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Pouille, luce buio e ritorno: "La gente deve capire che sentirsi deboli è normale"

Conosciamo meglio il francese Lucas Pouille, avversario di Mattia Bellucci a Montpellier

di | 27 gennaio 2025

Lucas Pouille in azione (Getty Images)

Lucas Pouille in azione (Getty Images)

La luce, il buio, il ritorno. La storia di Lucas Pouille sembra la trama di un film o di un Bildungsroman, i romanzi di formazione. Un protagonista bello e vincente davanti a un bivio si immette nellala via verso la notte dell'anima fino all'alcolismo e alla depressione poi, stimolato anche dalla paternità, ritrova il sorriso e un diverso equilibrio.

Nel momento migliore della carriera Pouille ha raggiunto i quarti a Wimbledon e allo US Open dopo aver battuto Nadal, poi ha vinto la Coppa Davis. Nel 2018 è entrato per due settimane in Top 10 e l'anno successivo ha centrato il suo miglior risultato nei major, la semifinale all'Australian Open. Poi però una serie di infortuni hanno cambiato tutto. "Non so se sarò ancora in grado di giocare una semifinale o un quarto di finale in uno Slam. Di sicuro, so che darò il 100% per andare il più avanti possibile" ha detto lo scorso novembre alla testata spagnola Clay. Quest'anno, però, non è stato troppo fortunato: all'Australian Open ha incrociato subito Alexander Zverev, futuro finalista, e il suo percorso si è interrotto al primo turno.

Lucas Pouille in Coppa Davis nel 2017 (Getty Images)

Lucas Pouille in Coppa Davis nel 2017 (Getty Images)

Parlare delle sue debolezze, come ha fatto in una lunga e premiata intervista all'Equipe in cui ha apertamente confessato i dettagli del suo periodo nero, "è stato molto importante - ha detto - Da atleta vorresti dare sempre un'immagine positiva di te, dimostrare di essere forte e non far trasparire emozioni in campo ma le persone devono capire che è normale ogni tanto stare male, sentirsi deboli o tristi. Siamo persone, ed è importante sentirsi liberi di parlarne senza vergognarsi".

Parole che confermano come il benessere della mente sia un tema sempre più centrale per gli atleti. E come gli sportivi, contrariamente a quanto accadeva in passato, siano sempre più disposti a condividere le loro esperienze. Lo dimostra, ad esempio, la campionessa dell'Australian Open 2025 Madison Keys che dopo il suo trionfo a Melbourne ha sottolineato proprio quanto sia difficile confrontarsi con la crescita delle aspettative se non accompagnate da un parallelo miglioramento dei risultati.

"Le attese cominciano a diventare un peso e può subentrare il panico. Se non riesco nell'intento, potrò dire davvero di essere una campionessa? Oppure sarà un fallimento? Ho dovuto lavorare molto per andare oltre questo tipo di pressione negativa. Ho avuto bisogno di un sacco di tempo in terapia: non solo in ambito sportivo. Ma se non lo avessi fatto, oggi non sarei qui" ha detto.

Ma anche nella vita, ha spiegato con evidente sincerità Pouille a Clay, "se chiedi a qualcuno 'come stai?' ti risponderà 'bene'. Ma non puoi stare bene tutti i singoli giorni della tua vita, per cui tutti mentono ma è normale perché non fa piacere parlare dei tuoi problemi a tutti. Ma è importante che gli atleti ne parlino sempre di più".


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