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Francesco Passaro ha imparato l'arte della pazienza: così è arrivato in Top 100

"Mi aspettavo di crescere in fretta e forse, invece, mi serviva più tempo per diventare un professionista" ha detto all'ATP Francesco Passaro che ha ringraziato lo storico coach Roberto Tarpani

28 gennaio 2025

Australian Open, l'esultanza di Francesco Passaro (Getty Images)

L'esultanza di Francesco Passaro (Getty Images)

Per ogni tennista, il debutto in Top 100 è un giorno impossibile da dimenticare. Per Francesco Passaro lo sarà ancora di più. L'ingresso del perugino tra i primi 100 del mondo ha contribuito a trasformare il 27 gennaio 2025 nel lunedì storico del tennis italiano, che per la prima volta ha visto undici giocatori in Top 100 nel ranking ATP. Ripescato come lucky loser all'Australian Open, Passaro ha superato il primo turno grazie al ritiro di Grigor Dimitrov ed è così salito fino alla posizione numero 90 nel ranking ATP.

Questo traguardo rappresenta il compimento di un viaggio cominciato quando aveva sei anni. Da quando ne aveva dieci, al viaggio ha partecipato il suo maestro e coach Roberto Tarpani, che lo segue ancora oggi.

"Prendevo fuoco facilmente allora. Lanciavo le racchette. Più volte mi ha cacciato dal campo durante gli allenamenti e mi ha aiutato a imparare una lezione importante: se vuoi diventare un tennista, devi rispettare l'avversario, l'allenatore, lo sparring".

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Già due anni fa, a febbraio 2023, Passaro sembrava vicino a superare la soglia psicologica della Top 100, che significa la possibilità di entrare nel main draw degli Slam. Tre mesi dopo aver preso parte alle Next Gen ATP Finals, allora riservate ai migliori Under 21 nel circuito, aveva raggiunto la posizione numero 108 nel ranking ATP. La stessa, peraltro, con cui ha iniziato l'Australian Open 2025.

Ma i risultati del perugino, classe 2001 come Jannik Sinner e Matteo Arnaldi, hanno iniziato a peggiorare. Così Passaro è scivolato fuori dai primi 200 del mondo. "In quella stagione sentivo grande pressione. Mi aspettavo di crescere in fretta e forse, invece, mi serviva più tempo per diventare un professionista. Non ero ancora pronto a entrare in Top 100 e confrontarmi con i migliori. Allora non facevo altro che pensare ai punti e al ranking, ma non fa bene: è meglio concentrarsi su come migliorare in campo e fuori" ha detto Passaro all'ATP.

passaro

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Ma negli ultimi 12 mesi è cambiato tutto. A maggio, a Torino, ha vinto il più prestigioso dei suoi tre titoli Challenger. Al Piemonte Open Intesa Sanpaolo, il Challenger 175 al Circolo della Stampa-Sporting, Passaro ha battuto cinque Top 100 compreso Lorenzo Musetti sconfitto in finale.

Nessuno ci era più riuscito in un Challenger dopo Robin Soderling campione a Sunrise nel 2009. E pensare che, dopo il terzo turno raggiunto da qualificato agli Internazionali BNL d'Italia, aveva pensato di cancellare la sua iscrizione al torneo. Mosé Navarra, stimato coach FITP, gli ha fatto cambiare idea e in due settimana la sua classifica è passata da numero 240 a 134 del mondo.

"E' stato incredibile. Ero sorpreso dal tennis che riuscivo a giocare, colpivo forte e ogni palla restava dentro" ha detto Passaro che all'ATP ha ringraziato il coach Tarpani per la pazienza mostrata negli anni.

"Non è stato semplice per lui. Mi è capitato qualche volta di mollare delle partite se il mio avversario giocava qualche colpo pazzesco, e allora iniziavo a spararle tutte fuori, non mi interessava - ha detto - So che il viaggio non è stato facile, ma adesso stiamo raccogliendo i frutti. Mi fa piacere che lo stiamo facendo insieme e spero ce ne siano ancora in futuro".


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