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Battendo Rublev a Barcellona, lo spagnolo ha ottenuto la terza vittoria stagionale su un Top 10, e nei quarti sfiderà Khachanov: "Non si sa mai quando arriverà il primo titolo, ma conta esserci", ha fatto capire in questi giorni. Merito della sua nuova ascesa va anche al team rinnovato con Felix Mantilla e David Sanchez
di Samuele Diodato | 17 aprile 2025
Tra il dire ed il fare, di solito, c’è di mezzo il mare. Ma per Alejandro Davidovich Fokina, in questo 2025, sembra più facile che mai dare corpo alle proprie parole. Dall’inizio dell’anno ha un bilancio di 20-9 ed in successione ha ottenuto i seguenti risultati (escludendo alcune eliminazioni precoci): ottavi di finale all’Australian Open, finale all’ATP 250 di Delray Beach (con due match point sciupati), finale all’ATP 500 di Acapulco e semifinale nel Masters 1000 di Monte-Carlo.
E non è affatto finita: da n. 30 ATP e n. 8 della Race (la classifica che conta i punti nell’anno solare) si è regalato la seconda presenza di sempre ai quarti (la prima è stata nel 2023) del Barcelona Open Banc Sabadell (ATP 500). L’ennesimo risultato positivo, giunto peraltro con una vittoria in due set (75 64) con Andrey Rublev, n. 8 del mondo. Contro un giocatore tra i primi 10, è la decima vittoria in carriera per Davidovich Fokina, ma è già la terza da febbraio ad oggi. Tralasciando quella contro Taylor Fritz (n. 4 a Delray Beach), si tratta inoltre della seconda in altrettante settimane dopo il successo in tre set su Jack Draper, n. 6, in quel di Monte-Carlo.
Nobody beats Alejandro Davidovich Fokina six times in a row ??@alexdavidovich1 finally deciphers the Rublev enigma in Barcelona!#BCNOpenBS pic.twitter.com/hWKOVgFRi6
— Tennis TV (@TennisTV) April 17, 2025
Molteplici sono stati e continuano ad essere i segnali che lo spagnolo dà agli altri e a sé stesso. Una settimana fa, nel Principato, si era scusato pubblicamente con il suo box per un comportamento estremamente negativo. Non che avesse fatto chissà cosa, ma – evidentemente – la prima novità del 2025 è quello che ha cominciato a pretendere da sé stesso. Ancor di più se, tornando al suo staff, la fiducia in chi gli è di fianco è ai massimi storici.
“Ho quella costanza nel gioco che forse prima non avevo, ma quella fiducia arriva vincendo partite ogni settimana, questo ti dà anche tranquillità – aveva detto dopo l’esordio vincente a Barcellona contro Stan Wawrinka - . Sono sereno con il team che ho adesso, mi trasmette molta forza, abbiamo fatto una grande preparazione rafforzando tanti aspetti, e lì in Australia si sono visti i risultati praticamente fin dall’inizio. Fare ottavi di finale in Australia, salvando match point (contro Jakub Mensik), mi ha fatto pensare che quelle opportunità arrivano sempre. Sono cambiate tante cose, ma soprattutto sono più tranquillo in campo”.
Il team, rinnovato all’inizio di questa stagione è una delle chiavi del suo momento di forma. A seguirlo, da poco ci sono David Sanchez e Felix Mantilla, ex n. 10 al mondo, celebre per il trionfo agli Internazionali BNL d’Italia del 2003 in finale su Roger Federer. “Mi aiutano sia in campo che fuori, è una cosa fondamentale per me”, ha chiarito anche dopo il match con Rublev. Un avversario, il russo, che l’aveva battuto in tutti i cinque precedenti e che – prima del match odierno – vantava uno score di 14-0 contro gli spagnoli sulla terra battuta.
Dopo aver perso le prime tre finali della propria carriera (oltre a quelle summenzionate, va ricordata la finale a Monte-Carlo nel 2022), va ancora a caccia del primo titolo. Un obiettivo che insegue con convinzione, ma senza ansia: “Devo pensare punto dopo punto, partita per partita”.
ADF is making some serious noise in 2025 ????
— ATP Tour (@atptour) April 17, 2025
Win No. 2?0? of the season to book a QF spot! @bcnopenbs | #BCNOpenBS | @alexdavidovich1 pic.twitter.com/xEBRDY7wZy
Dopo l’esordio in Catalogna, ha risposto anche prendendola con filosofia: “Dicono che le cose buone si fanno attendere, io sono un privilegiato per aver giocato due finali in questa stagione. Se vincere significa poi perdere per tre tornei al primo turno, allora preferisco continuare a perdere le finali. La questione è esserci ogni settimana, pronto per ciò che verrà”. E anche dopo Rublev ha rincarato la dose con un classico “non si sa mai quando arriverà il momento -. La finale è ancora lontana. Prima bisogna battere Khachanov”, ha poi aggiunto.
Contro il quale, a dirla tutta, è avanti 2-1 nei precedenti, anche se l’ultimo risale al 2023. Un’indubbia occasione per spingersi oltre e non porre freni alle sue ambizioni. A due anni fa, ad esempio, risale anche il best ranking di n. 21 al mondo. E, senza fare voli pindarici, pensare oggi di riavvicinarcisi, o addirittura ritoccarlo, non sembra nient’affatto avventato.
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