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Miami, uno spento Arnaldi si arrende a Machac

Arnaldi perde in due set dal ceco Machac al termine di un match in cui è apparso più falloso del solito, incapace di ritrovare soluzioni e ritmo, senza esser riuscito a mettere mai sotto pressione il suo avversario

di | 26 marzo 2024

Matteo Arnaldi al Brisbane International (Getty Images)

Matteo Arnaldi al Brisbane International (Getty Images)

Giornata storta quella vissuta da Matteo Arnaldi al Miami Open. Il n.38 del mondo ha infatti ceduto in due set in quello che è stato il suo primo ottavo di finale in un Masters1000 contro il ceco Tomas Machac col punteggio di 63 63. Era da tempo che il ligure non offriva una prestazione così distante da quegli standard a cui aveva abituato nel corso degli ultimi mesi, e più che a un ispirato Machac, il risultato deve molto all'imprecisione con cui l'azzurro ha condotto il match: incappando in colpevoli gratuiti, accettando il copione impostato dal suo rivale senza trovare alcuna soluzione per invertirne la rotta. 

Arrivato al suo primo ottavo in un Masters1000 senza perdere nemmeno un set, difficile credere a una stanchezza che abbia oggi condizionato la prestazione del ligure. Forse un calo di concentrazione, unito a un avversario rinvigorito nella fiducia dopo la maratona vinta contro Andy Murray e incredulo nelle prime fasi del match nel ricevere dall'azzurro punti comodi al termine di scambi mai troppo probanti. Privo così della brillantezza necessaria per far valere le sue qualità, Arnaldi è finito presto preda delle iniziative di Machac: bravo ad accelerare dal fondo e a coglierne il disagio quando costretto allo scambio sulla diagonale del dritto. La prima palla break per il ceco è quella che gli consente di allungare nel punteggio, la seconda arriva in chiusura di primo parziale e coincide con il punto che regala a Machac il primo set. 

La reazione non arriva nel secondo set. Machac continua ad ottenere il massimo in termini di resa senza che Arnaldi riesca a costruirsi alcuna occasione da break. Né si ha l'impressione che possa scattare da un momento all'altro la scintilla che giustifichi una svolta. I turni di servizio dell'azzurro si fanno via via sempre più complicati, ma Machac si dimostra lucido nel non voler forzare i tempi lasciando che sia il match a venire dalla sua. E puntuale l'intuizione si rivela corretta, ancora una volta a metà parziale nell'unica palla break da lui costruita e trasformata che gli consente di portarsi a due turni di servizio dalla vittoria. Che infine arriva dopo neanche ottanta minuti di gioco, qualificandolo per il primo quarto di finale in un Masters1000 della sua carriera.

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