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Il coach australiano al termine del ‘double’ Indian Wells e Miami: “Jannik e Carlos sono simili, e sono due belle persone. Il tennis è in ottime mani”.
di Francesca Paoletti, da Miami | 01 aprile 2024
Il match è finito da pochi minuti e Jannik Sinner è ancora in campo a far foto, a rilasciare interviste, abbracciato a Laura Pausini e al trofeo del Masters 1000 di Miami.
Il suo coach, con lo sguardo orgoglioso ed emozionato ancora nascosto sotto al cappellino, si presenta in conferenza stampa per raccontare il momento d’oro del ‘suo’ ragazzo italiano.
Ci sono esperienza, serenità e orgoglio nelle parole di Darren Cahill: “Jannik è un bravo ragazzo ed è un piacere lavorare con lui – spiega il coach australiano – ; in questo momento sta giocando con grande sicurezza, il livello espresso in questi giorni è stato fantastico ma io sono certo che possa fare ancor meglio. La sua evoluzione è ancora in corso, con il tempo diventerà ancora più forte, più veloce, più saggio e furbo. Migliorerà ancora, ne sono certo, ma godiamoci il momento, sta giocando ad un livello stellare e sta meritando tutto quello che gli sta accadendo”.
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Dopo aver accarezzato con tenerezza il trofeo degli Australian Open, anche a Miami le telecamere hanno catturato un dolce sguardo di Jannik alla coppa: “Jannik sa bene di essere un privilegiato. Fa uno sport che ama e lo fa ad altissimo livello, apprezza ogni aspetto di questa sua vita. Ma la cosa che apprezzo moltissimo di lui è che tiene saldamente i piedi per terra, sa che questo è solo uno sport; anche se siamo di fronte ad un professionista serio, è anche un normalissimo ragazzo di 22 anni che ama la sua vita. Ci sono molte cose belle in lui, e molte altrettanto belle in Carlos…. per certi versi sono simili, è per questo motivo che il tennis adesso è in ottime mani”.
Da coach ha vissuto giornate indimenticabili con un giovane Hewitt e con un maturo Agassi, ma Cahill non vuole paragonare Jannik ad altri giocatori: “Credo sia impossibile paragonarlo a giocatori del passato – spiega - , men che meno a Novak, che peraltro è ancora in attività. Non credo rivedremo mai un dominio come quello di Novak, Federer e Nadal; quello che hanno fatto loro tre è impressionante, hanno spostato il limite e portato questo sport ad un livello più alto di professionalità. Quello che fanno i giocatori di oggi è una diretta conseguenza di quello che hanno seminato loro tre. Dalla cura dei dettagli, l’attenzione nella ricerca dei team, la cura della parte mentale, della parte atletica… tutto fatto con una attenzione maniacale, nei minimi dettagli. La nuova generazione sta facendo bene ma trovo ingiusto paragonare Jannik o Carlos o Holger con la vecchia generazione. Hanno bisogno di tempo e, anche se il livello è alto, devono vincere ancora moltissimo per poter meritare un tale paragone”.