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Madrid, Zverev: "L'obiettivo resta ritrovare il mio tennis migliore"

Il tedesco fa il suo esordio con una vittoria e si dice soddisfatto della sua prestazione: "Qui mi piace, c'è il mio campo preferito e ci ho già vinto". Ma adesso l'importante "è continuare su questa strada".

25 aprile 2025

Alexander Zverev (Getty)

Alexander Zverev (Getty)

Esordio agevole quello vissuto da Alexander Zverev al Mutua Madrid Open. Dismesso Roberto Bautista Agut con un doppio 6-2, il tedesco può ora guardare al suo prossimo turno continuando a cavalcare quella fiducia ricostruita grazie al terzo successo ottenuto una settimana fa a Monaco: "Mi sono concentrato sul giocare il mio miglior tennis, è questo adesso il mio obiettivo. A Monaco ci sono riuscito così come in questo primo match. E quando avviene, i risultati parlano da sé".

"Madrid mi piace - ha ancora aggiunto il n.2 del mondo nella conferenza stampa post match - L'ho detto tante volte, qui c'è il mio campo preferito che mi dà sempre tante belle soddisfazioni. Hi dei bei ricordi qui e spero di collezionarne di nuovi".

Ma è sul suo livello, più che sui rivali che l'attendono che è concentrata la sua attenzione. Uscito sconfitto dalla finale degli Australian Open contro Jannik Sinner, è stato lo stesso Zverev ad aver ammesso di aver avuto bisogno di tempo per metabolizzare quella sconfitta. Tempo che è costato lui in termini di risultati viste le premature eliminazioni con cui si è chiusa la sua Gira sudamericana: "Quando riesco a giocare un buon tennis mi sento molto più rilassato, hai più fiducia in te stesso, ti fidi di più dei tuoi colpi. Era una sensazione che mi era mancata negli ultimi mesi ma credo di averla ritrovata da un paio di settimane e adesso, come ho già detto, si tratta di continuare su questa strada".

La terra però si conferma la sua superficie d'elezione, quella che nel 2022 lo portò a una sola partita dal trono di n.1 del mondo. Una superficie però mai uguale a sé stessa: "Sì, la terra si dice sia la superficie più viva in un certo senso. Si avvertono le differenza maggiori: un conto è giocarci a 30° un altro quando ce ne sono 10°, e poi qui siamo anche in altitudine. Ci sarà un motivo se a Monte-Carlo non sono mai andato oltre le semifinale e ho invece vinto sia a Madrid che a Roma".

Le ultime parole sono però ancora rivolte alla finale, passata o futura che sia, al ricordo di quanto accaduto a Melbourne e a Monaco e a come lui abbia imparato a vivere quei momenti: "Quando ho il microfono dico quel che mi sento di dire in quel momento, non c'è alcun copione e dico ciò che mi passa per la testa". 


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