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Monfils, ancora tu? Berrettini e la nuova sfida tra sogni e dolci ricordi

L'italiano fa il suo esordio a Dubai contro un avversario che rievoca due vittorie storiche negli Slam. Dopo il quarto di finale a Doha cerca continuità, anche e soprattutto dal punto di vista fisico, ma Monfils non è da sottovalutare

di | 24 febbraio 2025

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È un 3-0 secco, nei precedenti, quello tra Matteo Berrettini e Gael Monfils. E che lascia ottimisti, in un certo senso, in vista del match d’esordio del romano al Dubai Duty Free Tennis Championships (ATP 500 - montepremi 2.941.785 dollari). Una sensazione giustificata dalla conferma avuta appena una settimana fa di un Berrettini – quello visto a Doha – in forma smagliante dal punto di vista atletico, e fresco di rientro in Top-30 (esattamente alla 30esima piazza).

Ed è così che anche il rovescio sembra improvvisamente un colpo rivoluzionato, a riprova di quanto già il posizionamento e la rapidità dei piedi possano fare un’enorme differenza. Nel frattempo, il linguaggio del corpo è quello dei giorni migliori, così come il dritto. E quando si parla di “giorni migliori”, la mente non può che tornare a Monfils (oggi n. 40 ATP), alle sfide contro Matteo e a quello che soprattutto la prima e l’ultima hanno rappresentato per l’italiano.

Nel 2019 e nel 2022, infatti, i due hanno regalato spettacolo per ben due volte in un quarto di finale Slam, allo US Open cinque anni fa e all’Australian Open tre stagioni fa. Straordinarie battaglie terminate con l’immensa gioia di vedere Berrettini approdare negli ultimi quattro di un Major.

Berrettini allo US Open del 2019 (Getty Images)

Berrettini allo US Open del 2019 (Getty Images)

Giornate, appunto, in cui anche il fisico era prezioso alleato per l’ex n. 6 ATP. Cinque anni fa, a New York, la tensione l’aveva pietrificato nel primo set. Era la sua prima volta in quarto di finale a quel livello, e ci volle il secondo set per ritrovare il proprio miglior tennis. Una partita, un giro sulle montagne russe: col rischio di vincere in quattro set, credendo poi che tutto fosse finito al parziale decisivo, e infine la vittoria per 7 punti a 5 nel tie-break, dopo tre ore e 57 minuti (36 63 62 36 76(5)).

Soltanto otto minuti in meno durò tre anni più tardi, a Melbourne. In cui i ruoli erano diametralmente opposti. Berrettini, favorito, era volato in vantaggio per 2-0 prima di subire il rientro del transalpino. Stremato, però, al momento di giocarsi le proprie carte al quinto set (64 64 36 36 62).

Berrettini all'Australian Open del 2022 (Getty Images)

Berrettini all'Australian Open del 2022 (Getty Images)

Tralasciando, una sfida a senso unico nell’edizione 2021 dell’ATP Cup, in cui Berrettini si impose per 64 62, in Monfils, l’italiano ritrova un avversario che è certamente sul viale del tramonto, all’età di 38 anni. Un tramonto, però, che sta vivendo alle sue condizioni. Senza forzare il proprio corpo, centellinando le presenze (11 partite giocate in tutto il 2025, con un parziale di 9-2) per restare sulla cresta dell’onda.

Nella tournée oceanica, tra Auckland e Melbourne, ci è riuscito meravigliosamente. In Nuova Zelanda è diventato il giocatore più anziano a vincere un titolo ATP dal 1990 ad oggi, e in Australia ha collezionato l’ultimo scalpo pesante della propria carriera, quello del n. 4 al mondo Taylor Fritz.

Monfils festeggia il titolo ad Auckland (Getty Images)

Monfils festeggia il titolo ad Auckland (Getty Images)

Se c’è uno che non sottovaluta alcun avversario, comunque, quello è proprio Berrettini. Il quarto di finale raggiunto al Qatar Exxon Mobil Open, battendo tra gli altri anche Novak Djokovic (per la primissima volta) ha dato ancora maggiore credibilità al suo tentativo di rinascita.

Che non può e non deve fermarsi ora, negli Emirati Arabi Uniti. Anzi, ritrovare davanti a sé un vecchio “nemico” serve anche a rivivere quei momenti. D’altronde, due dei tre scontri sono legati ai momenti più felici della sua vita tennistica. E con la nuova sfida, Berrettini spera di inaugurarne un altro, trovando ulteriore slancio dove sa, ma non osa dire.

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