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Le parole di Taylor Fritz alle Nitto Atp Finals. "Riuscire a prendere le decisioni giuste, vincere la sfida mentale, è una gran parte del gioco" ha detto
di Alessandro Mastroluca | 12 novembre 2024
"Credo di sapere come battere Sinner" diceva Taylor Fritz prima della finale dello US Open. La pratica, però, ha detto altro. Alle Nitto Atp Finals si ritrovano di fronte, e di nuovo il tema delle tattiche e delle strategie di gioco torna al centro della scena. Anche perché Fritz è il top 10 che più di tutti si sta mostrando contrario alla liberalizzazione del coaching nel tennis.
"Uno degli aspetti che lo rendono uno sport così unico è proprio il fatto di essere genuinamente tanto mentale quanto fisico. I giocatori devono vedersela da soli, devono riuscire a definire da soli le strategie è una componente chiave del successo" ha detto dopo la vittoria contro Medvedev.
"In campo, fai cose diverse per adattarti all'avversario. E non voglio un coach che dica a qualcuno cosa fare. Quando non stai giocando a volte vedi le cose diversamente. Credo che l'uno contro uno, il fatto di giocare uno contro l'altro e affrontare anche la battaglia mentale con l'avversario, sia una gran parte del gioco e in tanti non lo capiscono" ha detto.
"Devi arrivare al massimo livello per capire quanta strategia ci sia. E secondo me, anche questa è una cosa che dovrebbe rimanere tra i due giocatori: quali strategie usare, quali decisioni prendere anche sotto pressione, è una parte importante come servire o colpire un diritto. E sarebbe folle che qualcuno entri in campo e si metta a servire al posto tuo. Allora perché qualcuno dovrebbe dirti cosa fare?".
Le istruzioni, ha detto, vanno bene in Davis ma non durante i tornei. Qui secondo lo statunitense bisognerebbe limitarsi a incitamenti e incoraggiamenti. "Credo che in larga misura abbiano introdotto questa modifica perché in tanti aggiravano il divieto di coaching - ha detto -. Secondo me ci vorrebbero i microfoni nei box dei giocatori e qualcuno che controlli cosa dicano gli allenatori e sia molto severo se qualcuno andasse oltre l'incoraggiamento".
Dal suo punto di vista, inoltre, ritiene effettivamente di aver migliorato la sua consapevolezza di cosa abbia funzionato e cosa no dopo le partite perse contro Sinner o Alcaraz anche se non è voluto entrare nei dettagli. "Non posso dire tanto perché rivelerei cosa mi dà fastidio del loro tennis quando giocano contro di me - ha detto -. Di solito, quando perdo partite così una risposta standard è che avrei potuto servire meglio. Ma ci sono aspetti più profondi nella costruzione del punto, certi colpi negli scambi che mi creano più problemi e che devo gestire meglio e sto lavorando su qualcosa che mi aiuta in queste situazioni".