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Le parole del CEO dell'ITIA sul ricorso della WADA contro l'assoluzione di Jannik Sinner
17 ottobre 2024
"Nessun trattamento di favore per Jannik Sinner". L'ha detto chiaramente il CEO dell'ITIA Karen Moorhouse introducendo il rapporto sull'attività dell'agenzia nell'ultimo trimestre.
"Negli ultimi mesi c'è stato comprensibilmente grande interesse sui procedimenti anti-doping dopo la pubblicazione della sentenza di assoluzione di Jannik Sinner" ha spiegato Moorhouse.
"La gestione dei procedimenti in casi di doping può essere complessa, e capiamo che si può creare confusione nel cercare comprendere le differenze negli esiti o le percepite incongruenze - ha spiegato -. Per essere assolutamente chiari, il processo è definito fal Codice Mondiale Anti-Doping dell'Agenzia Anti-Doping Mondiale (la WADA), e dal Programma Anti-Doping del Tennis. Il modo in cui gestiamo i casi non cambia, qualunque sia il profilo del giocaorie coinvolto. Il modo in cui un caso si sviluppa è determinato dalle sue caratteristiche uniche, dai fatti e dalla scienza".
"Nel caso di Sinner, il focus del ricorso è sull'interpretazione del tribunale indipendente e sull'applicazione delle regole nel determinare se e quanta parte di responsabilità è da assegnare al giocatore, non sull'indagine dell'ITIA sui fatti e sulle prove scientifiche". Dunque, la WADA non contesta la versione dei fatti emersa davanti al tribunale indipendente, ma sta cercando di dimostrare che l'assenza di dolo o negligenza sia significativa e non totale, come invece stabilito in primo grado.
"Detto questo, siamo consapevoli che è nostra responsabilità lavorare con i membri della famiglia del tennis perché ci sia fiducia nel percorso".