"> ">
-
Atp

Medvedev: "Condizioni ideali, voglio arrivare fino in fondo"

Quello di Indian Wells è l'unico Masters1000 sul veloce che il russo non ha ancora vinto. Dopo la vittoria in due set contro Dimitrov ora ai quarti attende Rune. E sulla finale di Melbourne: "Delusione smaltita presto, Sinner è in piena fiducia ma prima o poi si fermerà"

14 marzo 2024

Daniil Medvedev (Getty Images)

Daniil Medvedev (Getty Images)

Avanti. Senza guardarsi indietro e senza prestare troppa attenzione alle condizioni variabili offerte da Tennis Paradise, oasi lussuosa nel deserto esposta a vento, sabbia e quant'altro in grado di rallentare la velocità dei suoi campi, l'anno scorso tanto criticata da Daniil Medvedev e quest'anno invece da lui addomesticata. Vuoi per una maturità ormai raggiunta, per una finale da difendere, vuoi per un titolo che ancora goi manca, unico tra quelli messi in palio dai Masters1000 giocati sul veloce: "Voglio vincere ogni Masters1000 che gioco, non importa se sia la prima volta o meno - ha esordito in conferenza stampa il russo dop la vittoria in due set ottenuta contro Grigor Dimitrov - Indian Wells mi piace e ci tengo a vincerlo almeno una volta. L'anno scorso  ci sono andato vicino, anche se la finale è stata poi a senso unico, ma arrivarci è quanto di più vicino ci sia per provare a vincere il trofeo. Adesso ho un'altra chance e ci proverò". 

Il match ha avuto uno svolgimento logico, diverso dal copione folle seguito dall'uscita precedente dell'attuale n.4 del mondo contro Sebastian Korda. Un match, quello contro l'americano, che il russo ha citato ancora ieri notte come termine di paragone per le condizioni in cui invece è stato chiamato a performare contro Dimitrov: "Oggi il campo era buono perché il vento vi ha depositato della sabbia, ed era così anche il primo giorno di allenamenti, tanto che lo disse al mio team: 'Wow, eccellente, è davvero veloce'. Poi contro Korda invece era lento, ma davvero lento. E' stato un match incredibile nove break, l'ho brekkato due volte nel secondo set e ho perso ugualmente quel set e nel terzo ho dovuto farlo altre quattro volte per vincere 6-3. Una cosa ridicola per quanto era lento. Ma oggi fin dal riscaldamento ho capito che sarebbe stato veloce, e ne ero ben contento. Il servizio filava e così tutto il resto". 

Dopo la finale persa a Melbourne contro Jannik Sinner, Medvedev ha atteso quattro settimane prima di tornare in campo a Dubai dove è stato sconfitto in semifinale dal francese Humbert, laureatosi poi campione del torneo. Una sconfitta inattesa, certo, i cui strascichi però si direbbero meno difficili da smaltire rispetto a quelli innescati dalla rimonta subita in Australia da Jannik Sinner: "Ho impiegato una settimana a smaltire quella delusione, forse anche meno. Già subito dopo la finale mi dicevo che forse nel giro di un paio di giorni avrei cambiato opinione, ma così non è stato, e la mia opinione è che ho giocato un gran match, ho iniziato alla grande giocando bene tatticamente e non tremando sotto pressione. Non credo di aver iniziato a pensare troppo nel terzo set: ho continuato a giocare come stavo facendo, e a fare ciò di cui c'era bisogno perché non c'era motivo di cambiare alcunché", ha rievocato ancora l'ex n.1 del mondo in conferenza stampa.

"Lui invece è riuscito a sistemare un paio di cose ed ha iniziato a giocare meglio: è per questo che ha vinto, e per questo - secondo me - che quella finale è stata così speciale per lui: perché è riuscito a trovare un modo per riuscirci. La cosa che mi spaventava un po' era capire quanto motivato mi sarei sentito nei successivi tornei dopo aver incassato quella sconfitta. Ma qui mi sento benissimo, mentalmente fresco e pronto a dar battaglia e a vincere. Ormai è alle spalle e tornerò di sicuro a Melbourne per provare a vincere".

Al di là delle sensazioni e delle ambizioni personali, alla sconfitta del russo ha fatto da contraltare il successo dell'azzurro. Una vittoria che oltre a proiettarlo in terza posizione nel ranking, ha dato il via a una striscia di successi consecutivi giunti ora a quota 15 nel solo 2024. Una condizione che Medvedev ha già vissuto in carriera e di cui conosce pregi e insidie: "Di strisce consecutive di vittorie così lunghe ne ho avute un paio in carriera, una di 21 e l'altra di 20 mi pare. Un qualcosa che non avrei mai pensato di riuscire a fare. Ed è una gran bella sensazione: dai tiebreak, ai servizi che centrano gli angoli, le risposte che atterrano dove vuoi. Ti senti in gran forma ed è una sensazione bellissima ed è quel che senza dubbio sta provando lui ora", ha riflettuto Medvedev prima di chiudere la conversazione con i giornalisti presenti. "Ma - ha poi avvertito - arriva un momento in cui si interrompe. Novak detiene il record, ne ha vinte 46 o qualcosa di simile. Eppure qualcuno è riuscito a fermarlo, e non so più neanche chi fosse. Quando sei negli spogliatoi, affrontare Jannik per me come per qualsiasi altro collega non fa molta differenza: si scende in campo e si prova a vincere. Più vittorie ottieni, più titoli collezioni, che si tratti di Grand Slam o altro, e maggiore è la fiducia che ricavi, la convinzione di potercela fare. Non c'é altro da aggiungere. La fiducia ora lo aiuta ma arriverà qualcuno che lo fermerà. Magari non qui, magari più in là. Ma se dovessi affrontarlo farò del mio meglio per provare a vincere".

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti