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Learner Tien, il sogno della stella USA alla prima grande finale

Il californiano di origini vietnamite, dopo sette titoli in stagione, si è regalato la finale delle Next Gen ATP Finals eliminando Fils e Michelsen.

di | 21 dicembre 2024

Tien stringe il pugno in campo (Getty Images)

Tien stringe il pugno in campo (Getty Images)

Due anni dopo il successo di Brandon Nakashima, gli Stati Uniti sono ad un passo da un altro trionfo alle Next Gen ATP FinalsLearner Tien, dopo aver sconfitto l'amico e connazionale Alex Michelsen, si giocherà la finale della rassegna dedicata ai migliori otto Under-20 del circuito. Arrivato da testa di serie numero 5 e numero 122 ATP, infatti, il tennista classe 2005 ha battuto le prime tre teste di serie del torneo, compreso il numero 20 ATP, Arthur Fils.

Mancino di origini vietnamite, nato da due genitori immigrati negli Stati Uniti separatamente e conosciutisi su un campo da tennis, del ragazzo nato Irvine si parla un gran bene già da tempo. Alcuni, ad esempio, lo paragonano a Michael Chang, e non banalmente per i tratti somatici. Tutti quelli che lo vedono, rimangono stupiti dalla sua calma, che non significa abulia.

Non ho mai pensato eccessivamente ai miei obiettivi. Sin da piccolo, ho sempre pensato che avrei voluto vedere fino a dove sono in grado di spingermi”, ha confessato qualche tempo fa. Ma la realtà è ben più luminosa di quanto lui stesso la dipinga: diplomatosi a 16 anni, ha vinto per due volte consecutive (nel 2022 e nel 2023) i Campionati Nazionali Under-18 della USTA.

 

Sempre nel 2023, anno in cui si è dedicato a tempo pieno al tennis, ha raggiunto ben due finali Major nel circuito juniores, all’Australian Open e allo US Open. In quest’ultimo caso, a sconfiggerlo è stato l'altro junior “terribile”, il brasiliano Joao Fonseca.

Learner Tien nella finale dello US Open junior 2023 (Getty Images)

Learner Tien nella finale dello US Open junior 2023 (Getty Images)

Entrato da giovanissimo nel programma di sviluppo della USTA (la Federtennis statunitense), Tien è oggi allenato da Eric Diaz e Jay Leavitt, anche se da piccolo è stato istruito dal padre Khuong. È sempre stato un giocatore abbastanza fantasioso, che ha nel rovescio il suo colpo preferito e nella capacità di passare dalla fase difensiva a quella offensiva il suo punto di forza. Nell’ultimo biennio, inoltre, complice forse anche lo sviluppo, ha potenziato molto il suo servizio.

Con queste premesse, è più facile addentrarci in quello che è stato il suo 2024, fino alla grandiosa finale raggiunta in Arabia Saudita. La svolta, curiosamente, è arrivata dopo un pesante infortunio, una costola fratturata nel mese di febbraio che l’ha tenuto ai box per qualche settimana.

In quel periodo – a sentire coach Diaz – ha lavorato sulla parte fisica, mettendo le basi per un filotto da paura. Dal 27 maggio in poi, il californiano ha inanellato 28 vittorie consecutive con cinque titoli: quattro ITF (due a San Diego, poi Rocha Santa Fe e Lakewood) e  soprattutto un Challenger a Bloomfield Hills. Cui, per avvisare la concorrenza, ne ha aggiunti altri due, a Las Vegas e Fairfield.

Dice di ispirarsi a Carlos Alcaraz, che lo ha spinto a migliorarsi e – dettaglio sempre importante – a guardare tanto tennis. Dai genitori e dalle loro umili origini, Tien ha assorbito l’idea di dover aver sempre la testa ben salda sulle spalle. Con i suoi mezzi, a maggior ragione dopo quanto fatto vedere a Jeddah, è difficile non lasciarsi andare a sogni di un certo calibro. D’altronde, anche negli Stati Uniti attendono un ragazzo che possa lottare per i titoli più prestigiosi e le prime posizioni della classifica ATP come (e anche di più) di Taylor Fritz. Prima, però, c'è da giocarsi la finale di domani.

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