Chiudi
Intervista a Giorgio Galimberti, nuovo coach di Luca Nardi, che ci racconta le sessioni di allenamento con Sinner e le linee guida del progetto tecnico
di Alessandro Mastroluca | 13 dicembre 2023
Lavorare su forza e resistenza, irrobustire il servizio, costruire un gioco più offensivo. Su queste linee guida si muoverà il lavoro di Giorgio Galimberti con Luca Nardi. Il 20enne pesarese ha infatti scelto di chiudere, come vi abbiamo raccontato su SuperTennis, l'esperienza al Baratoff con Francesco Sani e Gabriele Costantini e di affidarsi all'accademia diretta dell’ex Davisman azzurro a Cattolica. Per portare il giovane talento azzurro, numero 118 del mondo e tra gli otto talenti che hanno preso parte alle Next Gen Finals a Gedda, Galimberti ha messo su un team ad hoc. Ne fanno parte anche Marco De Rossi, e Simone Bertino, video analista della Federazione Italiana Tennis e Padel e volto ormai noto agli spettatori di SuperTennis. Per la parte atletica restano tre figure di fiducia che da tempo lavorano con il pesarese: il preparatore Matteo Baldini, il fisioterapista Frank Musarra e il dottor Piero Benelli.
Come è nata questa nuova collaborazione con Nardi?
E' nata dall'interesse di Luca che si trovava in Giappone. Mi ha chiamato la madre che ha fatto un po' da filtro iniziale. C'è stato un primo, poi un secondo appuntamento di valutazione di quella che poteva essere la mia interpretazione del progetto Luca Nardi. E' evidentemente piaciuta.
Cosa avete visto l'uno nell'altro?
Era parecchio tempo che mi chiedevo se Luca Nardi sarebbe mai arrivato ad essere allenato da noi. Luca è un giocatore di estremo interesse in cui vedo grande potenziale e margini di miglioramento ovvi. Quando mi è stata chiesta la possibilità di affrontare l'argomento, avevo un'idea abbastanza chiara: nella mia testa mi capita quando vedo un giocatore come lo allenerei, e mi era successo anche con lui. Nardi credo che abbia visto in la serietà del lavoro, come dimostrano gli otto ragazzi, di livello diverso, portati al best ranking quest'anno. Poi lui ama spendere il poco tempo che ha a disposizione vicino alla famiglia.
Quanto la sua idea di come lo avrebbe allenato coincide con il progetto di giocatore che Nardi ha in mente di diventare?
Al 100%. Nel team ho voluto coinvolgere anche Simone Bertino, che già lavora in accademia, video analyst della Federazione, che ha ha pienamente confermato. Dal punto di vista tecnico Nardi gioca bene, ma ha grandi margini di miglioramento: la tecnica, infatti, non è solo il braccio ma riguarda ad esempio anche gli spostamenti. Ci sono poi grandi miglioramenti su tattica e attenzione, nelle ultime settimane alcune delle sue sconfitte sono nate da game per così dire sciagurati. Dal punto di vista tattico abbiamo una visione per lui di un tennis più offensivo e più intenso.
Su quali aspetti si concentrerà inizialmente il lavoro?
Dal punto di vista atletico abbiamo un grossissimo gap sul piano della forza e della resistenza, non tanto della velocità perché in campo si muove bene. Dal punto di vista tecnico e tattico c'è da migliorare la prima di servizio e l'uscita dal servizio. Luca infatti tante volte gioca un colpo neutrale dopo il servizio. Ma un giocatore universale come lui ha il dovere di prendere in mano il gioco con il primo colpo in uscita dal servizio. Stiamo lavorando anche sulla precisione dei colpi per le verticalizzazioni e sul prendere la rete con il cambio in lungolinea.
Ha visto in lui una maggiore consapevolezza nel fare un salto di qualità complessivo nel suo essere atleta professionista?
Sicuramente è stata un po' troppo enfatizzata una visione di Nardi poco professionale. Invece probabilmente ha avuto una maturazione caratteriale più graduale. Oggi è determinatissimo a diventare un giocatore forte, è consapevole dei suoi mezzi. Lui in fondo sa di avere mezzi da top player, ha tanta voglia di crescere in classifica. Gli brucia di aver chiuso una stagione in cui non è cresciuto in classifica. E' pronto, ci crede. Penso che quest'anno abbia fatto una grande maturazione.
Mi avevano colpito le sue dichiarazioni a Gedda, la sua delusione per la poca continuità nel 2023 e insieme il suo affrontare le Next Gen ATP Finals, diceva, senza particolari aspettative.
Lui è deluso soprattutto di non essere entrato nei 100. Non era nemmeno troppo esaltato, devo dire, di giocare le Next Gen Finals perché non è schiavo dello show business. Aveva l'amaro in bocca per non essere entrato nel main draw dell'Australian Open. Nelle ultime settimane il suo obiettivo principale era giocare bene un Challenger magari anonimo perché finalizzato a quel traguardo e non quello, più che essere a un evento globale come le Next Gen ATP Finals.
Avete già un'idea della programmazione per le prime settimane del 2024?
Giocherà a Canberra e poi le qualificazioni dell'Australian Open. Dopo valuteremo anche perché nei primi tre mesi del 2023 non aveva giocato bene. Non sarebbe male fare risultati subito anche per togliersi di dosso lo scoglio della top 100, magari centrare il main draw del Roland Garros, perché poi gli sarebbe più semplice performare meglio.
Quanto e come lo seguirà nel circuito?
Luca ha un contratto con l'Accademia, e questo vuol dire entrare a far parte di una famiglia. Il rapporto principale sarà con me come coach. In questo percorso sarò affiancato da Marco de Rossi, che è stato anche mio ex giocatore ed è amico di Luca. Il mio obiettivo è seguirlo per 15-20 tornei importanti o di interesse strategico all'anno: sicuramente gli Slam, i Masters 1000 ma anche qualche altro appuntemento in cui abbiamo bisogno di fare un lavoro mirato. Negli altri ci sarà Marco.
In questi giorni avete l'occasione di allenarvi con Jannik Sinner e il suo staff ad Alicante. Quanto si impara in giornate così?
All'ennesima potenza. Parliamo di un'atleta giovane, fenomenale, che ha bruciato le tappe. Luca tiene occhi e orecchie ben aperti, e anche io da allenatore cerco di cogliere i dettagli del suo lavoro con il team. Non si finisce mai di imparare, e si impara da quelli forti. Loro certamente lo sono.
Luca Nardi alle Next Gen ATP Finals (Getty Images)
I primi feedback da parte di Nardi su questa esperienza?
I tre giorni che abbiamo passato qui sono stati ottimi. L'intensità dell'allenamento, e con noi c'è anche il preparatore della Federazione Stefano Barsacchi, è alta. Da parte di Luca vedo grande disponibilità sua nel fare allenamenti duri, sessioni lunghe. Io in campo sono uno abbastanza "tosto", e lui mi sta venendo dietro. Sono riuscito a fargli fare 20-30 minuti in più ogni giorno, che sono quelli che fanno la differenza. Come diceva borg gli ultimi trenta minuti sono quelli davvero allenanti.
Un'ultima domanda: le ha parlato di obiettivi?
Non vuole. l'anno scorso e due anni fa parlava solo di obiettivi di classifica. Ora abbiamo parlato solo di obiettivi tecnico-tattici, non di ranking o risultati. Ovvio che il primo step è l'ingresso in top 100, anche per un discorso di programmazione. Ma ci poniamo obiettivi di crescita come gioco che si tradurrà poi in risultati.