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Doppio, abbiamo un problema: come attirare i top player? La proposta di Diego Nargiso

Il successo australiano di Bopanna che ha reso l'indiano il doppista n.1 del mondo più anziano di sempre, non ha aiutato a rivitalizzare una specialità in cui latitano interesse e pubblico. Tiley: "Bisogna intrvenire". L'idea di Nargiso

di | 21 febbraio 2024

Bopanna e Ebden, campioni in Australia (Getty Images)

Bopanna e Ebden, campioni in Australia (Getty Images)

"Il doppio è la disciplina piu giocata: si pratica nei circoli, a tutte le età. Lo spettacolo è garantito". Diego Nargiso, finalista di Coppa Davis nel 1998 e vincitore in carriera di 5 titoli in doppio, conosce bene fascino, valore e prospettive della specialità. "E' ovvio che il riconoscimento di una disciplina arriva quando questa è giocata dai migliori interpreti. Che Bopanna, un uomo rispettato da tutti, sia diventato n.1 del mondo a oltre 40 anni, oltre a suscitare complimenti doverosi la dice lunga sul fatto che questa disciplina viene giocata di più da giocatori di un'età diversa, ragazzi che hanno provato a intraprendere una carriera in singolare che non si è rivelata così proficua e che poi si sono misurati in una disciplina dove hanno trovato molto spazio" ci racconta.

Lo scorso mese in Australia l'Happy Slam fece da cornice a due traguardi storici. In singolare, Jannik Sinner trionfò aggiudicandosi a 22 anni uno Slam che in casa Italia in singolare maschile mancava da più di quarant'anni; nel doppio, Rohan Bopanna vinse il torneo a fianco di Matthew Ebden diventando a 43 anni il giocatore più anziano a ricoprire la posizioni di numero uno del mondo di questa specialità.

Tuttavia, se l'eco suscitata dalla vittoria di Sinner è rimbalzata ai quattro angoli del mondo, la vittoria e il conseguente traguardo tagliato dall'indiano hanno ricevuto un'accoglienza molto più ovattata sia in termini di risonanza mediatica sia come seguito di pubblico assiepatosi sulle tribune della Rod Laver Arena. E a nulla è servito collocare la finale del doppio subito dopo quella del singolare femminile: la speranza di intercettare parte del pubblico accorso per assistere al trionfo di Aryna Sabalenka si è sgonfiata game dopo game lasciando sugli spalti ampie porzioni di seggiolini vuoti. 

Bolelli e Bopanna, due veterani in finale in doppio

Il dato non è passato inosservato agli occhi di Craig Tiley, direttore del torneo dal 2006, che in un'intervista al Guardian ha sottolineato l'incapacità del doppio di attirare pubblico e attenzioniL'ultima edizione degli Australian Open ha fatto registrare il record di incassi, viste anche le migliorie di cui si è dotato Melbourne Park durante le due settimane del torneo: oltre un milione di persone sono infatti transitate lungo il sito, intrattenendosi tra eventi e concerti e dissetandosi in uno dei tanti bar all'aperto tra un match e l'altro. Ma di entrare e assistere alla finale del doppio, neanche a parlarne. 

Il direttore del torneo ha ipotizzato di coinvolgere maggiormente i tifosi, magari facendoli avvicinare di più al campo, mettendo un po' di musica e togliendo la sosta al cambio campo così da rendere il gioco più dinamico. Abbiamo chiesto a Diego Nargiso le sue soluzioni per aumentare l'appeal del doppio.

Come provare a ravvivare questa specialità?

"Credo che ci sia bisogno che i giocatori, non tutti i migliori ma alcuni di alta classifica, giochino di più questa disciplina. Ai miei tempi veniva giocato da Becker, Edberg, Kafelnikov, Safin: vincevano, ed erano tanti. Alcuni di loro sono poi diventati n.1 del mondo in doppio, ma la loro estrazione era da singolaristi. Oggi sono molti di meno, si è troppo specializzato. Bisogna trovare un modo, anche in chiave ranking, per stemperare la troppa specializzazione e che incentivi i singolaristi a cimentarcisi".

Addio specializzazione?

"La specializzazione è la chiave se calata in un contesto di media qualità. In assenza dei più forti, è una formula che funziona: chi si specializza di più, con programmazioni mirate su quella disciplina e opposto ad avversari nella media dei top40, alla fine emerge. Qualora i migliori al mondo dovessero invece giocare diverse settimane il doppio, sono abbastanza convinto che la specializzazione sarebbe più relativa: gli specialisti resterebbero bravissimi ma nelle otto coppie di fine anno troveremmo forse molti più giocatori tra i top20 o i top30. E anche in sede di Slam avremo un altro tipo di qualità".

Nessun incentivo economico quindi?

"No, non c'è incentivo economico che tenga. Secondo me doppio e singolare devono avere una cointeressenza: i punti del doppio devono contare, seppur in percentuale, in una classifica generale e non solo di specializzazione. Questo potrebbe incentivare il singolarista a giocare di più. E poi servirebbe disincentivare allo stesso modo i doppisti che trascurano il singolare non dando loro accesso ad alcuni tornei ma invitandoli a prender parte in singolare ad alcuni eventi così da avere la classifica necessaria per poter giocare come doppisti quelli più importanti".

Con quali conseguenze?

"Questo consentirebbe ai doppisti di perfezionare le loro classifiche da singolaristi, giocando se necessario anche nei Challenger pur di non scendere sotto una certa soglia di punti. Una specie di mandatory, come accade nei tornei piu importanti. Si dovrebbe trovare un modo per temperare la specializzazione, creare oltre alle due Race di singolare e doppio, un ranking unico in cui anche il doppista facendo 1000 punti se ne vedrebbe assegnati una percentuale minore con cui accedere ad alcuni tornei come singolarista. E lo stesso per il singolarista, che privilegiando il doppio in alcuni eventi potrebbe incamerare nel suo ranking una quota di punti importante per farlo salire in classifica".

Intanto per la prima volta nella storia in top10 non c'é neanche un giocatore con il rovescio a una mano. 

"Credo che oggi a livello di servizio e risposta e di movimenti - e penso alle scivolate sul cemento - chi lo esegue a una mano sia penalizzato. E' un colpo elegante, lo hanno giocato alcuni dei più grandi, l'ultimo è stato forse il piu grande,  Roger Federer. Arginare con il rovescio a una mano la velocità e la forza di queste palle scaraventate oltre i 150Km/h in dritto richiede un talento strepitoso, figuriamoci per rispondere a un servizio. E' complicato, e per questo si preferisce mettere una seconda mano così da opporvi maggiore resistenza".

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