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Il tedesco, tornato al n.2 del ranking, guarda con ottimismo al suo esordio nel Masters1000 di Madrid: "Sul Centrale ci ho perso solo due volte, è un campo speciale". E poi sul suo inverno sottotono: "Ho giocato male, tutto qui. E la sconfitta in Australia ha inciso"
di Ronald Giammò | 23 aprile 2025
Dopo un avvio di stagione culminato con la sua terza finale Slam in Australia, Alexander Zverev è andato lentamente inabissandosi proprio quando aveva tempo e chance per provare a issarsi per la prima volta in carriera a quel primo posto del ranking cui andò davvero vicino nel 2022, quando in semifinale al Roland Garros fu costretto al ritiro dopo un ruzzolone sulla terra che gli costò diversi legamenti della sua caviglia destra. Tornato al successo nella sua Monaco, dove la settimana scorsa ha centrato il suo terzo titolo, il tedesco è arrivato a Madrid carico di ottimismo e fiducia in vista del quarto Masters1000 della stagione: "Finalmente sono riuscito a giocare un buon tennis, vincere aiuta sempre dal punto di vista della fiducia e prima di Monaco non è che ne avessi molta perché non stavo affatto giocando al meglio. Per questo sono contento della vittoria, adesso si tratta di continuare a guardare avanti sperando di continuare a giocare così".
"La prima cosa che mi viene in mente quando arrivo a Madrid è che qui mi troverò bene - ha ancora aggiunto l'attuale n.2 del mondo nel corso del suo incontro con la stampa alla viglia del torneo - E' un torneo che conosco e che mi piace e poi c'è uno dei miei campi preferiti, il Centrale, dove ho perso due sole partite in carriera e che è davvero un luogo speciale per me. Anche questo aiuta e spero di continuare così anche quest'anno".
Títulos en la historia del torneo ????
— #MMOPEN (@MutuaMadridOpen) May 8, 2022
5? Nadal
3? Federer, Djokovic
2? Murray, Zverev
Este domingo, ???? @AlexZverev busca ampliar su legado en las pistas del #MMOPEN. pic.twitter.com/fNs1yyardJ
Zverev’s confidence will be sky high after his first win on clay against Nadal.
— #MMOPEN (@MutuaMadridOpen) May 8, 2021
?? @TennisTV @AlexZverev | @atptour | #MMOPEN
Resta da capire cosa s sia inceppato, tanto nel suo gioco quanto nella sua testa, durante lo scorso inverno. Un periodo che, complice l'assenza di Jannik Sinner, avrebbe potuto consentir lui di scalzarlo dalla vetta del ranking e che proprio Zverev era andato organizzando in sud America, una Gira che tra Argentina e Brasile si sperava potesse dargli i punti necessari per il soprasso. "No, la pressione non c'entra. Semplicemente, ho giocato male - ha ammesso sinceramente il finalista di Melbourne - Come ho già detto, l'Australia è stato uno dei motivi, quella sconfitta mi ha condizionato e mi ha lasciato molte cose in testa. Oggi però le ho lasciate alle mie spalle. Ho appena vinto un torneo e tornei come quello, di quel livello voglio dire, non li vinci giocando male. E l'autostima cresce dopo vittorie del genere".
Agli osservatori però non è sfuggito un dettaglio interessante. Sia in Australia che in Germania, Zverev è stato oggetto di qualche piccola protesta, allusione, commenti infelici da parte di alcuni spettatori. Una circostanza che sino ad ora non era mai toccata lui in sorte e alla quale li stesso non sembra però dare molta importanza. Anzi: "Va tutto bene, non è stato niente di che. A Monaco il pubblico è stato fantastico. Nel quarto contro Griekspoor mentalmente ero uscito dalla partita ed è stato il pubblico a riportarmici dentro. Se ho vinto quel match lo devo a loro, non posso affatto lamentarmi. Per dirla tutta, ci sono sempre un due o tre idioti, vale per ogni sport: calcio, atletica e anche il tennis. Va così, è lo sport. Resta che il pubblico di Monaco per me è stato semplicemente favoloso".
La crisi (profonda) di Zverev e Alcaraz
Molta importanza e attenzione Zverev continua invece a investire nel sistema antidoping e su alcuni dettagli che a suo avviso potrebbero consentire a tutto il sistema di collaborare meglio con i giocatori, fermo restando la trasparenza come unico principio fondante di questa relazione: "E' un argomento di cui negli ultimi sei mesi abbiamo parlato a lungo per via di quanto accaduto a Jannik e Iga - ha esordito Zverev prima di chiudere il suo intervento - Ma alla fine per noi non è cambiato niente. E' il processo ad essere irritante perché ci impone di fornire la nostra reperibilità per un'ora al giorno in qualsiasi posto ci troviamo. E se gli addetti all'antidoping poi non si presentano a quell'ora dobbiamo tornare lì dove avevamo detto che saremmo stati".
"Mi è capitato lo scorso dicembre: ero a Nizza, dovevo andare a prendere mia figlia all'aeroporto e avevo dato disponibilità nella fascia tra le 7 e le 8 del mattino e loro si sono presentati alle 9 di sera. Mi hanno chiamato dicendomi di rientrare e gli ho risposto che non potevo perché ero alle prese con una bambina di tre anni. Ma per loro non contava: devi tornare qui, non importa quel che stai facendo. E' questo che mi irrita - ha sottolineato ancora il tedesco - Perché sembra che ti vogliano provare della libertà di staccare per un po'. Nessun problema se si presentano nell'orario stabilito, quello fa parte della regola. Ma dopo no, devi farci respirare. Se hai deciso di presentarti in un orario a caso e non in quello stabilito non vuol dire che io debba stravolgere i miei piani e lasciar tutto per rendermi disponibile. Non è giusto per me. Anche per quel che riguarda il discorso legato alle contaminazioni non è cambiato nulla: si deve prestare attenzione, lo sappiamo tutti. Ma non è cambiato nulla dopo i casi di Jannik e Iga. Sono più le cose che gravitano intorno al sistema antidoping ad irritarci e credo che sarebbe lo stesso per chiunque".
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