prosieguo dei game era ormai chiaro come tutto dipendesse ormai da un episodio, un dettaglio o una svista. Che a patirla sia stato l'australiano, ancora una volta nelle ultime fasi del set, è merito di un Rune ritrovatosi a suo agio nei momenti più caldi, momenti dimenticati in questa stagione e con cui è riuscito a riconnettersi quando più contava. Se basterà per approdare a Torino, lo dirà Zverev nella prima semifinale di questo Masters mai così intestato alle speranze e alle sorprese.

Khachanov elimina Dimitrov dalla corsa per le Nitto ATP Finals

Nell'altra semifinale si inconteranno Karen Khachanov e Ugo Humbert. Il russo, in campo come atleta neutrale, ha sconfitto 62 63 Grigor Dimitrov. Il bulgaro è ufficialmente fuori dalla corsa per un posto alle Nitto ATP Finals. E' infatti decimo a 405 punti da Alex De Minaur, ottavo nella PIF ATP Live Race to Turin, e a 385 da Rublev, nono. Il campione dell'edizione 2017 avrebbe avuto bisogno di arrivare in finale per mantenere vive le speranze di qualificazione.

Campione ad Almaty e finalista a Vienna, Khachanov affronterà Ugo Humbert. Il francese, che ha firmato una delle più belle vittorie in carriera su Carlos Alcaraz negli ottavi, ha sconfitto 62 76(4) Jordan Thompson ed è diventato il primo francese in semifinale al Rolex Paris-Masters dal 2017, quando Julien Benneteau perse contro Jack Sock. (a.m.)

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