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Djokovic: "Più giocatori devono vivere di tennis, darò il mio contributo"

Novak Djokovic ha ammesso di non essere d'accordo con tutto quanto scritto nel documento con cui la PTPA da lui fondata ha fatto causa contro ATP, WTA, ITF e ITIA

20 marzo 2025

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"Il tennis è il terzo sport più popolare al mondo, ma è solo nono per totale distribuito agli atleti. Questo deve cambiare". Novak Djokovic ha parlato così degli obiettivi della causa intentata dalla PTPA , l'associazione giocatori che ha fondato nel 2020, contro ATP, WTA, ITF e ITIA. 

"Non è solo per i tennisti di oggi, ma per quelli che verranno. Se più atleti potranno vivere di tennis, avremo più giocatori, e daremo loro un futuro" ha aggiunto il serbo, il campione Slam più titolato di sempre, il giocatore con più settimane da numero 1 ATP all'attivo. Un campione che però non è tra i firmatari dell'atto depositato per avviare azioni legali negli USA, nel Regno Unito e nell'Unione Europea. 

"Sono stato molto attivo sulle questioni "politiche" del tennis, cercando di rappresentare i giocatori nel Players' Council, facendo del mio meglio mentre la mia carriera era al suo apice. Pensavo che fosse anche mio compito sostenere i giocatori e lottare per i loro diritti. In 20 anni sul circuito ho visto dei miglioramenti, ma ci sono cambiamenti fondamentali che non sono ancora avvenuti" ha spiegato Djokovic.

Il serbo, fondatore della PTPA, ha ammesso di non essere d'accordo con tutto quanto scritto nelle oltre 160 pagine del documento con cui l'associazione ha fatto causa agli organismi che governano il tennis e all'associazione che si occupa di difenderne l'integrità. "Trovo che alcuni termini siano piuttosto forti (come "cartello" e "sistema corrotto"), ma immagino che il team che se ne occupa sappia cosa sita facendo e quale terminologia usare per provocare una reazione . ha detto - Non sono mai stato un sostenitore della divisione nel nostro sport, ma mi sono sempre battuto per una migliore rappresentanza dei giocatori a livello globale. Penso che non siamo ancora al punto in cui dovremmo essere e dove la maggior parte dei giocatori ritiene che dovremmo essere".


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