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Cilic, ambizioni ancora al top: "Sogno di rientrare tra i migliori, e posso ancora metterli in difficoltà"

In un'intervista a Punto de Break prima dell'esordio a Madrid, ha parlato anche dello stato del tennis attuale: "Qualche anno fa c'era più varietà al vertice, ma Sinner e Alcaraz devono ancora raggiungere il loro massimo. Vedere Carlos giocare è impressionante"

di | 22 aprile 2025

L'esultanza di Cilic (Profilo X  Federación de Tenis de Madrid)

L'esultanza di Cilic (Profilo X Federación de Tenis de Madrid)

Ambizioni alte che trovano il loro terreno fertile – ed una grande occasione per tornare a brillare in un Masters 1000 – in Spagna. A 36 anni, Marin Cilic sta provando a risalire la china dopo due operazioni al ginocchio che l’hanno tenuto fuori per più di un anno. Delle sue aspettative, ha già parlato qualche giorno fa al sito ATP, dopo aver vinto il Challenger di Girona. Nel frattempo, dopo aver raggiunto anche una finale nel Challenger di Madrid, gli organizzatori del “1000” nella capitale spagnola gli hanno concesso una wild card che gli permetterà di fare il suo esordio stagionale in questa categoria di tornei (dove si è imposto una sola volta, a Cincinnati nel 2016). Al primo turno, quindi, se la vedrà con il francese Benjamin Bonzi (n. 62), un avversario che a bocce ferme non sembra precludergli la possibilità di spingersi oltre.

Così, alla vigilia del Mutua Madrid Open, il campione dello US Open 2014 ha rilasciato anche un’intervista a Punto de Break in cui conferma il suo ottimismo in relazione al rientro ad alti livelli, senza però dare nulla per scontato, e godendosi perfino quella che dovrebbe essere attualmente la parte più “scomoda” di una risalita che, da n. 109 del mondo, lo vede ancora impossibilitato ad entrare nei tabelloni principali dei tornei più importanti.

“Mi diverto a giocare i Challenger perché ho un obiettivo a lungo termine. Il tennis è uno sport estremamente complicato in cui puoi perdere completamente il tuo ranking in appena un anno. Ed è lì che tocca ricominciare da zero, serve umiltà per tornare al top, ha detto il croato, spintosi fino al best ranking di n. 3 nel gennaio del 2018. “Ho la speranza la voglia di migliorare ogni giorno, sono felice in campo, quindi vedremo cosa riserverà il futuro”.

Futuro che immagina ancora in campo per diverso tempo, fisico permettendo: “Giocare fino a 40 anni come Wawrinka? Perché no, ma non si sa mai cosa la vita ha in serbo per te, soprattutto guardando come sono finite le carriere di Rafa (Nadal), Roger (Federer) o Andy (Murray). Puoi stare bene, ma basta un piccolo dettaglio perché tutto finisca. A questo punto della mia carriera, la cosa più complessa è il recupero fisico, perché sono 20 anni che porto il mio corpo al limite”.

“Ho sempre avuto grande considerazione di me stesso come tennista”, ha detto con grande franchezza. Un approccio che lo aiuta a “flirtare”, nella sua mente – in maniera silenziosa – col sogno di tornare in Top-10: “Sono un giocatore che, se riesce a esprimere il suo miglior livello di tennis, credo possa competere contro i migliori”. A Dubai, ad esempio, ha ottenuto la prima vittoria su un Top-10 (Alex De Minaur, n. 8) dopo il rientro. “Ho ritrovato fiducia: cerco di pormi obiettivi ambiziosi, di mantenere quella motivazione per continuare a lavorare. Il tempo dirà fin dove potrò arrivare, ma prima devo recuperare un po’ di ranking”.

Sullo stato attuale del tennis, il parere di Cilic è chiaro, anche se la variabile dell’esperienza è fondamentale: Quindici anni fa, i Big Three rendevano impossibile anche solo vincere un Masters 1000. Poi c’erano Gasquet, Monfils, Tsonga, Ferrer, c’era molta varietà, mentre oggi i giocatori mi sembrano più simili tra loro. Ora abbiamo Alcaraz e Sinner, che sono ancora molto giovani, ma stanno crescendo bene. Loro sono i leader di questa nuova generazione, quindi vedremo. Sarà il futuro a dire se saranno una generazione migliore o no”.

"Al momento non si vede tanta costanza nei giocatori di vertice, - ha proseguito - anche se è vero che molti di loro sono ancora molto giovani e stanno cercando di raggiungere il loro massimo livello. Continuo a pensare che vincere un Grande Slam sia tremendamente difficile”.

In ultimo, ha espresso una certa ammirazione per Alcaraz, oggi n. 3 al mondo: "Mi piace di più il suo stile rispetto a quello di Sinner: è un giocatore aggressivo, molto atletico e con una creatività impressionante. I giocatori così aggressivi puntano sempre alla massima velocità, è una sensazione simile a guidare una Formula 1. Tovo incredibilmente difficile riuscire a esprimere quella creatività giocando a quella velocità. Per Carlos, avere quello stile di gioco è un dono e, allo stesso tempo, una maledizione. Quando lo vedi giocare, sembra che abbia costantemente bisogno di inventare qualcosa di nuovo, ma guardarlo giocare è qualcosa di impressionante, quindi non mi preoccupa affatto: continuerà a evolversi nel modo giusto”.


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