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Le parole di Novak Djokovic alla vigilia dell'esordio contro Matteo Arnaldi al Masters 1000 di Madrid dove proverà a conquistare il centesimo titolo in carriera
25 aprile 2025
"Ci vuole un po’ di tempo perché la gente accetti il fatto che Roger Federer e Rafa Rafa non giocano più, e nemmeno Andy Murray. E un giorno toccherà anche a me. Ma sto ancora cercando di restare lì e rappresentare la vecchia generazione". Novak Djokovic è pronto a rilanciare la sua sfida personale al tempo e ai record alla Caja Magica, la "Scatola magica" che ospita il Mutua Madrid Open, il secondo dei tre Masters 1000 stagionali sulla terra battuta. Il serbo, campione più titolato in questa categoria di tornei e negli Slam, torna all'inseguimento del centesimo titolo ATP in carriera sfumato nella finale di Miami contro uno Jakub Mensik, l'unico teenager tra i primi 50 nel ranking ATP.
Djokovic, che arriva a Madrid dopo l'eliminazione a sorpresa al primo turno a Monte-Carlo, per mano di Alejandro Tabilo, il cileno che l'aveva battuto anche l'anno scorso agli Internazionali BNL d'Italia, esordirà contro Matteo Arnaldi.
"Lo sport è più importante di qualsiasi individuo. Siamo tutti qui al servizio del tennis" ha detto Djokovic, il giocatore con più settimane all'attivo da numero 1 del mondo. I record, e la prospettiva di essere solo il terzo giocatore nell'era Open a raggiungere i 100 titoli in carriera dopo i 109 di Jimmy Connors e i 103 di Roger Federer, non rappresentano la sua unica motivazione. "
"Se guardiamo i numeri, negli ultimi anni i grandi tornei, non solo gli Slam, hanno registrato un pubblico rda record. È un buon segno, perché l'affluenza non dovrebbe dipendere solo dalle grandi stelle o dalle leggende del gioco che si sono ritirate. Lo sport dovrebbe sopravvivere a tutti, e lo farà - ha detto -. È anche uno dei motivi per cui continuo a giocare: sento che questo aiuta il tennis a prosperare ancora. Quando sei un top player, tutto quello che fai può servire a contribuire alla popolarità del tennis, a portare più persone, più bambini e appassionati verso questo sport".
Djokovic non gioca a Madrid dal 2022. Allora perse in semifinale, nel loro primo confronto diretto, contro Carlos Alcaraz, diventato in quell'occasione il primo giocatore a battere Nole e Rafa Nadal in uno stesso torneo sulla terra battuta. Il murciano però non sarà in campo alla Caja Magica per un infortunio. "Quello che ha ottenuto alla sua età non è normale - ha commentato Djokovic -. Sono sicuro che lo vedremo ancora spesso vincere i trofei più prestigiosi nei prossimi 10, 15 anni, finché giocherà".
Djokovic primo titolo
Anche se il suo coach Juan Carlos Ferrero, nel documentario Netflix appena uscito, ha criticato l'approccio al lavoro di Alcaraz, che ha definito "molto diverso dal nostro, tanto da farmi dubitare che possa diventare il migliore della storia". Uno status a cui invece Djokovic si è candidato a suon di primati e trofei. E non è escluso che in futuro possa anche allargare il suo team, dopo la scelta di affidarsi a Andy Murray.
L'argentino Juan Martin Del Potro, che l'ha voluto in campo a Buenos Aires per condividere la sua partita di addio al tennis, si è di fatto candidato a entrare nel team. "Per ora sto bene così, ma mai dire mai. È un grande amico, una persona che stimo molto, sia come persona che per i suoi valori e la sua famiglia - ha detto Djokovic - È stato un grande onore per me essere l’ultimo giocatore contro cui ha giocato. A Miami ha guardato più di una mia partita nel mio box, è stato molto emozionante. Abbiamo parlato un po’ del gioco, è stato molto interessante ascoltarlo e vedere come osserva il tennis".
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