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Sinner-Moya, solo suggestione?

Carlos Moya ha smentito a RNE l'ipotesi di un suo ingresso nel team di Jannik Sinner dal 2026 trapelata ieri dalla Russia. Già in passato Riccardo Piatti aveva pensato di aggiungerlo al team quando allenava Jannik

di | 20 maggio 2025

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L'indiscrezione a proposito di Carlos Moya come possibile successore di Darren Cahill nel team di Jannik Sinner è comprensibilmente destinata ad accendere la fantasia dei tifosi. Non solo perché l'ha lanciata su Bolshe! Sofya Tartakova, la stessa giornalista che ha anticipato l'arrivo di Marat Safin nello staff di Andrey Rublev. Lo stesso Moya però l'ha smentita alla Radio Nacional de Espana.

Già in pasato Riccardo Piatti, che ha allenato Sinner per sette anni fino al 2022, aveva pensato a lui come possibile aggiunta nel team di Jannik, ha raccontato al Corriere della Sera.  

Moya ha allenato Rafa Nadal dal 2016 al 2024. "Carlos ha portato nuovi esercizi. Ffacciamo meno ma in modo più specifico" diceva a El Espanol. Gli allenamenti specifici, l'insistenza su esercitazioni finalizzate alla ripetizione di quel che bisogna fare in partita, hanno caratterizzato anche il precedente lavoro di Moya con il canadese Milos Raonic (allora numero 3 del ranking).

Rafa Nadal e Carlos Moya (Getty Images)

Rafa Nadal e Carlos Moya (Getty Images)

I risultati si sono visti. Moya ha reso Nadal un giocatore più aggressivo, come scriveva anche Emilio Sanchez nel 2018. "Sul piano tattico, Nadal è passato da scambi lunghi che lo favorivano a cercare punti più brevi e aggressivi. Tutto dipende dalla "programmazione mentale": riuscire a farlo nei punti meno importanti è relativamente facile, ma farlo nei momenti chiave del match è quasi contro natura. La chiave viene dal lavoro tecnico: a partire dal servizio — impugnatura, lancio, direzione — fino alla posizione più avanzata in campo per anticipare la palla e guadagnare tempo per colpire il dritto in modo più aggressivo. L’uso della palla corta e il miglioramento nella gestione delle volée fanno parte di questa evoluzione". 

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Moya, come lo stesso Nadal, non ama troppo le luci della ribalta, mettersi al centro dell'attenzione. La sua è una cultura del lavoro affine a quella del maiorchino e a quella di Sinner, che spiega anche perché Piatti aveva pensato a lui come aggiunta utile al team di Jannik.

Quest'ultimo elemento emerge chiaramente dal discorso ai diplomati che ha tenuto alla Rafa Nadal Academy nel 2024. "Durante la mia carriera sono riuscito a raggiungere obiettivi molto importanti. Obiettivi che da bambino non avrei mai immaginato. Ovviamente è facile guardare i giocatori sollevare trofei, ma nessuno vede cosa c’è dietro, tutto il lavoro quotidiano che bisogna fare," ha detto Moya.

"I giorni in cui non hai voglia di allenarti, di andare in palestra, di studiare. Se riesci a superare quei momenti, sono proprio quelli i giorni che ti aiuteranno a crescere in qualunque cosa tu voglia fare".


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