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L'italiano gioca un ottimo match contro Korda finendo per cedere in tre set. Ma l'appuntamento con il terzo successo sul circuito Atp per lui è solo rimandato
di Ronald Giammò | 25 aprile 2025
Giunto alla quarta partita sul circuito ATP, tutte disputate nella cornice dei Masters1000, Federico Cinà non è riuscito a ottenere la sua terza vittoria in carriera, battuto in tre set dall'americano Sebastian Korda (n.24) col punteggio di 63 36 61. Non è una sconfitta su cui recriminare più di tanto, ma un ulteriore passaggio di crescita da vivere con la giusta considerazione e la lucidità necessaria per capire quanto di buono si sia fatto sin qui nella costruzione di un giocatore baciato indubbiamente da una buona dose di talento, e quanto ancora occorra lavorare per liberarne tutto il potenziale e affacciarsi su un futuro che per lui si annuncia gravido di curiosità e (si spera) di soddisfazioni.
Rispetto all'eliminazione patita al secondo turno del Masters1000 di Miami contro Grigor Dimitrov, la battuta d'arresto madrilena ha offerto interessanti spunti di riflessione: in primis perché non maturata in due set, e soprattutto perché ha mostrato quanto, pur in condizioni di inesperienza e opposto a un rivale dal calibro ancora superiore, Cinà non si sia affatto disunito continuando a esplorare i suoi limiti, affatto sconsolato o frustrato dai gratuiti che di volta in volta lo hanno costretto a ricostruire game in apparenza già vinti, o scambi che sembrava di poter chiudere in agilità.
Still has time for the fans after a loss ??
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We'll be seeing plenty more of 18-year-old Federico Cina. #MMOpen pic.twitter.com/r5KArlwm1E
He's only 18 years old ??
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Federico Cina is something special!#MMOpen pic.twitter.com/nBO6hLkp0b
Questione di testa. Quella che per un attimo ha abbandonato Korda nel secondo set. Quando, ormai in vantaggio di un parziale, l'americano ha creduto di poter gestire le operazioni fiducioso che dall'altra parte della rete sarebbe arrivato lui il passo che gli avrebbe schiuso le porte del match. L'italiano è invece rimasto ancora alla partita, tanto nel gioco quanto appunto nella testa: ribattendo colpo su colpo, aggiustando in corso d'opera quelle sbandate che ogni tanto facevano decollare i suoi colpi oltre la linea di fondo campo, e continuando a cercare soluzioni con cui insistere a scavare nelle certezza che il figlio di Petr credeva di aver ottenuto.
Risultato: un set pari ed esito della contesa rinviato al terzo. E qui, a far la differenza, è stata mamma esperienza. Venuta in soccorso all'americano al momento giusto consentendogli di riaccendere un interruttore che in presenza di un altro avversario non sarebbe stato così semplice far brillare. Eppure, ancora, Cinà ha continuato a fare la sua parte offrendo ancora qualche guizzo e qualche lampo, lasciando intravedere accelerazioni dal fondo capaci di lasciar sul posto il pur mobile americano, e frequentando anche con una certa disinvoltura il gioco a rete e il dropshot. Un bagaglio che adesso occorrerà continuare ad arricchire e a limare, in un percorso già avviatosi anni fa e che comincia ora a dare le prime risposte. A Roma Cinà godrà di una wildcard, e chissà che l'aria del Foro Italico con il pubblico a tirargli la volata non lo aiuti a cogliere quel tris da cui ripartire alla volta di Parigi e di un futuro per lui ancora tutto da scrivere.
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