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Il promettentissimo 18enne brasiliano, prossima star delle NextGen Finals di Gedda, racconta del primo incrocio col numero 1, da sparring partner alle Nitto ATP Finals di Torino 2023
di Vincenzo Martucci | 23 ottobre 2024
Ci sono quelli che sono lì solo per prendere cazzotti come sul ring, e a malapena toccano la palla a 220 all’ora e più. Ci sono quelli sponsorizzati, vuoi dalle grandi sigle del tennis ITF e ATP, vuoi dagli sponsor, che fanno esperienza. E poi ci sono le possibili future star, gli assi della categoria juniores, magari molto in anticipo sui tempi, che si divertono un mondo a misurarsi con le star del momento. La casistica degli sparring partner delle Nitto ATP Finals - il Masters coi migliori 8 della stagione che non può utilizzare il suo nome ideale per questioni di diritti - è variegata.
E comunque è sempre interessante fare una capatina agli allenamenti pre-evento per scoprire qualcosa di nuovo, che di lì a poco può diventare incredibilmente attuale. Come Joao Fonseca, di cui si è parlato praticamente da subito per l’enorme potenziale tecno-fisico e per la straordinaria capacità di leggere il gioco. Ebbene, il talento brasiliano nato il 21/8/2006, 12 mesi fa a Torino a palleggiare con i campioni dell’ATP Tour per allenarli alle Finals e quest’anno per la prima volta sulla principale scena dei tornei, dove salotto al numero 154 della classifica, il 18-22 dicembre sarà fra i favoriti a Gedda delle NextGen Finals fra i primi 8 under 20 dell’anno.
Ma, soprattutto, nel raccontare la sua ascesa, che nasce dall’idolo nazionale, Guga Kuerten, già campione di 3 Roland Garros e numero 1 del mondo, il genietto di Rio ringrazia pubblicamente Jannik Sinner. Cioé l’indiscusso numero 1 di oggi, che è già certo di chiudere il 2024 al comando del ranking. E non lo fa con una motivazione sola, ma con almeno due.
Il 23enne altoatesino, che il tennis italiano non osava forse nemmeno sognare coì forte, determinato, dedicato, vincente ed esemplare in tutti suoi comportamenti, dentro e fuori del campo, sarà sicuramente orgoglioso di quanto ha rivelato Fonseca, un diamante dalla luce vivissima che presto brillerà ai massimi livelli: “Molti buoni giocatori hanno vinto le NextGen Finals ma quello in cui mi rivedo davvero è Sinner. Mi piace tanto il suo gioco aggressivo, tecnicamente, è esattamente il mio punto di riferimento. Mentalmente, è più calmo di me, è timido e adoro il modo in cui si batte. Non fa notare le emozioni e anche in questo mi somiglia molto”.
Joao non può dimenticare il primo incontro con Jannik: “Alle Nitto ATP Finals dell’anno scorso, l’ho allenato il primo ed il secondo giorno. E’ davvero un ragazzo carino e disponibile”. Soprattutto perché l’attuale numero 1 del mondo, gli ha parlato francamente, aprendogli gli occhi ed influenzando le sue decisioni: “Io pensavo proprio di andare all’Università, ho avuto sempre quello nella testa, mi ero anche impegnato con la Virginia University. Poi lui, mentre stavo lì in campo, mi ha chiesto: “Davvero vai all’Università?”. E quando gli ho risposto di sì, mi ha subito ribattuto: “Sei troppo forte per l’Università, passa subito professionista”. E’ stata una cosa carina. Sul momento, ho pensato che mai prendesse in giro, che mi avesse fatto una battuta. Anche se l’atmosfera, a quel nostro primo allenamento, era stata molto cordiale anche coi suoi coach”.
A 17 anni, Fonseca ha ripensato spesso e in profondità alle due opzioni: migliorare l’istruzione e darsi una seconda possibilità di lavoro, in futuro, iscrivendosi all’Università americana dove comunque avrebbe potuto continuare a coltivare il suo tennis a livello medio-alto, oppure accelerare i tempi d’ingresso fra i professionisti della racchetta. Nel dubbio, si è messo alla prova nei Challenger d’inizio stagione che ha aperto da 730 del mondo: dopo la semifinale a Buenos Aires 1, il top d’acchito a Buenos Aires 2 contro il torinese Edaoardo Lavagno a Punta del Este contro Comesana, ha battuto Fils e Garin raggiungendo i quarti all’ATP 500 di casa, a Rio. Subito dopo, il 29 febbraio, su Instagram, il campione 2023 degli US Open under 18 ha annunciato che passava professionista. Fidandosi dell’importantissimo consiglio di Sinner.
“E’ stata una decisione incredibilmente dura per me e la mia famiglia, perché sono cresciuto sognando di vivere la vita del college a Charlottesville, facendo sempre lo sport che amo con un fantastico team e un meraviglioso coach, ma negli ultimi mesi il tennis pro mi ha chiamato in un modo al quale semplicemente non posso dire di no”.
Chissà se al primo confronto in campo sull’ATP Tour quel discorsetto di Torino tornerà a galla.