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Nella sua prima e unica apparizione alla Caja Magica, il romano si è spinto sino alla finale. Ora lo attende Giron (n. 45 ATP), contro cui ha perso entrambi i confronti diretti. Sulla terra, però, nessuno serve come lui, e le condizioni di gioco potrebbero esaltarlo ulteriormente
di Samuele Diodato | 25 aprile 2025
“Finalmente tu”, cantava Fiorello (testo di Pezzali e Repetto) 30 anni fa a Sanremo. Non è passato così tanto tempo, per Matteo Berrettini, ma alla vigilia del suo esordio al Mutua Madrid Open, il sentimento generale è un po’ quello di un momento a lungo desiderato che infine arriva. Nella capitale spagnola, infatti, il romano non si vede dal 2021. Un precedente dolcissimo per lui, che lo riporta alla sua prima e unica finale in un Masters 1000, persa da Alexander Zverev.
Al tempo, era n. 10 della classifica mondiale, mentre ora farà il suo ritorno alla Caja Magica da n. 31. In un match d’esordio tutt’altro che banale, che evoca a sua volta dei ricordi, ma purtroppo meno positivi di quelli di quattro anni fa. Dall’altra parte della rete ci sarà il n. 45 Marcos Giron, un giocatore capace di sconfiggerlo in tutti e due i confronti diretti.
È in particolar modo quanto accaduto nelle ultime settimane ad accrescere però la curiosità riguardo quella che sarà la prestazione di Berrettini. Il bilancio in stagione recita 11 vittorie e 8 sconfitte, con un punto di svolta importante arrivato grazie alla vittoria su Novak Djokovic (allora n. 7) nell'ATP 500 di Doha. La settimana scorsa, invece ha deciso di saltare l’ATP 500 di Monaco di Baviera. Una scelta figlia, tuttavia, anche di quanto accaduto la settimana trascorsa nel Masters 1000 di Monte-Carlo, dove il ventinovenne ha ottenuto la più prestigiosa vittoria in carriera contro il n. 2 Alexander Zverev, in un match durissimo, durato più di due ore. Agli ottavi, poi, a fermarlo erano stati, insieme, una bella versione di Lorenzo Musetti e, a sentire le parole dello stesso Berrettini, un’eccessiva tensione alla vigilia del derby.
Berrettini e Zverev, che lotta
Intanto, la settimana ai box è stata sicuramente una buona occasione per recuperare, sperando – a Madrid – di riprendere da dove aveva lasciato. Non solo pensando alla finale del 2021, ma anche al suo recente ruolino di marcia nei “1000”. Oltre al Principato, d’altronde, l’ex n. 6 ATP ha raggiunto anche i quarti di finale al Miami Open: la prima apparizione tra gli ultimi 8 di un 1000 proprio dalla sua cavalcata a Madrid.
Le cui condizioni di gioco a Madrid, l’altitudine in primis, potrebbero essere un alleato in più per la sua pesantezza di palla, e ancor di più per il servizio. Le statistiche ATP delle ultime 52 settimane dicono che il rating della sua battuta (combinando numeri sulla prima e sulla seconda) è di 298.7, inferiore solamente al 299.6 fatto segnare dal francese Giovanni Mpetshi Perricard (n. 37 ATP). Ancor più interessante è il primo posto, con un solidissimo 301.9, se si limitano i dati al rendimento sulla terra battuta, dove lo scorso anno Berrettini ha conquistato ben tre titoli (Marrakech, Gstaad e Kitzbuhel).
Berrettini is SO back ??
— ATP Tour (@atptour) July 27, 2024
The moment @MattBerrettini got a 7-5 6-3 victory over Gaston ??#GeneraliOpen pic.twitter.com/L7v6tYAoFn
Nell’ultimo anno, sul rosso ha difeso con successo il 90,8% dei suoi turni di servizio, dato pareggiato dal solo Jiri Lehecka (n. 27). Inoltre, l'italiano è anche terzo per il numero di prime in campo (71,9%) e secondo - proprio dietro al ceco - per punti vinti con essa (79,4%). Un’arma destinata ad essere fondamentale anche per le sue ambizioni a Madrid. Puntare già oggi a bissare il risultato del 2021 è forse avventato, ma la fiducia nei propri mezzi è cresciuta tantissimo negli ultimi mesi. Partire col piede giusto è importante, in ultimo, anche in vista degli Internazionali d’Italia, dove Matteo giocherà anche col suo fratello minore, Jacopo, grazie ad una wild card nel tabellone di doppio.
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