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Monaco, c'è Shelton tra Zverev e il tris

L'americano batte in tre set l'argentino Cerundolo e si qualifica per la sua prima finale del 2025 dove cercherà di far suo il terzo titolo in carriera. Zverev piega in due set un brillante Marozsan, alla sua prima semifinale in carriera

di | 19 aprile 2025

Ben Shelton (Getty)

Ben Shelton (Getty)

Non di solo servizio vive il tennis sulla terra rossa. Lo sa bene Ben Shelton, sopravvissuto alla severa interrogazione preparata per lui da Francisco Cerundolo nella semifinale del BMW Open by Bitpanda (ATP 500 – 2.500.000 euro di montepremi) di Monaco di Baviera. L'americano, n.15 del mondo e testa di serie n.2 del tabellone, si è imposto in tre set col punteggio di 26 76(7) 64 e in finale avrà ora modo di aggiornare il suo palmares di due titoli in carriera e una classifica che già virtualmente lo vede occupare la tredicesima posizione. 

Il servizio. Ma non solo. Per Shelton si trattava del venticinquesimo match in carriera sul rosso a livello ATP, e opposto a un Cerundolo che di match ne ha giocati quasi centoventi, presentatosi come uno dei soli quattro giocatori del 2025 ad aver vinto venti o più partite in stagione, non è stato semplice risalire dal set di svantaggio perso in meno di mezz'ora quando tutto sembrava ancora incerto nel suo gioco: misura, atteggiamento, scelte. 

Papà Bryan, seduto nel suo box, annuendo sembrava dir lui di continuare a cercare, provare, tentare altre strade e soluzioni per aver la meglio di un rivale ordinato e regolare, profondo conoscitore della superficie e intelligente nella scelta di un piano di gioco che per oltre un'ora lo ha visto tenere in pugno le redini degli scambi. Col passare dei game però Shelton, pur non sorretto da incoraggianti percentuali, ha cominciato a prendere sempre più coraggio forzando i suoi colpi, scendendo a rete e presentando di volta in volta quesiti sempre diversi al monocorde Cerundolo. Regolare sì, ma incapace di cambiar marcia e di conseguenza guardingo nell'attesa di una reazione puntualmente avvenuta. 

Giunti al tie-break del secondo set, a Shelton sono servite quattro chance prima di riallinearsi nel punteggio, ma l'inerzia del match, nonostante lo strattone, è rimasta incerta anche nei primi scambi del terzo parziale inauguratosi con un break per parte. 

Ormai sul rettilineo finale, senza più palle break accumulate sul pallottoliere, i punti hanno cominciato a farsi pesanti e il confine tra vittoria e sconfitta è diventato una questione di centimetri e dettagli. Superato non senza qualche fatica il suo ultimo turno di battuta, Shelton ha così concentrato i suo sforzi in quello di risposta dove ha incontrato un Cerundolo insolitamente impreciso vittima di due gratuiti che hanno issato l'americano ad altrettanti match point. Annullato il primo con una pregevole volé di rovescio, sul secondo il n.22 del mondo è capitolato, rinviando a Madrid, a Roma e a Parigi l'aggiornamento dei suoi successi stagionali consolandosi, per quel poco che potrà essergli utile, col ventunesimo posto virtuale del ranking da cui da lunedì continuerà a programmare le sue prossime settimane.

Il successo di Zverev contro Marozsan

Tagliato il traguardo dei venticinque anni e mezzo, Fabian Marozsan ha giocato la sua prima semifinale in carriera sul circuito ATP onorandola per ben oltre un'ora di gioco. Quella che è servita ad Alexander Zverev, il suo rivale di giornata nonché due volte vincitore del torneo bavarese (2017-18), di vincere il primo set al tie-break dopo aver in tutti i modi, invano, di incrinarne gioco e certezze, e di ottenere infine il break decisivo nel secondo set con cui qualificarsi per la sua trentanovesima finale in carriera. Per il tedesco n.3 del mondo la vittoria è arrivata in due set col punteggio di 76(3) 63, ed è un risultato che oltre che dargli ora la chance di conquistare il suo terzo titolo a Monaco rappresenta un'iniezione di fiducia che proprio in casa Zverev era andato ricercando dopo le delusioni collezionate nel corso dell'autunno. 

Per quanto grande fosse la differenza tra i due contendenti in campo - status, caratura, esperienza - il divario ha iniziato ad emergere solo nel tie-break finale del primo set, parziale in cui Marozsan, quando chiamato alla battuta, ha lasciato al tedesco appena cinque punti, ad eccezione dell'unico game in cui ha ceduto lui la battuta subito bilanciato da un secondo break. I quindici vincenti messi a segno dall'ungherese non hanno pagato, inquinati da ben tredici gratuiti assommati per di più proprio nel breaker risolutivo, pedaggio inevitabile al cospetto di una prima semifinale giocata per di più contro il favorito del torneo. 

E però il calo di rendimento non ha avuto affatto ripercussioni nell'immediato. Marozsan ha ripreso il suo discorso con lucidità e senza paura. Zverev dal canto suo, silenziosamente, è riuscito strada facendo a leggerne il gioco, strappare qualche quindici in più sui suoi turni di battuta, aspettando l'occasione che prima o poi si sarebbe presentata. E che puntuale, ha fatto visita nel servizio dell'ungherese sul finale di partita, quando il tedesco è riuscito a ottenere il break decisivo consolidato dal game finale del 6-3. Se ogni albero ha i suoi tempi di maturazione, la speranza ora è che quello di Marozsan cominci a dare i suoi frutti, incoraggiato da una prestazione in grado di puntellarne costanza e umoralità. Per Zverev, alla sua seconda finale stagionale dopo quella persa in Australia contro Jannik Sinner, la rincorsa al vertice è ormai un capitolo chiuso. Resta un testa a testa con Carlos Alcaraz per intestarsi la seconda piazza del ranking. Non è poco, considerati i risultati del tedesco. Tornare a casa è sempre una buona idea.


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